Trento - Il messaggio dell'arcivescovo di Trento, Lauro, per il 1^ gennaio 2020, 53^ Giornata Mondiale della Pace nelle s. Messe in cattedrale e nella chiesa di Cristo Re a conclusione della marcia della pace.
OMELIA 1 GENNAIO 2020 – SOLENNITA’ DI MARIA MADRE DI DIO (cattedrale di Trento e chiesa Cristo Re)
Un anno nuovo è iniziato. Tra pochi giorni il presepio tornerà nell’armadio e l’anno incredibilmente ci apparirà già vecchio. Facciamo fatica ad abitare il “nuovo”, per noi è molto più congeniale il mestiere dell’antiquario. La custodia del già visto, del già collaudato, piuttosto che l’ebbrezza e la sfida delle novità.
Al “pernottare all’aperto” dei pastori, al frequentare la vita con tutte le sue mille vicissitudini, preferiamo la sicurezza della casa con già le sue risposte, le sue conclusioni, le sue interpretazioni già mille volte proposte.
Dio non fa eccezione, anche Lui è una notizia già data, scontata, priva di sorprese. Credenti e non pensano di sapere chi è, o chi non è. Gli uni e gli altri sono accumunati da formule e codici ben collaudati con cui allegramente parlano di Lui.
Il Bambino avvolto in fasce e adagiato nella mangiatoia, manda in frantumi tanta sciocca sicumera. Quel Bambino è una formidabile provocazione alla nostra vita, prima ancora che alla nostra intelligenza. Mi vengono alla mente le parole del vescovo Tonino Bello: “Non obbedirei al mio dovere se vi dicessi Buon Natale senza darvi disturbo. Io invece vi voglio infastidire”.
Se avremmo il coraggio di pernottare all’aperto, di stare nella concretezza della vita, il fastidio si tramuterà come per i pastori in meraviglia e stupore. Entreremmo nella grotta per poi uscirne con un’ipoteca di coraggio sul futuro.