Quello che sta accadendo in Sicor va estirpato senza se e senza ma, con decisione e sena ambiguità: questo è un caso in cui non ci sono ruoli politici o partitici, occorre essere uniti, ha detto. La Sicor ha una storia che nasce da accordi con le istituzioni, a partire dal sito in cui opera, ha ricordato, quindi serve osservare il percorso dell’azienda in maniera complessiva, anche se sarebbe sbagliato fare solo questa operazione. Ovvero, l’incentivo pubblico non è l’unico elemento che regola la possibilità di un confronto in termini leali verso una comunità, ha aggiunto. Infine, la scelta di uscire dal contratto nazionale, ha concluso, è anche la scelta di negare un qualsiasi rapporto con la rappresentanza, non solo dei lavoratori: questa impresa deve sentire la solitudine attorno a sé e non deve pensare di avere alcuna sponda.
Ha condiviso le riflessioni di Olivi Alex Marini (5 Stelle) che ha osservato che la percezione è che si voglia sostituire il vecchio modello produttivo con un modello più conflittuale che calpesta i diritti dei lavoratori. Marini ha espresso forte preoccupazione in questo senso, per il metodo che cerca di spaccare la stessa rappresentanza dei lavoratori. Se l’obiettivo di Sicor sia distruggere il modello delle relazioni industriali o spostare la produzione all’estero è difficile saperlo, ha proseguito, ma è evidente che questa strategia non può portare a maggiore produttività. Ci sono evidentemente ragioni che non sappiamo in questa condotta, ha aggiunto, ma sarebbe importante conoscerle. Marini ha poi chiesto ai sindacati se possono quantificare economicamente il danno ai lavoratori derivato dall’applicazione del nuovo contratto e le ripercussioni sul bilancio dell’azienda.
Filippo Degasperi (Onda Civica) ha registrato questa vicenda all’interno dei numerosi attentati ai diritti del lavoro e alla qualità del lavoro degli ultimi anni. Parecchie imprese in passato, anche con nomi altisonanti, hanno adottato in Trentino per i propri lavoratori trattamenti peggiorativi, senza che siano state intraprese iniziative politiche ad arginare il fenomeno. Nel passato recente ci sono stati casi di soggetti finanziati dalla Pat che sono passati da un contratto ad un altro contratto farlocco senza che la politica intervenisse. Non si può assistere a questi avvenimenti con lo sguardo dell’arbitro o del ragioniere, ma occorre dire chiaramente da che parte si sta e intervenire per riequilibrare le posizioni e supportare la parte fragile che sta subendo l’arroganza.
La Fim ha respinto la semplificazione di Marini ed ha chiesto attenzione anche sui termini e sui dettagli, chiarendo che la spaccatura dei lavoratori non è nata perché è entrata la Fim. Guarda ha evidenziato il paradosso che l’azienda ha attribuito unilateralmente un contratto scegliendo lei stessa il sindacato di riferimento, e sull’aspetto economico ha chiarito che il nuovo contratto prevede 300 euro lordi al mese di differenza rispetto a quello dei Metalmeccanici. In aggiunta, prima venivano riconosciute una quattordicesima intera, una senza il superminimo e un premio di risultato massimo di 1650 euro: una perdita totale di circa 8.000 euro all’anno per ogni lavoratore.
L’assessore Achille Spinelli ha detto di attendere con ansia la chiusura della vertenza dal punto di vista giudiziario e ha evidenziato come i risultati aziendali della Sicor siano compromessi per diversi motivi, non ultimo per la ribalta negativa di questa vicenda e per l’atteggiamento arrogante della stessa azienda. Tuttavia, il ruolo della Provincia non può essere di parte, ma deve cercare la conciliazione delle due posizioni. Noi abbiamo cercato di proporre soluzioni e non abbiamo trovato permeabilità e feeling con l’imprenditore che viene da un altro territorio e forse ha una visione dei rapporti con il territorio molto diversa dalla nostra. La rappresentanza sindacale ha svolto egregiamente il suo ruolo e noi abbiamo sempre seguito la vertenza. Non ci piace, ha ribadito, il comportamento dell’azienda e non lo possiamo sostenere. Riprenderemo i rapporti riportando al centro il tema della contrattazione, anche se sarà molto difficile avendo davanti un muro di gomma che disconosce persino il valore del territorio e che rifiuta qualsiasi sostegno pubblico per avere le mani libere e potersi tenere fuori dal sistema. Io, ha garantito in chiusura Spinelli, cerco e cercherò il contributo di tutti per arrivare ad una soluzione positiva per i lavoratori e nel complesso anche per l’impresa.
Misure per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia: sospensione del ddl, accompagnata da impegni certi
Su proposta dell’assessore Spinelli, accolta da Olivi, è stata sospesa la trattazione del disegno di legge del consigliere del PD, che reca ulteriori misure per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia, al fine di aggiornare il testo ad un momento successivo che faccia sintesi con le misure in corso di elaborazione da parte della Giunta, con tempi che l’assessore ha pronosticato nell’ordine di qualche mese.
Olivi ha precisato che la sua proposta si articola in due parti: da un lato la sezione più urgente, su misure non rinviabili, con la rivisitazione degli istituti di cui alle precedenti leggi Covid e dall’altro la sezione dell’innovazione complessiva più articolata e complessa. Il disegno di legge, ha aggiunto, è ad oggi l’unica proposta che sistematicamente contrasta dal punto di vista economico la pandemia con interventi finalizzati alla ripresa. Olivi ha ricordato che il ddl è sospeso da un anno e quindi ha accettato la sospensione solo se accompagnata dal radicamento di un luogo e un tempo di lavoro definiti. Ha quindi accordato il rinvio, chiedendo nel contempo alla Commissione l’impegno di fissare una scaletta di cose da fare con obiettivo di qui all’estate.