Bolzano - Il plenum del Consiglio provinciale è tornato a riunirsi oggi per eleggere il presidente della Provincia. Ad avvio di seduta, il presidente Josef Noggler ha invitato i presenti a osservare un minuto di silenzio in ricordo di Helmuth Renzler, scomparso l’11 dicembre a 70 anni. Renzler, ha ricordato il presidente, è stato dal 2013 al 2023 consigliere provinciale, segretario questore e componente della 3a e della 4a commissione legislativa, da settembre 2020 fino alla fine della XVIa legislatura presidente della 3a commissione. È stato anche componente del Comitato d’intesa. “Helmuth si è sempre impegnato per cercare punti di incontro e ricucire fratture.
Con lui se ne va un politico appassionato, che non ha mai smesso di dare il suo contributo per la pace sociale e il benessere nella nostra terra”.
Il presidente Noggler ha quindi informato che sono stati costituiti 12 gruppi consiliari: SVP (capogruppo M. Amhof), Team K (P. Köllensperger), Süd-Tiroler Freiheit (S. Knoll), Grüne Fraktion - Gruppo verde - Grupa Vërda (B. Foppa), Fratelli d'Italia (A. Scarafoni), JWA Wirth Anderlan (J. Wirth Anderlan), Die Freiheitlichen (U. Mair), Partito Democratico - PD - Demokratische Partei (S. Repetto), Für Südtirol mit Widmann "FSW" (T. Widmann), Uniti per l’Alto Adige - Lega Alto Adige Südtirol (C. Bianchi), La Civica (A. Gennaccaro) e VITA (R. Holzeisen).
Il presidente ha quindi fatto riferimento a quanto previsto dall’articolo 66 della legge elettorale (lp 14/2017), ew ricordato che a tutti i consiglieri a tutti i consiglieri e le consigliere era stata consegnata la dichiarazione di governo presentata dai capigruppo di Südtiroler Volkspartei, Fratelli d’Italia, Die Freiheitlichen, Uniti per l'Alto Adige - Lega Alto Adige Südtirol e La Civica, successivamente integrata con l’indicazione del numero di componenti della futura Giunta (11). Ha quindi dato la parola al presidente designato Arno Kompatscher (foto @ASP Claudia Corrent), che ha ricordato di essere stato eletto per la prima volta 10 anni fa nello stesso periodo. Nel frattempo in italia si erano succeduti 7 governi, una pandemia, diverse crisi, ora c’era anche una guerra, oltreché un cambiamento demografico molto forte, la globalizzazione e la crisi climatica: tutti fattori che comportavano perdita di fiducia e spaccature nella socetá, come dimostrava la presenza di 12 gruppi consiliari. Anche per la maggioranza di governo c’era bisogno di 5 gruppi consiliari a sostegno, e questo aveva richiesto negoziati complicati, ma le tempistiche erano state rispettate ed era stato ottenuto un ottimo risultato. Al centro della dichiarazione di governo era il ripristino delle competenze dell’autonomia, dopo che negli ultimi anni si era riusciti a ripristinare le norme di carattere finanziario. C’era una proposta di legge costituzionale come riferimento. Ci si era poi occupati di temi che stavano a cuore ai cittadini, quali stipendi adeguati, abitare sostenibile, sanitá, sicurezza, prevenzione della povertà in età avanzata, neutralitá climatica, sburocratizzazione. Miracoli non erano possibili, ma era stato definito in modo chiaro come migliorare alcuni aspetti nella provincia. In quest’ambito importante era il ruolo del Consiglio provinciale, invitato alla collaborazione. Il punto di partenza era buono e si poteva essere ottimisti: l'Alto Adige aveva superato le crisi citate meglio di altre regioni in Europa, grazie al lavoro dei cittadini e al lavoro a livello politico; tuttavia, si potevano superare le crisi solo superando le fratture all'interno della società - il che richiedeva un reciproco rispetto anche in Consiglio. Si sostenevano i valori democratici e le pari opportunità per uomini e donne, la tutela delle minoranze, la volontà di collaborare tra forze diverse: “Possiamo fungere da ponte, possiamo essere d’esempio in Europa”.
Nel successivo dibattito ha preso per primo la parola Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), che ha lamentato l’assenza di contenuti nel discorso di Kompatscher e aggiunto di non ricordare di aver mai avuto bisogno di tutela di Polizia e Carabinieri davanti al palazzo in occasione di sedute analoghe in passato. Il momento era storico, anche perché un presidente SVP era disposto senza battere ciglio a fare una coalizione con le destre, mentre il suo predecessore aveva detto che non si sarebbe mai potuto lavorare “con un’organizzazione succeduta ai fascisti”. I previsti alleati mettevano in discussione la proporzionale, erano amici di chi deteneva busti di Mussolini, di chi aveva detto che chi non si sentiva italiano poteva emigrare oltre Brennero. era quindi davvero necessaria questa alleanza? secondo lui no: ci sarebbero state alternative, ma Kompatscher aveva ceduto a tutto, anche ai due assessorati italiani. Si poteva quindi concludere un patto col diavolo, ma questo avrebbe avuto delle conseguenze: come si potevano ampliare le competenze se in giunta c’erano persone che definivano i combattenti sudtirolesi terroristi e negavano il ruolo di potenza tutrice dell’Austria, assente nell’accordo programmatico? Tante persone in provincia si sentivano deluse e tradite da Kompatscher. Il Consiglio provinciale avrebbe svolto un ruolo secondario, buono per qualche votazione, perché era possibile interpretare e superare i regolamenti, interpretare leggi, avviare contenziosi con consiglieri che avevano posto domande critiche. Era stata fatta una coalizione degli sconfitti, per evitare che chi era stato eletto dai cittadini svolgesse i suoi compiti. I partiti di coalizione si erano fatti ingannare dalla SVP, perché nella Giunta i rappresentanti di questo partito sarebbero stati 8, nonostante la perdita di voti. La Provincia aveva sempre potuto difendere e rappresentare l’autonomia in maniera credibile a Roma e a Vienna, ma ora questa credibilitá era stata persa. La STF non avrebbe sostenuto una coalizione in cui c’erano fascisti e in cui c'era un presidente della Provincia che non rispettava la volontà degli elettori.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha detto che Arno Kompatscher aveva fatto una scelta rendendo possibile che Fratelli d’Italia arrivasse al potere in Alto Adige, così come 5 anni fa aveva sdoganato la lega di Salvini, che voleva lasciare i migranti affogare nel Mediterraneo. Allora non ci furono proteste, ma oggi sì: molte persone non erano restate in silenzio. Dieci anni fa Kompatscher aveva promesso più partecipazione, una svolta, e molti avevano apprezzato, così come la riabilitazione dei combattenti per la libertá; importante sarebbe stato anche superare la separazione tra gruppi linguistici, cosa che non era mai stata commentata da Kompatscher. L’inclusione di persone con background migratorio sarebbe stato altrettanto importante, a fronte di argomentazioni populiste, ma ci si era invece precipitati da Meloni per chiedere un centro d’espulsione, e programma di governo di parlava di immigrazioen incontrollata: chiaramente Kompatscher si sentiva a suo agio con un governo di destra. Si era combattuto contro la democrazia diretta, non era stato adottato un piano per l’uguaglianza, le posizioni LGBT. Anche la sostenibilitá era solo sbandierata: i partner di coalizione o negavano il cambiamento climatico o parlavano di “isteria climatica”. A Kompatscher non era stato imposto nulla, aveva semplicemente preso una decisione, contemporaneamente presentandosi come garante contro i propri partner, verso i quali quindi non c’era rispetto, ma che accettavano tutto ciò: “Avete visto come la SVP ha trattato i suoi partner negli ultimi 5 anni?”. La SVP grondava egemonismo verso i suoi assessori e il gruppo italiano, e questo era “colonialismo politico”. Lega e FdI erano entrambi partiti di destra, ma se i cittadini questa volta protestavano e 5 nni fa no, era perché avevano perso la fiducia: il patto con il diavolo era stato preparato a lungo, e le persone non accettavano che non fosse stato detto prima - i cittaidni non avevano votato la riforma dell’Autonomia. Kompatscher voleva entrare nella storia: ci sarebbe riuscito come colui che per primo aveva governato con coloro che avevano fatto molto male alla provincia.
Paul Köllensperger (Team K) ha sostenuto che ora l’alleanza con L’estrema destra era chiara, così come il declino della SVP e di Kompatscher. Mantenere il potere a tutti i costi comportava un costo per tutti, ma Kompatscher lo ignorava, così come ignorava le proteste. Parole come apertura, trasparenza e sostenibilitá erano state dimenticate, nonostante la tanta fiducia ricevuta in passato. Ora Kompatscher avrebbe avuto contro tutta l’opposizione, al contrario di 5 anni fa, anche perché i componenti della Giunta erano stati scelti non per le competenze ma in seguito a un mercanteggiare che aveva concesso ai patrner di destra tutto ciò che volevano. Chi faceva un patto col diavolo vendeva la propria anima, per mantenere il potere a qualsiasi costo, ma ci sarebbero state tante altre possibilità, confrontandosi con i colleghi dell’opposizione. Kompatscher si presentava come vittima del partito, ma nessuno gli credeva. E aveva pure il coraggio di presentarsi come garante. Nella dichiarazione programmatica mancavano idee e visioni per i prossimi anni, i valori della SVP erano andati persi, l’elettorato tradito: lavorare con i post-fascisti era una decisione da kamikaze, che sacrificava i diritti conquistati a gran fatica dai predecessori, che avevano lottato contro i fascisti. Köllensperger ha criticato anche la destinazione di una poltrona nella commissione dei Sei a chi aveva dovuto rinunciare a un posto in Giunta. Il forte potere della Giunta si sarebbe esteso anche alle commissioni legislative, il Consiglio avrebbe perso ulteriore ruolo. Kompatscher sarebbe entrato nella storia per aver spalancato le porte all’estrema destra, a una politica che avrebbe pregiudicato l’Alto Adige.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha sostenuto di essere molto delusa di come Kompatscher, alla terza candidatura dopo aver promesso di fare solo due legislature, aveva rappresentato la politica altoatesina. Negli ultimi 3 mesi c’era stata una lotta per sedie e assessorati, e Kompatscher si era fatto dettare la linea da Roma e da certe persone interne al suo partito - i colloqui con gli altri partiti erano stati solo di facciata, la decisione era stata presa giá prima delle elezioni, ma questo non era stato detto ai cittadini e alle cittadine. Nel 2013 Kompatscher si era presentato come grande portatore di novità e speranza, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e l'immagine della politica data nelle ultime settimane era piena di incoerenze, notate dai cittadini, molti dei quali l’avevano votato come garante di un governo di centro. Rieder ha riportato delle citazioni di Kompatscher critiche su Fratelli d’Italia, aggiungendo che più che l’Autonomia i cittadini avevano altre problematiche, come stipendi inadeguati, abitazioni a costi non accessibili eccetera, ma queste tematiche erano sparite. Egli sarebbe passato alla storia come il presidente che aveva aperto le porte al centrodestra. La prevista Giunta a 8 sarebbe diventata a 11 non solo per le richieste dei partner italiani, ma anche per garantire esigenze della SVP, e lasciare che gli italiani si mettessero d’accordo tra loro non era dimostrazione di leadership. Entrando in coalizione con un partito, Kompatscher di fatto non accettava anche i valori di questo partito? La fiducia era un valore molto importante: era facile perderela, e molto difficile riconquistarla - lei non di fidava più di Kompatscher.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha segnalato che con la Giunta 11 si avevano più capi che sottoposti, e aggiunto che Kompatscher non era più credibile, come dimostravano le trattative di coalizione - molte promesse non erano state mantenute, negli ultimi 10 anni, ed era stata promossa una polarizzazione sociale, una frattura nel partito, mentre migliaia di giovani lasciavano la provincia e in tutti gli ambiti c’era una strisciante italianizzazione. l’iter infinito relativo. La SVP aveva perso molti voti, salvando il 13 ° seggio con i resti, Kompatscher si era salvato con i voti degli italiani. era l’ultima legislatura con Kompatscher come presidente, che voleva entrare nella storia recuperando le competenze perse, patri a più del 50%: era ridicoli che questo obiettivo si volesse raggiungere con l’estrema destra: “La nostra terra si sarebbe meritata qualcosa di più”.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha detto che aveva fatto una prova di programma scritto con Chat gpt, e che era uscito un programma analogo a quello elaborato dalle forze di maggioranza in ben 3 mesi. Ha quindi aggiunto che i voti della coalizione di governo rappresentavano il 37% della popolazione, non la sua maggioranza, bensì se mai solo quella dei votanti: questo andava ricordato. In quanto all'ampliamento dell’Autonomia e all'adeguamento dello Statuto, Kompatscher aveva effettuato una vera cessione dell'Autonomia allo Stato, invece che promuovere una manutenzione condivisa con tutti i cittadini e le cittadine, che chiedevano per esempio un intervento sull’articolo 19, per un bilinguismo diffuso vero e proprio. la Giunta nasceva su opportunismo e cinismo, su un patto di ferro tra Calderoli, Lollobrigida e la SVP, deciso da mesi: i colloqui erano stati una presa in giro. delegare agli italiani la scelta sugli assesori aveva dimostrato che dgeli italiani non interessava nulla, così come non interessava l'attuazione del piano aequitas da Kompatscher tanto sbandierato, dato che ci si alleava con chi invitava le donne a fare figli e aveva ridotti i posti negli asili nido. Kompatscher si alleava con gli eredi di Urzì, che nel 2002 con il referendum su “piazza Vittoria” era emerso come il sostenitore della linea più intransigente, che aveva difeso il dibattito sui simboli del ventennio, si era opposto alla storicizzazione dei monumenti fascisti con tanto di esposto in Procura. Ci si trovava in una piena crisi globale, che avrebbe imposto di richiamarsi ad alti valori, ma così non era - ci si alleava con gli amici di Orban e Putin, con chi si opponeva all’Europa e ai diritti civili, con chi dopo la mattanza dei femminicidi si limitava a invitare le donne a “occhi aperti e testa sulle spalle”. Questo nonostante molti avessero votato Kompatscher come argine contro la destra.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha evidenziato lo sbilanciamento a destra della SVP, un errore strategico che manifestava debolezza di leadership. I contenuti della dichiarazione di governo erano vaghi e generici, come espressioni contro la violenza sulle donne e la promozione di sostenibilità, ma qualsiasi altra cosa sarebbe stato un affronto - la Giunta provinciale aveva comunque mancato i suoi obiettivi sul clima, e ora accoglieva una persona che era negazionista del cambiamento climatico. Per la prima volta la coalizione di governo proposta era di 5 partiti: una composizione che non sarebbe stata assolutamente necessaria - si trattava di una scelta consapevole di Kompatscher, per comprarsi la benevolenza di Roma. Sarebbero state possibili altre coalizioni, ma la SVP avrebbe dovuto rinunciare a un altro assessore tedesco. Dopo 5 anni di governo con la lega ci si trovava in una situazione di stallo, non solo in ambito climatico: la sanitá era nel caos, il costo della vita alto, gli immobili inaccessibili, il che comportava i giovani ad andarsene. Invece che rispondere a queste esigenze, Kompatscher concordava soluzioni con Roma: così sarebbe stato anche in futuro, e questo non aveva nulla a che fare con l’Autonomia - la responsabilità era di Kompatscher. Nella dichiarazione di governo si segnalava che molti servizi erano compromessi dalla mancanza di personale, ma non si proponevano politiche per riavvicinare le persone a questi posti, con la scusa della sburocratizzazione si riducevano i servizi e si aumentava il potere della Giunta, cancellando quindi alla base le possibili critiche di altri organismi e uffici, che negli anni si erano sempre più ignorate - questo si sarebbe visto in campo urbanistico. Kompatscher aveva l’ultima occasione di dimostrare che la Provincia aveva la leadership che si meritava.
Jurgen Wirth Anderlan (JWA - Wirth Anderlan) ha paragonato le trattative di coalizione a un casting, e ha evidenziato che il programma era bellissimo ma si conosceva già da 10 anni. Ha poi fatto riferimento alla rielaborazione del periodo pandemico:invece di commissionare uno studio scientifico in merito al più grande crimine degli ultimi 80 anni, si preferiva studiare il linguaggio di genere. Lui si riteneva più a destra della Giunta, e riteneva necessario fermare un fenomeno che rischiava di impedire alle donne di uscire di casa; tuttavia, fino a oggi tutti coloro che aprivano bocca e opponevano resistenza venivano colpevolizzati - l'opposizione doveva essere trattata in maniera più rispettosa. Ora per l'industria bellica venivano messi a disposizione tanti soldi dei contribuenti e i cittadini non arrivavano più a fine mese.