Siamo di fronte, dunque, a un vero allarme rosso».
DALLA GENERAZIONE DEL LAVORO E DEI DOVERI A QUELLA DEI SOLI DIRITTI - Ma quali le cause di questa impasse? «Siamo di fronte a un cambiamento epocale di mentalità e abitudini, a una frattura rispetto alla generazione del lavoro e dei doveri del passato, oggi sostituita da quella dei soli diritti, come insegna la deriva consumistica del tutto e subito. Il risultato è che molti giovani, per effetto di tale contesto culturale ed educativo, hanno smarrito il senso di responsabilità e non considerano più il lavoro e il sacrificio come doveri e principi cardine».
LA DERIVA NELL’UTILIZZO DI ALCUNI AMMORTIZZATORI SOCIALI – Figlia della cultura dei diritti è anche la sua degenerazione, con riferimento specifico all’utilizzo degli ammortizzatori sociali. «Certamente non ce l’abbiamo con la cassa integrazione e con il reddito di cittadinanza – ha specificato la presidente Credaro -, ma contro il loro uso distorto. Il reddito di cittadinanza, così come viene fruito, sta continuando a produrre dei veri disastri in tanti settori economici, in quanto, tolti coloro che ne hanno davvero bisogno, ha avuto e continua ad avere l’effetto di disincentivare in modo generalizzato la ricerca del lavoro». "Occorre inoltre indagare - ha proseguito la presidente Credaro - sugli effetti che sta producendo la politica degenerativa di alcuni ammortizzatori sociali. Ma vi sembra giusto che la Naspi indennizzi il lavoro per sua natura a termine, come il lavoro stagionale? Vi sembra altrettanto giusto che gli ammortizzatori sociali vengano assegnati ai lavoratori licenziati per motivi disciplinari? Questo e altro incentivano la cultura della rendita di posizione, non la cultura del lavoro".
LA RABBIA DEGLI OPERATORI - "Tra gli imprenditori dei nostri settori - ha osservato la presidente Credaro - aumenta pertanto una più che comprensibile insofferenza nei confronti di queste forme di aiuti introdotti dal Governo, in modo irrazionale e impulsivo, con la sola preoccupazione di mettere una pezza a problemi e situazioni che invece richiederebbero capacità progettuale e uno sguardo lungimirante. Non è con queste misure, infatti, che si risolvono le situazioni in maniera virtuosa e duratura. E anche quando genericamente si dice che nei nostri settori le paghe sono basse, questo non corrisponde al vero: sono inferiori, sì, rispetto alla vicina Svizzera, ma non lo sono se confrontate a quelle di altri settori economici".
L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE - Quali i rimedi, di fronte a una realtà così complessa da sembrare ormai sfuggita di mano? "Servono un cambio di passo e di mentalità. Bisogna cominciare a ricostruire pezzo per pezzo una società dove il bene comune, il senso del dovere e l’etica del lavoro tornino a essere in cima alla scala dei valori. Un ruolo centrale, per raggiungere questo obiettivo, spetta alle famiglie innanzitutto e alla formazione di qualità, a partire dal mondo della scuola, da quella dell’obbligo alle superiori, dove i nostri ragazzi acquisiscono il bagaglio di conoscenze e attitudini che li accompagnerà nella vita adulta".