Secondo i dati di Coldiretti Giovani Impresa Sondrio si tratta di oltre 70 giovani agricoltori che si recano in alpeggio, cui si sommano anche i lavoratori impiegati stagionalmente: in tutto, si supera il centinaio di “under 35” che operano in montagna con mandrie e greggi.
“Un dato importante – rimarca la presidente Marchesini – in un’ottica futura di mantenimento della tutela del territorio, di cura delle nostre terre alte, di salvaguardia della biodiversità e di valorizzazione di una produzione lattiero-caseario di eccellenza, che coinvolge, oltre alle aziende che praticano la transumanza, quelle che vivono e presidiano la montagna tutto l’anno”.
Quello della “trasmissione della memoria rurale” è un compito che i giovani allevatori che salgono in alpeggio sentono come un dovere: alle mandrie delle “tre razze montane per eccellenza”, ovvero le vacche brune, di pezzata rossa o grigia, si affianca l’allevamento ovicaprino, al quale si legano anche rarità agroalimentari come il violino di capra chiavennasco.
“Il recente riconoscimento dell’Unesco – evidenzia Gian Michele Sassella, vicedirettore di Coldiretti Sondrio – certifica il valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si portano nelle alte quote: un riconoscimento importante che conferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto che nell’ultimo decennio il “gregge Italia” sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali”.
Ma anche i cittadini possono fare la loro parte per sostenere i giovani allevatori che operano in altura: “Scegliere un formaggio di produzione locale, fatto nei nostri alpeggi e montagne casearia – concludono Marchesini e Sassella - significa dare continuità a una storia che affonda nei millenni le proprie radici, assicurando futuro a queste imprese e ai loro animali: è grazie a loro che la montagna resta viva, accessibile, curata. Si tratta di un presidio importante per prevenire gravi dissesti idrogeologici e per assicurare una fruibilità del territorio anche dal punto di vista turistico”.