Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza, misurazione e marketing (con annunci personalizzati) come specificato nella cookie policy. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.
Usa il pulsante “Accetta” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta” per continuare senza accettare.

-

Bolzano, il Consiglio provinciale e l'elezione del presidente Kompatscher: la prima parte di seduta

Bolzano - Il plenum del Consiglio provinciale è tornato a riunirsi oggi per eleggere il presidente della Provincia. Ad avvio di seduta, il presidente Josef Noggler ha invitato i presenti a osservare un minuto di silenzio in ricordo di Helmuth Renzler, scomparso l’11 dicembre a 70 anni. Renzler, ha ricordato il presidente, è stato dal 2013 al 2023 consigliere provinciale, segretario questore e componente della 3a e della 4a commissione legislativa, da settembre 2020 fino alla fine della XVIa legislatura presidente della 3a commissione. È stato anche componente del Comitato d’intesa. “Helmuth si è sempre impegnato per cercare punti di incontro e ricucire fratture. Con lui se ne va un politico appassionato, che non ha mai smesso di dare il suo contributo per la pace sociale e il benessere nella nostra terra”.


Il presidente Noggler ha quindi informato che sono stati costituiti 12 gruppi consiliari: SVP (capogruppo M. Amhof), Team K (P. Köllensperger), Süd-Tiroler Freiheit (S. Knoll), Grüne Fraktion - Gruppo verde - Grupa Vërda (B. Foppa), Fratelli d'Italia (A. Scarafoni), JWA Wirth Anderlan (J. Wirth Anderlan), Die Freiheitlichen (U. Mair), Partito Democratico - PD - Demokratische Partei (S. Repetto), Für Südtirol mit Widmann "FSW" (T. Widmann), Uniti per l’Alto Adige - Lega Alto Adige Südtirol (C. Bianchi), La Civica (A. Gennaccaro) e VITA (R. Holzeisen).


Il presidente ha quindi fatto riferimento a quanto previsto dall’articolo 66 della legge elettorale (lp 14/2017), ew ricordato che a tutti i consiglieri a tutti i consiglieri e le consigliere era stata consegnata la dichiarazione di governo presentata dai capigruppo di Südtiroler Volkspartei, Fratelli d’Italia, Die Freiheitlichen, Uniti per l'Alto Adige - Lega Alto Adige Südtirol e La Civica, successivamente integrata con l’indicazione del numero di componenti della futura Giunta (11). Ha quindi dato la parola al presidente designato Arno Kompatscher (foto @ASP Claudia Corrent), che ha ricordato di essere stato eletto per la prima volta 10 anni fa nello stesso periodo. Nel frattempo in italia si erano succeduti 7 governi, una pandemia, diverse crisi, ora c’era anche una guerra, oltreché un cambiamento demografico molto forte, la globalizzazione e la crisi climatica: tutti fattori che comportavano perdita di fiducia e spaccature nella socetá, come dimostrava la presenza di 12 gruppi consiliari. Anche per la maggioranza di governo c’era bisogno di 5 gruppi consiliari a sostegno, e questo aveva richiesto negoziati complicati, ma le tempistiche erano state rispettate ed era stato ottenuto un ottimo risultato. Al centro della dichiarazione di governo era il ripristino delle competenze dell’autonomia, dopo che negli ultimi anni si era riusciti a ripristinare le norme di carattere finanziario. C’era una proposta di legge costituzionale come riferimento. Ci si era poi occupati di temi che stavano a cuore ai cittadini, quali stipendi adeguati, abitare sostenibile, sanitá, sicurezza, prevenzione della povertà in età avanzata, neutralitá climatica, sburocratizzazione. Miracoli non erano possibili, ma era stato definito in modo chiaro come migliorare alcuni aspetti nella provincia. In quest’ambito importante era il ruolo del Consiglio provinciale, invitato alla collaborazione. Il punto di partenza era buono e si poteva essere ottimisti: l'Alto Adige aveva superato le crisi citate meglio di altre regioni in Europa, grazie al lavoro dei cittadini e al lavoro a livello politico; tuttavia, si potevano superare le crisi solo superando le fratture all'interno della società - il che richiedeva un reciproco rispetto anche in Consiglio. Si sostenevano i valori democratici e le pari opportunità per uomini e donne, la tutela delle minoranze, la volontà di collaborare tra forze diverse: “Possiamo fungere da ponte, possiamo essere d’esempio in Europa”.


Nel successivo dibattito ha preso per primo la parola Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), che ha lamentato l’assenza di contenuti nel discorso di Kompatscher e aggiunto di non ricordare di aver mai avuto bisogno di tutela di Polizia e Carabinieri davanti al palazzo in occasione di sedute analoghe in passato. Il momento era storico, anche perché un presidente SVP era disposto senza battere ciglio a fare una coalizione con le destre, mentre il suo predecessore aveva detto che non si sarebbe mai potuto lavorare “con un’organizzazione succeduta ai fascisti”. I previsti alleati mettevano in discussione la proporzionale, erano amici di chi deteneva busti di Mussolini, di chi aveva detto che chi non si sentiva italiano poteva emigrare oltre Brennero. era quindi davvero necessaria questa alleanza? secondo lui no: ci sarebbero state alternative, ma Kompatscher aveva ceduto a tutto, anche ai due assessorati italiani. Si poteva quindi concludere un patto col diavolo, ma questo avrebbe avuto delle conseguenze: come si potevano ampliare le competenze se in giunta c’erano persone che definivano i combattenti sudtirolesi terroristi e negavano il ruolo di potenza tutrice dell’Austria, assente nell’accordo programmatico? Tante persone in provincia si sentivano deluse e tradite da Kompatscher. Il Consiglio provinciale avrebbe svolto un ruolo secondario, buono per qualche votazione, perché era possibile interpretare e superare i regolamenti, interpretare leggi, avviare contenziosi con consiglieri che avevano posto domande critiche. Era stata fatta una coalizione degli sconfitti, per evitare che chi era stato eletto dai cittadini svolgesse i suoi compiti. I partiti di coalizione si erano fatti ingannare dalla SVP, perché nella Giunta i rappresentanti di questo partito sarebbero stati 8, nonostante la perdita di voti. La Provincia aveva sempre potuto difendere e rappresentare l’autonomia in maniera credibile a Roma e a Vienna, ma ora questa credibilitá era stata persa. La STF non avrebbe sostenuto una coalizione in cui c’erano fascisti e in cui c'era un presidente della Provincia che non rispettava la volontà degli elettori.


Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha detto che Arno Kompatscher aveva fatto una scelta rendendo possibile che Fratelli d’Italia arrivasse al potere in Alto Adige, così come 5 anni fa aveva sdoganato la lega di Salvini, che voleva lasciare i migranti affogare nel Mediterraneo. Allora non ci furono proteste, ma oggi sì: molte persone non erano restate in silenzio. Dieci anni fa Kompatscher aveva promesso più partecipazione, una svolta, e molti avevano apprezzato, così come la riabilitazione dei combattenti per la libertá; importante sarebbe stato anche superare la separazione tra gruppi linguistici, cosa che non era mai stata commentata da Kompatscher. L’inclusione di persone con background migratorio sarebbe stato altrettanto importante, a fronte di argomentazioni populiste, ma ci si era invece precipitati da Meloni per chiedere un centro d’espulsione, e programma di governo di parlava di immigrazioen incontrollata: chiaramente Kompatscher si sentiva a suo agio con un governo di destra. Si era combattuto contro la democrazia diretta, non era stato adottato un piano per l’uguaglianza, le posizioni LGBT. Anche la sostenibilitá era solo sbandierata: i partner di coalizione o negavano il cambiamento climatico o parlavano di “isteria climatica”. A Kompatscher non era stato imposto nulla, aveva semplicemente preso una decisione, contemporaneamente presentandosi come garante contro i propri partner, verso i quali quindi non c’era rispetto, ma che accettavano tutto ciò: “Avete visto come la SVP ha trattato i suoi partner negli ultimi 5 anni?”. La SVP grondava egemonismo verso i suoi assessori e il gruppo italiano, e questo era “colonialismo politico”. Lega e FdI erano entrambi partiti di destra, ma se i cittadini questa volta protestavano e 5 nni fa no, era perché avevano perso la fiducia: il patto con il diavolo era stato preparato a lungo, e le persone non accettavano che non fosse stato detto prima - i cittaidni non avevano votato la riforma dell’Autonomia. Kompatscher voleva entrare nella storia: ci sarebbe riuscito come colui che per primo aveva governato con coloro che avevano fatto molto male alla provincia.


Paul Köllensperger (Team K) ha sostenuto che ora l’alleanza con L’estrema destra era chiara, così come il declino della SVP e di Kompatscher. Mantenere il potere a tutti i costi comportava un costo per tutti, ma Kompatscher lo ignorava, così come ignorava le proteste. Parole come apertura, trasparenza e sostenibilitá erano state dimenticate, nonostante la tanta fiducia ricevuta in passato. Ora Kompatscher avrebbe avuto contro tutta l’opposizione, al contrario di 5 anni fa, anche perché i componenti della Giunta erano stati scelti non per le competenze ma in seguito a un mercanteggiare che aveva concesso ai patrner di destra tutto ciò che volevano. Chi faceva un patto col diavolo vendeva la propria anima, per mantenere il potere a qualsiasi costo, ma ci sarebbero state tante altre possibilità, confrontandosi con i colleghi dell’opposizione. Kompatscher si presentava come vittima del partito, ma nessuno gli credeva. E aveva pure il coraggio di presentarsi come garante. Nella dichiarazione programmatica mancavano idee e visioni per i prossimi anni, i valori della SVP erano andati persi, l’elettorato tradito: lavorare con i post-fascisti era una decisione da kamikaze, che sacrificava i diritti conquistati a gran fatica dai predecessori, che avevano lottato contro i fascisti. Köllensperger ha criticato anche la destinazione di una poltrona nella commissione dei Sei a chi aveva dovuto rinunciare a un posto in Giunta. Il forte potere della Giunta si sarebbe esteso anche alle commissioni legislative, il Consiglio avrebbe perso ulteriore ruolo. Kompatscher sarebbe entrato nella storia per aver spalancato le porte all’estrema destra, a una politica che avrebbe pregiudicato l’Alto Adige.


Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha sostenuto di essere molto delusa di come Kompatscher, alla terza candidatura dopo aver promesso di fare solo due legislature, aveva rappresentato la politica altoatesina. Negli ultimi 3 mesi c’era stata una lotta per sedie e assessorati, e Kompatscher si era fatto dettare la linea da Roma e da certe persone interne al suo partito - i colloqui con gli altri partiti erano stati solo di facciata, la decisione era stata presa giá prima delle elezioni, ma questo non era stato detto ai cittadini e alle cittadine. Nel 2013 Kompatscher si era presentato come grande portatore di novità e speranza, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e l'immagine della politica data nelle ultime settimane era piena di incoerenze, notate dai cittadini, molti dei quali l’avevano votato come garante di un governo di centro. Rieder ha riportato delle citazioni di Kompatscher critiche su Fratelli d’Italia, aggiungendo che più che l’Autonomia i cittadini avevano altre problematiche, come stipendi inadeguati, abitazioni a costi non accessibili eccetera, ma queste tematiche erano sparite. Egli sarebbe passato alla storia come il presidente che aveva aperto le porte al centrodestra. La prevista Giunta a 8 sarebbe diventata a 11 non solo per le richieste dei partner italiani, ma anche per garantire esigenze della SVP, e lasciare che gli italiani si mettessero d’accordo tra loro non era dimostrazione di leadership. Entrando in coalizione con un partito, Kompatscher di fatto non accettava anche i valori di questo partito? La fiducia era un valore molto importante: era facile perderela, e molto difficile riconquistarla - lei non di fidava più di Kompatscher.


Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha segnalato che con la Giunta 11 si avevano più capi che sottoposti, e aggiunto che Kompatscher non era più credibile, come dimostravano le trattative di coalizione - molte promesse non erano state mantenute, negli ultimi 10 anni, ed era stata promossa una polarizzazione sociale, una frattura nel partito, mentre migliaia di giovani lasciavano la provincia e in tutti gli ambiti c’era una strisciante italianizzazione. l’iter infinito relativo. La SVP aveva perso molti voti, salvando il 13 ° seggio con i resti, Kompatscher si era salvato con i voti degli italiani. era l’ultima legislatura con Kompatscher come presidente, che voleva entrare nella storia recuperando le competenze perse, patri a più del 50%: era ridicoli che questo obiettivo si volesse raggiungere con l’estrema destra: “La nostra terra si sarebbe meritata qualcosa di più”.


Sandro Repetto (Partito Democratico) ha detto che aveva fatto una prova di programma scritto con Chat gpt, e che era uscito un programma analogo a quello elaborato dalle forze di maggioranza in ben 3 mesi. Ha quindi aggiunto che i voti della coalizione di governo rappresentavano il 37% della popolazione, non la sua maggioranza, bensì se mai solo quella dei votanti: questo andava ricordato. In quanto all'ampliamento dell’Autonomia e all'adeguamento dello Statuto, Kompatscher aveva effettuato una vera cessione dell'Autonomia allo Stato, invece che promuovere una manutenzione condivisa con tutti i cittadini e le cittadine, che chiedevano per esempio un intervento sull’articolo 19, per un bilinguismo diffuso vero e proprio. la Giunta nasceva su opportunismo e cinismo, su un patto di ferro tra Calderoli, Lollobrigida e la SVP, deciso da mesi: i colloqui erano stati una presa in giro. delegare agli italiani la scelta sugli assesori aveva dimostrato che dgeli italiani non interessava nulla, così come non interessava l'attuazione del piano aequitas da Kompatscher tanto sbandierato, dato che ci si alleava con chi invitava le donne a fare figli e aveva ridotti i posti negli asili nido. Kompatscher si alleava con gli eredi di Urzì, che nel 2002 con il referendum su “piazza Vittoria” era emerso come il sostenitore della linea più intransigente, che aveva difeso il dibattito sui simboli del ventennio, si era opposto alla storicizzazione dei monumenti fascisti con tanto di esposto in Procura. Ci si trovava in una piena crisi globale, che avrebbe imposto di richiamarsi ad alti valori, ma così non era - ci si alleava con gli amici di Orban e Putin, con chi si opponeva all’Europa e ai diritti civili, con chi dopo la mattanza dei femminicidi si limitava a invitare le donne a “occhi aperti e testa sulle spalle”. Questo nonostante molti avessero votato Kompatscher come argine contro la destra.


Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha evidenziato lo sbilanciamento a destra della SVP, un errore strategico che manifestava debolezza di leadership. I contenuti della dichiarazione di governo erano vaghi e generici, come espressioni contro la violenza sulle donne e la promozione di sostenibilità, ma qualsiasi altra cosa sarebbe stato un affronto - la Giunta provinciale aveva comunque mancato i suoi obiettivi sul clima, e ora accoglieva una persona che era negazionista del cambiamento climatico. Per la prima volta la coalizione di governo proposta era di 5 partiti: una composizione che non sarebbe stata assolutamente necessaria - si trattava di una scelta consapevole di Kompatscher, per comprarsi la benevolenza di Roma. Sarebbero state possibili altre coalizioni, ma la SVP avrebbe dovuto rinunciare a un altro assessore tedesco. Dopo 5 anni di governo con la lega ci si trovava in una situazione di stallo, non solo in ambito climatico: la sanitá era nel caos, il costo della vita alto, gli immobili inaccessibili, il che comportava i giovani ad andarsene. Invece che rispondere a queste esigenze, Kompatscher concordava soluzioni con Roma: così sarebbe stato anche in futuro, e questo non aveva nulla a che fare con l’Autonomia - la responsabilità era di Kompatscher. Nella dichiarazione di governo si segnalava che molti servizi erano compromessi dalla mancanza di personale, ma non si proponevano politiche per riavvicinare le persone a questi posti, con la scusa della sburocratizzazione si riducevano i servizi e si aumentava il potere della Giunta, cancellando quindi alla base le possibili critiche di altri organismi e uffici, che negli anni si erano sempre più ignorate - questo si sarebbe visto in campo urbanistico. Kompatscher aveva l’ultima occasione di dimostrare che la Provincia aveva la leadership che si meritava.


Jurgen Wirth Anderlan (JWA - Wirth Anderlan) ha paragonato le trattative di coalizione a un casting, e ha evidenziato che il programma era bellissimo ma si conosceva già da 10 anni. Ha poi fatto riferimento alla rielaborazione del periodo pandemico:invece di commissionare uno studio scientifico in merito al più grande crimine degli ultimi 80 anni, si preferiva studiare il linguaggio di genere. Lui si riteneva più a destra della Giunta, e riteneva necessario fermare un fenomeno che rischiava di impedire alle donne di uscire di casa; tuttavia, fino a oggi tutti coloro che aprivano bocca e opponevano resistenza venivano colpevolizzati - l'opposizione doveva essere trattata in maniera più rispettosa. Ora per l'industria bellica venivano messi a disposizione tanti soldi dei contribuenti e i cittadini non arrivavano più a fine mese.

Si augurava che Kompatscher potesse tornare al più presto nel suo paese d’origine.


Luis Walcher (SVP) ha criticato i toni di Wirth Anderlan, ricordando che oggi si votava un programma politico, frutto di trattative e di un buon lavoro che aveva permesso di scendere nel dettaglio e trovare soluzioni. In tutto il mondo si sviluppava la dinamica maggioranza - minoranza, e quest’utlima aveva diritto di critica, ma non doveva fare di tutta l’erba un fascio. Le persone non erano sfiduciate, si sentivano invece sempre più lontane da chi non faceva altro che criticare: la SVP aveva sviluppato l'Autonomia dall’inizio, perdendo le notti per questo, come testimoniava l’attività di Magnago, Durnwalder e Kompatscher - non era certo un regalo. La SVP aveva fatto una buona politica, in costante dialogo con l’Austria. Nel progetto costituzionale erano elencati tutti gli articoli da modificare per tornare ai livelli del 2001. Egli ha quindi sottolineato il valore di sicurezza, di sanità, che anche se da migliorare funzionava bene rispetto ad altre regioni, la volontá della SVP di permettere alla cittadinanza di svilupparsi: di questo ci si faceva garanti, e si sarebbe promosso con impegno e dedizione. “Dateci una mano, invece che fare lo sgambetto”.


Intervenendo questa mattina in replica al discorso del presidente della Provincia designato Arno Kompatscher, Angelo Gennaccaro (La Civica) ha segnalato che si stava chiudendo un’epoca, e che egli aveva deciso di sostenere la coalizione in esame perché ´solo un governo con solide basi poteva garantire lo sviluppo della provincia. Era necessario mettere da parte le differenze e trovare punti di contatto: votare Arno Kompatscher voleva dire rispettare la regola democratica che chi aveva la maggioranza dei voti doveva governare. La Civica aveva il dovere di attuare il programma elettorale nel quali gli elettori avevano posto la fiducia: il programma non era di destra. Il voto dei cittadini che aveva scelto il partito di maggioranza relativa andava rispettato, inoltre c’era fiducia nel presidente Kompatscher, nel suo instancabile lavoro e nei suoi valori. La Civica credeva nelle persone e nell’autonomia, la decisione di aderire alla coalizione non era stata facile, ma si sarebbe agito come garanti del mantenimento della barra al centro: la tutela degli interessi dell'Alto Adige imponeva di fare la propria parte. Lo sviluppo dell’Autonomia sarebbe potuto avvenire solo dopo il ripristino degli standard della quietanza liberatoria, in collaborazione con Commissione dei 6 e rappresentanze parlamentari. Il lavoro di Kompatscher era difficile, ma egli sarebbe stato all’altezza, perché credeva in un Alto Adige europeo e aperto, in grado di disinnescare tendenze estetiste.


Zeno Oberkofler (Gruppo verde) ha ricordato il suo incontro con Kompatscher ai tempi in cui rappresentava il movimento per il clima, e le promesse ricevute dal presidente in quanto a sostenibilità: era stato un momento di speranza e rassicurazione. Ora, invece, Kompatscher girava le spalle a chi aveva creduto in lui, a una generazione che sarebbe stata profondamente delusa. Dopo tanti anni in cui aveva sbandierato la sostenibilità, ora si alleava con chi negava l’emergenza climatica e la imputava alle variazioni dell’asse terrestre, come risultava da dichiarazioni della collega di Fratelli d’Italia dal cui voto dipendeva la maggioranza. Presentatosi come Arno ambientalista e liberale, ora si prestava alla coalizione più a destra mai vista, senza aver avuto la correttezza di comunicarlo ad elettori ed elettrici. Doveva però smettere di nascondersi dietro a scuse o facce tristi: questa era una sua scelta. Intollerabile verso tutti coloro che avevano subito le conseguenze del fascismo era allearsi con un partito post-fascista, che faceva dichiarazioni omofobe, razziste e negazioniste: tutto ciò non poteva essere compensato da un preambolo, e avrebbe avuto conseguenze di vasta portata. Anche l’Europa guardava all’Alto Adige, e ora ci si presentava come modello di destra. Kompatscher poteva passare alla storia come colui che aveva rinnovato l’Autonomia dopo Magnago, ma sarebbe stato invece colui a cui era mancato il coraggio di esercitare la propria leadership.


Christian Bianchi (Uniti per l’Alto Adige - Lega Alto Adige Südtirol) ha ricordato che nel 2015 le stesse critiche che venivano ora fatte all’attuale proposta di coalizione erano state fatte alla sua coalizione a Laives, che aveva poi dimostrato di lavorare bene. Il programma di coalizione era valido, e prometteva che nei prossimi 5 anni ogni decisione sarebbe stata presa in accordo tra 5 partiti, il che era un fatto storico per la provincia e avrebbe dato maggiore attenzione a opinioni diverse. Era un fatto storico che si fosse rimesso al centro il tema dell’Autonomia, partendo da impegni importanti fatti dal Governo all’atto dell’insediamento: gli stessi partiti che oggi contestavano ,non avevano proceduto a fare un tavolo in merito, che invece ora il Ministro Calderoli e la presidenza del Consiglio si erano impegnati a convocare per portare entro 6 mesi un documento all’attenzione del Governo - il coinvolgimento di rappresentanti del Governo anche nelle trattative era stata importante per questo. La delega alla Civica dimostrava anche l’interesse alle esigenze delle città - importante sarebbe stato mantenere la collaborazione con i Comuni, ma bisognava anche promuovere, insieme, la coesione tra i cittadini: se questi avessero smesso di credere nella politica, allora avrebbero perso tutti. In quanto ai due rappresentanti cercati dagli italiani, questo non era stato un vezzo: ci si ricordava infatti che nell’unica esperienza con un unico assessore italiano, questi non aveva avuto la possibilità di agire come necessario, per sviluppare un’attività politica. L’autonomia poteva valere solo se per tutti i gruppi linguistici c’erano pari opportunità.


Alex Ploner (Team K) ha evidenziato che alle elezioni la SVP aveva avuto il risultato peggiore, e ciononostante continuava con l'atteggiamento da “noi siamo noi”, come dimostrava la discussione sulla pista di bob a Cortina: la tutela del clima non si fermava ai confini tra Alto Adige e Veneto, e i costi della pista ricadevano sui contribuenti; realizzarla a Igls avrebbe permesso di dare concretezza al tema Euregio, ma i ministri Salvini e Santanché si impuntavano su Cortina - questo era il pensiero nazionalista dei partner di coalizione cui si aprivano le porte. I cittadini non capivano questo comportamento, così come i 50 milioni spesi per il centro di Anterselva. Kompatscher aveva lasciato terra bruciata con i fatti concreti degli ultimi anni, non era più possibile fidarsi di lui. Alla fine del programma di governo si invitava alla collaborazione, così come era stato fatto all'inizio della legislatura precedente, ma questa promessa non era stata mantenuta e le proposte dell'opposizione erano sempre state respinte. Secondo i media, la SVP aveva deciso da tempo di respingere la collaborazione del Team K. Molte affermazioni del programma non corrispondevano alla visione di un Sudtirolo moderno e aperto al mondo.


Marco Galateo (Fratelli d‘Italia) ha detto di non aver mai sentito parlare così tanto di fascismo come nelle ultime due ore, in cui il candidato presidente era stato pesantemente attaccato. Kompatscher invece aveva detto fin all’inizio ai partner che sarebbe rimasto la persona di sempre, con le proprie idee: tuttavia, su alcuni punti erano state superate le divergenze, per dare risposta ai problemi dei cittadini. Gli elettori avevano votato i loro rappresentanti, e il Parlamento provinciale aveva il dovere di rispondere al mandato, si era lavorato tanto per creare una maggioranza che includesse 4 italiani su 5 del Consiglio, e questo non era certo un‘egemonia del gruppo tedesco sul gruppo italiano. La maggioranza si era creata sulla base dei numeri del Consiglio, e gli attacchi ricevuti da Kompatscher arrivavano proprio dalle forze politiche che avrebbero voluto fare un governo con lui. Sembrava quindi più un complesso da perdenti, che avevano perso le elezioni perché più di concentrarsi sulle esigenze della gente si erano impegnati a parlare di fascismo. La verità era che nel confronto sulle proposte con la SVP, i rappresentanti di quest’ultima avevano detto che le proposte di Fratelli d’Italia sembravano di sinistra: in realtà erano solo proposte che pensavano alle esigenze della popolazione e al futuro della provincia, pur senza rinnegare l'appartenenza ai propri valori. Ognuno aveva le sue peculiarità, ma in 115 pagine di programma si era riusciti a inserire proposte che ci si augurava di realizzare in 5 anni: “Quello che ci muove è solo lo spirito di risolvere problemi reali”. Kompatscher aveva la fiducia di Fratelli d’Italia perché aveva dimostrato di poter superare le avversità e di poter governare l’Alto Adige, bisognava lavorare per sviluppare un modello che funzionava, senza pregiudizio ideologico.


Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha espresso un chiaro “no” a un presidente della provincia che si faceva comandare e ricattare da Roma, che dopo tutti gli eventi criminosi perpetrati da stranieri non aveva fatto nulla, che si opponeva a chi aveva combattuto per questa terra, che non faceva nulla per risolvere le difficoltà di cittadini che non arrivavano a fine mese, né per portare avanti temi determinanti per la minoranza, che lasciava spazio a l'italianizzazione e pensava solo alle poltrone. Poiché Kompatscher sarebbe stato comunque votato, egli lo invitava ad affrontare i temi importanti per la popolazione.


Rosmarie Pamer (SVP) ha rilevato che il gioco politico era criticare tutto ciò che veniva dalla maggioranza, anche se nel programma c’erano tanti punti importanti. Nei comuni altoatesini, come quello di San Martino da cui proveniva, questo gioco politico era molto più rispettoso di quanto si voleva far credere, perché sia maggioranza che opposizione pensavano ai cittadini. Aveva avuto l’onore di lavorare con Kompatscher, e lo conosceva come persona integra e risoluta che aveva avuto il coraggio di portare avanti progetti, rispettava le pari opportunità, era sensibile a questioni sociali e alle esigenze della scuola. Egli si metteva al servizio della popolazione; in quanto essere umano aveva tanti punti deboli, ma anche tante qualità, e non era scontato che una persona del genere si mettesse a disposizione. Era stato votato da 58.775 elettori, e non meritava di essere offeso in questo modo: chi ci sarebbe stato, se non si fosse messo a disposizione lui? Forse qualcuno che si candidava e poi si ritirava, o qualcuno che poneva condizioni o non manteneva le promesse fatte: Si intendeva quindi sostenere lui e il suo lavoro a favore della provincia, e lei si sentiva onorata di far parte della SVP.


Anna Scarafoni (Fratelli d’Italia) ha chiarito che da sempre tutte le novità creano scompiglio, malcontento e manifestazioni di dubbio gusto - e non c’era dubbio che al formazione di questo governo fosse una novità. Tuttavia, tutte le novità dopo un iniziale rodaggio portano un beneficio. 5 partiti si erano confrontati in maniera costruttiva e collaborativa su qualsiasi argomento del programma: un lavoro capillare molto intelligente e di buona volontà, da cui era emerso il rispetto per idee e posizioni diverse, ma soprattutto per le persone e la loro storia personale. Il progresso derivava dal confronto tra contraddizione, errori e sintesi, e un lavoro di sintesi era quanto era stato fatto. Più volte era stata citata la presenza del diavolo, ma Gustav Jung diceva che il limite della Trinità è di non aver inglobato il diavolo per farne una quaternità. Oggi Kompatscher era a capo di una coalizione nuova ma soprattutto innovativa, era portatore di grandi speranze e lei era lieta di partecipare. Aveva apprezzato le capacità di mediazione di Kompatscher, per il quale lei avrebbe sentitamente votato, nel desiderio “viscerale” di collaborazione.


Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha ricordato i suoi trascorsi all’opposizione, il che le permetteva di valutare gli interventi dei colleghi, tuttavia invitava a un approccio costruttivo e a una visione d'insieme. In Parlamento era attivo un dibattito sul federalismo, cui erano favorevoli i partiti di destra, mentre sorprendentemente quelli di sinistra si presentavano come centralisti, a ruoli invertiti da come rappresentati in passato. In questo contesto, l’Autonomia altoatesina andava preservata e ampliata, ma la Provincia di Bolzano non poteva partecipare a questo sviluppo politico né sottrarsi a questa responsabilità, delegando ad altri. Un dibattito simile avveniva in Europa - in che direzione si intendeva andare? Internazionalismo, globalizzazione, aumento di flussi migratori, trasferimento di poteri sovrani a Bruxelles o, in quanto rappresentanti politici di una provincia autonoma, insistere su sussidiarietà e regionalismo? La provincia non sarebbe migliorata con le belle parole, ma con un’azione e misure concrete: i Freiheitlichen avevano lavorato nelle trattative di coalizione affinché i temi essenziali entrassero nel programma - bisognava affrontare le questioni politiche trovando soluzioni politiche: volontariato, immigrazione, edilizia abitativa ecc. Andavano riconosciuti i numeri usciti dalle recenti elezioni. I Freiheitlichen avevano smentito chi sosteneva che non si potevano cambiare le cose e che non serviva a nulla fare rilievi: la coalizione in atto era una coalizione di lavoro pragmatica, non un’alleanza elettorale. Era basata su temi concreti. I Freiheitlichen riconoscevano la propria impronta nel documento, e avrebbero cercato di influenzare in modo attivo la politica anche attraverso il comitato di coalizione, al fine di portare avanti una politica di ampio respiro per la provincia. Per questo potevano votare convintamente per la coalizione e il presidente Kompatscher.


Renate Holzeisen (Vita) ha chiarito che per lei non c’era differenza tra destra e sinistra: negli ultimi anni era stato dimostrato che l’auoritarismo aveva un nuova faccia che si vedeva nei partiti di sinistra. Lei non poteva votare per il presidente designato: tutto quanto si era visto negli ultimi anni anche nella provincia autonoma di Bolzano era stato caratterizzato da comportamenti autoritari, e nel programma di governo non si mostrava volontà di affrontare questo autoritarismo. In nessuno degli interventi, nemmeno in quelli dell'opposizione, era stata manifestata la consapevolezza che l’autonomia della Provincia andava difesa da attacchi che venivano da fuori - in ambiti importanti come per esempio la protezione civile, così importante negli ultimi anni durante la pandemia, c’era il rischio di perdere la competenza primaria. Anche la nuova Giunta e i suoi partner, quindi il Governo ;eloni, non si erano espressi contro le decisioni che sarebbero state prese a livello internazionale in ambito di politiche sanitarie. Se il Governo non si fosse opposto, in quest’ambito le decisioni sarebbero spettate al direttore privato di un’organizzazione privata. Di questo programma di governo non c’era traccia, ma non era consapevole nemmeno l’opposizione. In quanto al Comitato consultivo per i media, Vita l’aveva subito criticata ritenendo fondamentale la libertà dei media - si faceva riferimento nell’accordo di governo a presunte “informazioni false”, ma bisognava opporsi a ogni censura, anche se di fatto esempi di false informazioni c’erano stati. Ciononostante, si intendeva aiutare i media a mantenere la loro libertà. C’era inoltre una forte richiesta di classi bilingui, addirittura trilingui, soprattutto nelle città: lei stessa aveva mandato il proprio figlio nella scuola dell'infanzia italiana per fargli imparare l'italiano ma era ancora necessario questo? Bisognava garantire un’offerta adeguata, dimostrando uno spirito europeo aperto.


Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha evidenziato che di fatto mancava un vero programma fatto di contenuto, e che molte promesse erano state dimenticate. In passato Kompatscher aveva criticato i Governi fatti di più partiti, come in Trentino, ma ora proponeva proprio questo. Negli ultimi anni la situazione della sicurezza era peggiorata, non solo in casa ma anche nelle uscite all'aperto, soprattutto per le donne e di sera, mancavano poi sicurezza finanziaria per garantire prestazioni sanitaria, alloggi sostenibili, sicurezza per le pensioni, tassazione ridotte per le PMI, i pochi miglioramenti erano stati fagocitati dall’inflazione. In molti settori ci si chiedeva che ne era stato della stabilità della provincia, le stesse PMI erano costrette a corsi interminabili su tutto; durante la fase pandemica si era ben visto che Roma dettava le condizioni e la provincia ubbidiva. In quanto all'autonomia, uno studio aveva dimostrato che nel 50% degli ambiti essa era peggiorata. Queste erano tutte promesse dell’attuale presidente della Provincia, che inizialmente aveva inoltre detto che avrebbe fatto solo due legislature: molte persone on avevano più fiducia in lui, come dimostrava la perdita di voti. La Giunta proposta era una giunta degli sconfitti dagli elettori: non ci si doveva stupire se calava la fiducia nella politica. Come poteva un cittadino con la pensione minima sopravvivere in Alto Adige? Questo non era considerato da tanti politici. Ecco perché il suo gruppo avrebbe votato contro l’elezione del presidente designato.


La seduta riprende alle 14.00.

Ultimo aggiornamento: 18/01/2024 13:01:55
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE