Da settembre tutto è di nuovo cambiato: per noi il concetto di attività essenziale è scivoloso, perché il lavoro è essenziale per tutti! Se un ristorante attua con rigore le misure anti-Covid, evitando in ogni modo gli assembramenti e limitandosi al servizio al tavolo, perché deve chiudere ore prima del tempo?”.
Per aiutare il comparto la Cna chiede interventi urgenti sugli ammortizzatori sociali, meccanismi di credito d’imposta per sopperire almeno in parte al crollo del fatturato, la sospensione del pagamento di oneri e tributi e compensazioni economiche degli affitti, insomma, dove possibile, la Confederazione si spinge ad auspicare la “pace fiscale”. Il Governo ha promesso ristori immediati per i settori più colpiti dalle nuove limitazioni, ma servirebbero certezze e soprattutto rapidità nell’erogazione per non ricadere negli errori dei mesi passati. Per gli artigiani di Cna resta fondamentale salvaguardare la salute delle persone e la tenuta del sistema sanitario, ma il comparto della ristorazione non è certamente fonte di contagi, visto che rispetta norme, protocolli e prescrizioni igieniche verso collaboratori, fornitori e soprattutto verso i clienti. “Nel settore - prosegue Rigotti - ci sono atteggiamenti e comportamenti rigorosi, è già stata limitata in modo considerevole l’offerta riducendo i coperti per rispondere alle ragioni di sicurezza. Questa nuova pesante limitazione d’orario rende impossibile la sostenibilità economica e palesa l’incapacità di attivare meccanismi di controllo, scaricandola sulle imprese che non possono svolgere regolarmene la propria attività”.
In uno scenario così complesso e sofferente, la Cna di Brescia sceglie di continuare a restare al fianco degli artigiani e dei piccoli imprenditori con i suoi servizi e il suo supporto, invitando gli artigiani a contattare gli uffici di via Orzinuovi per ogni necessità.