Segnana ha avuto anche l’ardire di dichiarare che nel momento della sua decisione non c’erano casi di contagio all’interno delle RSA, senza ricordarsi che l’attenzione doveva essere posta sull’evitare che il coronavirus entrasse nelle Case di Riposo, non che le stesse fossero un pericolo per la cittadinanza.
Successivamente c’è stata la difficoltà da parte delle strutture ad ottenere i DPI necessari per proteggere il personale e di conseguenza gli ospiti, seguito a ruota da un altro grave errore, quello di dare indicazione ai Direttori Sanitari di non ricoverare gli ospiti con condizioni cliniche compromesse onde evitare di intasare gli ospedali. Chiediamoci se proprio quest'ultimo fatto descritto non abbiamo mosso l'Assessorato a portare in prima commissione sul DDL assestamento di bilancio un emendamento che vedrà sempre meno protagoniste le stesse APSP.
Arriviamo quindi alla proposta di oggi, che mira a togliere le competenze della direzione sanitaria e di assistenza medica e a incardinarla in capo all'APSS. Siamo categorici nel ribadire che questa scelta è lesiva dell’autonomia delle RSA sancita dalla legge regionale.
Attraverso questo emendamento si legge tra le righe la volontà da parte della PAT di dichiarare che le APSP non hanno fatto un buon lavoro e che solo l'accentramento della decisioni nelle mani della Giunta potrà assicurare un futuro migliore. Manca davvero un mea culpa da parte dell'Assessorato che in fase di emergenza sanitaria (la cosiddetta Fase 1) non ha dato indicazioni chiare alle APSP, ma che anzi, le ha scaricate ricordando loro le proprie responsabilità, attaccando i Presidenti.
Adesso abbiamo un Assessorato che non vuole prendersi alcuna incombenza, in quanto non sta decidendo né di far entrare nuovi ospiti nelle Case di riposo mentre il sistema domiciliare sta implodendo, né di far ricongiungere i familiari con i loro cari residenti.
Ci spiace dirlo, ma il futuro delle RSA è davvero funesto. Ci attendiamo una presa di posizione compatta e decisa da parte di tutta la categoria, perché così è davvero impensabile di poter immaginare un avvenire per questo sistema", spiegano Paola Demagri, Ugo Rossi e Michele Dallapiccola.