Livigno - Gli impianti di risalita chiusi non fermano gli appassionati di sci che a Livigno (Sondrio) avevano prenotato e programmato giorni della propria settimana di carnevale in quota in vista della riapertura degli impianti prevista per oggi.
Nella giornata odierna una forma di mobilitazione ha visto coinvolti diversi sciatori che si sono attrezzati per riuscire a scendere dalle piste innevate e preparate nei giorni scorsi nel Piccolo Tibet, raggiungendo le sommità attraverso l'utilizzo di pullman, taxi e auto, che nei fatti hanno "sostituito" (con però rischi potenziali di contagio ben superiori alla situazione che si sarebbe verificata in caso di apertura del comprensorio attraverso i protocolli predisposti) gli impianti la cui chiusura è stata prolungata almeno fino al 5 marzo.
Un'iniziativa emblema del livello di saturazione a cui gli italiani sono arrivati, in un clima di totale sconcerto per la gestione italiana folle, contraddittoria e totalmente controproducente della pandemia di cui quello di ieri è solo l'ultimo atto, condiviso tra Cts e il nuovo Governo Draghi.
A Livigno, in migliaia hanno raggiunto la località turistica in queste giornate di sole coi prossimi giorni che segneranno secondo gli esperti un "anticipo di Primavera".
A livello normativo, le ordinanze in vigore non vietano la pratica dello sci ma solamente l’utilizzo degli impianti di risalita, anche se sanzioni per l'uso delle piste (anch'esse chiuse) in tempi di chiusura dei comprensori potrebbero esserci in caso di controlli delle forze dell'ordine, che si annunciano più stringenti nei prossimi giorni. Altre forme di disobbedienza - con l'apertura degli impianti - si registrano a Piana di Vigezzo.