Breno - Ricostruito nei dettagli l'episodio accaduto a Degna di Breno (Brescia) con la sparatoria nei confronti di quattro giovani, e il fermo di un 55enne da parte dei carabinieri della Compagnia di Breno e la decisione del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Brescia.
Arresti domiciliari
Il Gip del tribunale di Brescia ha evidenziato che la circostanza induce ad escludere che gli atti fossero univocamente diretti a uccidere i quattro giovani, sia perché l'indagato ha consentito loro di fuggire, sia perché quando li hai incontrati successivamente non si è posto al loro inseguimento, recandosi poi di fatto a Calcinato.
Quindi sussistono a carico dell'indagato gravi indizi di colpevolezza per il delitto di violazione di domicilio aggravata dalla commissione del fatto con violenza sulle cose con l'uso dell'arma e per il delitto di danneggiamento, reati per i quali è consentita l'applicazione di una misura coercitiva cautelare, mentre ha escluso il delitto di tentato omicidio.
Tuttavia, nella prospettiva degli operanti che hanno di propria iniziativa effettuato il fermo, i fatti da loro percepiti erano immediatamente riconducibili al reato di tentato omicidio, per cui è stato convalidato il fermo di indiziato di delitto.
Sussistendo le esigenze cautelari integrate dal concreto ed attuale pericolo di commissione di delitti della stessa specie, evincibile dall’inquietante condotta dell'indagato - allo stato priva di ragionevole spiegazione - unica misura adeguata a garantire le predette esigenze cautelari è quella degli arresti domiciliari, essendo evidentemente insufficienti ad infrenare la spiccata pericolosità dell'indagato tutte le misure non custodiali.
Le indagini dei carabinieri
I militari della Compagnia di Breno, al termine di serrate indagini, hanno fermato per il reato di tentato omicidio un uomo del posto, classe 1966, incensurato.
Il 55enne si trovava presso una baita di sua proprietà nel comune di Breno e, a seguito di una discussione per futili motivi con quattro giovani che stavano trascorrendo il pomeriggio in una cascina accanto alla propria, dopo aver imbracciato un fucile calibro 12 (nella foto), regolarmente detenuto, esplodeva 4 colpi ad altezza uomo all’indirizzo delle potenziali vittime, che nel frattempo avevano cercato riparo all’interno della loro abitazione.
I ragazzi sono riusciti ad allontanarsi a piedi mentre il loro aggressore cercava di ricaricare l’arma. L’uomo ha provato ad inseguirli con la sua auto e nel contempo li ha minacciati ripetutamente di volerli ammazzare. Dopo averli persi di vista, si allontanava a bordo della sua autovettura gettando il suo telefono cellulare in un tratto di strada di Costa Volpino (Bergamo) e, a seguito di prolungate indagini, durate tutta la notte, è stato localizzato e fermato nel comune di Calcinato (Brescia). Nel cofano della sua utilitaria era ancora presente il fucile utilizzato per l’esplosione dei colpi. L’arma è stata sottoposta a sequestro, unitamente ad un secondo fucile regolarmente detenuto.
Dalle convergenti dichiarazioni delle persone offese è emerso che la sera del 3 aprile il 55enne, che da un paio di giorni era nella cascina di sua proprietà a Breno, affetto da Covid-19, si presentava presso la vicina baita, che era stata concessa ai giovani per il fine settimana, chiedendo loro della sostanza stupefacente. I giovani, che non conoscevano il richiedente, saputo fra l'altro che era positivo al Covid-19, lo hanno respinto - a dire degli stessi - dapprima educatamente e poi in malo modo, anche in considerazione del fatto che né facevano uso di sostanze stupefacenti, né ne erano in possesso.
A quel punto l'indagato è tornato successivamente cercando di sfondare la porta e imbracciando un fucile doppietta sovrapposto calibro 12, esplodendo due colpi contro la porta ad altezza uomo. Poi ne esplodeva altri due contro la serratura della porta d’ingresso secondaria, che dava accesso alla stanza dove i giovani si erano nel frattempo rifugiati.
L’indagato, quindi, riusciva a forzare la porta e ad entrare, reiterando le minacce di morte, per poi allontanarsi nuovamente. Nel frangente i giovani sono fuggiti nel bosco, ma l'indagato li ha inseguiti a bordo della propria autovettura, incontrandoli sulla strada, rinnovandogli le minacce di morte, senza più inseguirli.
A quel punto l’indagato, dopo essersi liberato del proprio cellulare, si è recato a Calcinato a casa della sorella, dove è stato poi rintracciato la mattina successiva. I militari lo hanno trovato in possesso del fucile, custodito nel bagagliaio dell'autovettura.