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Brescia, Rapporto Congiunturale nazionale sulle costruzioni del Cresme

Folta la presenza di imprenditori, professionisti e stakeholder alla presentazione

BRESCIA - Il mercato immobiliare italiano corre più del previsto. Il 2025 si avvia a chiudersi con un incremento robusto delle compravendite residenziali, pari al +7% sull’anno precedente, nonostante i tassi dei mutui non siano scesi quanto sperato. Il primo semestre, trainato da un sorprendente +9,5%, ha dato la misura di una domanda tornata vivace: +11,2% nel primo trimestre, +8,1% nel secondo. Un andamento definito “semi boom” dal direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, in occasione della presentazione a Brescia del 39° Rapporto Congiunturale e Previsionale.

La rimonta del settore emerge nitidamente anche nelle parole di Massimo Angelo Deldossi (nella foto) e Raffaele Collicelli, presidenti rispettivamente di Ance Brescia e Cape, che hanno reso possibile la presentazione a Brescia, al Centro Paolo VI, di un rapporto storicamente diffuso a Milano. Per i due vertici, il Rapporto è una bussola indispensabile in una fase di riallineamento tra domanda, innovazione e politiche pubbliche. Le imprese, osservano, si muovono in un comparto fatto di cicli lunghi e investimenti ingenti: per questo dati aggiornati sugli investimenti pubblici, sulla domanda privata e sui trend tecnologici sono strumenti operativi prima ancora che indicatori.

Il balzo delle transazioni porta con sé un aumento del fatturato complessivo del mercato immobiliare, che nel 2025 dovrebbe toccare i 186,9 miliardi di euro, +10% rispetto all'anno precedente. A trainare sono soprattutto il residenziale, che sale dell’11,1%, e, in misura più moderata, il non residenziale (+4,9%). Il trend positivo è omogeneo ma non uniforme sul territorio: Nord-Est e Nord-Ovest avanzano più rapidamente, mentre Sud e Isole mostrano progressi più contenuti. I prezzi delle abitazioni, dopo sedici anni di ciclo recessivo, tornano a crescere anche in termini reali: +1,8% nel 2024, +2,3% previsto per il 2025. A sorprendere è anche il comportamento delle famiglie.
Nonostante tassi dei mutui rimasti alti, la richiesta di finanziamenti ha accelerato: +27% di nuove erogazioni nel primo trimestre 2025, +47% nel secondo. Le nuove costruzioni, invece, flettono: –4% la variazione tendenziale delle vendite nel primo semestre, dopo il buon risultato del 2024. Il quadro dell’offerta in vendita descrive un lento ritorno alla normalità. Dopo un calo complessivo del 18% tra 2019 e 2022 – circa 130 mila abitazioni in meno sul mercato – il 2023 ha segnato un’inversione di tendenza.

Nel 2025, il primo semestre mostra una leggera contrazione (641 mila offerte), seguita da un rimbalzo nel secondo, con 668 mila immobili disponibili. Decisamente più complessa la situazione nella locazione. L’offerta, pur in crescita da due anni, resta debole dopo un crollo del 60% tra il 2014 e il 2022. Le impennate registrate durante la pandemia non hanno consolidato livelli adeguati e il mercato continua a mostrare una forte tensione: canoni in salita, domanda elevata e condizioni sempre più difficili per le famiglie nelle grandi città. Si moltiplicano i contratti brevi e gli affitti transitori, mentre pesano lo stock di case vuote e l’incertezza normativa. Le ultime rilevazioni mostrano un recupero – 56 mila offerte medie negli ultimi due semestri – ma ancora insufficiente a riequilibrare il mercato. Sul fronte non residenziale, il Rapporto segnala una crescita più contenuta delle transazioni (+1,6%). Uffici e immobili produttivi avanzano lentamente, mentre il commerciale retail torna a esercitare un’attrattiva significativa sugli investitori istituzionali.

Il 2025 potrebbe avvicinare i livelli record degli anni migliori, con un giro d’affari vicino ai 12 miliardi di euro e un aumento complessivo degli investimenti del 18,2%. Mutano però le strategie: più interesse per il retail, minore per logistica e uffici, pur restando settori cardine. Nel complesso, il mercato immobiliare italiano dimostra una vitalità inattesa. La domanda residenziale resta il vero motore, sostenuta da un rinnovato ricorso al credito e dalla stabilizzazione dell’offerta. Ma la sfida più urgente riguarda la locazione, dove la scarsità strutturale di case disponibili rischia di diventare un nodo economico e sociale di primo piano.
Ultimo aggiornamento: 05/12/2025 03:56:05

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