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Cgil, Cisl e Uil del Trentino soddisfatti del reddito di attivazione

Trento - “Bene il reddito di attivazione, si riunisca la Commissione per l’impiego”: questo il messaggio di Cgil, Cisl e Uil Trentino. Per i sindacati la Giunta provinciale deve dare massima attenzione ai cassaintegrati che non hanno ancora ricevuto l’assegno Inps


Dichiarazioni di Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi, rappresentanti di CGIL CISL UIL del Trentino nel consiglio di amministrazione di Agenzia del Lavoro


“La proposta del presidente di Agenzia del Lavoro, Riccardo Salomone, uscita dal tavolo degli esperti, è ragionevole. Applicare il Real, il reddito di attivazione al lavoro, oggi sospeso e non attivato per decisione della Giunta provinciale, a chi decide di cogliere l’opportunità di occuparsi a termine nel settore dell’agricoltura, ha il merito di superare la logica esclusivamente punitiva più volte enunciata dall’assessora provinciale Zanotelli e adattare uno strumento incentivante che ha già dato risultati molto positivi nelle sperimentazioni realizzate negli anni scorsi. Ciò servirebbe ad agevolare tra l’altro la capacità del sistema di incontro domanda e offerta di lavoro di orientare il personale disoccupato di settori in crisi verso ambiti di lavoro in cui le occupazioni sono instabili e precarie e spesso per questo poco attrattive per chi cerca occasioni di lavoro più stabili, richiamando invece in Trentino numeri consistenti di lavoratori da paesi esteri che nei prossimi mesi difficilmente potranno raggiungere la nostra provincia per le conseguenze della diffusione del virus SARS-CoV-2.


In questa fase poi è fondamentale che la Giunta provinciale sostenga le lavoratrici ed i lavoratori delle piccole imprese che non ricevono ancora l’assegno Inps per la cassa integrazione. In questi giorni infatti il Fondo di solidarietà del Trentino sta autorizzando i pagamenti ma il processo di trasmissione delle domande delle aziende a Roma è ancora molto lento e molti cassaintegrati di bar, negozi e ristoranti chiusi per Covid sono ancora privi di sostegno al reddito.


Per gestire la difficile fase del mercato del lavoro locale, serve anche prioritariamente un progetto complessivo che riguardi tutti gli aspetti delle politiche del lavoro, a partire dai sostegni al reddito e dei meccanismi di tutela dell’occupazione già previsti dal Documento di interventi di politica del lavoro approvato solo pochi mesi fa. Serve a questo proposito che Agenzia del Lavoro cominci ad abbozzare delle proposte su come monitorare le dinamiche occupazionali e quali interventi rendere prioritari, così da poter anche definire quante risorse servono davvero per sostenere il lavoro.

Ad oggi la Giunta ha destinato ad Agenzia solo 2 milioni di euro per l’emergenza.


All’assessore Spinelli chiediamo infine di convocarea breve una riunione della Commissione provinciale per l’impiego per fare un’analisi della situazione del mercato del lavoro e delle sue prospettive rispetto alla crisi economica in atto. Sarà quella l’occasione per esaminare con tutte le parti economiche e sociali i primi interventi da mettere in pratica e gli strumenti più utili per tutelare i soggetti più deboli del mercato del lavoro locale - stagionali, precari, somministrati, collaboratori e partite iva monocommittenti - e per sostenere l’occupazione nei settori economici dove l’emergenza Covid-19 mette più a rischio i posti di lavoro (turismo, pubblici esercizi, commercio al dettaglio)”.


Famiglia, serve garantire strumenti di conciliazione a tutti i genitori lavoratori
Sono due mesi che le scuole e i nidi di infanzia sono chiusi. E le aule rimarranno inaccessibili ancora per un bel po’, mentre molti genitori hanno cominciato a rientrare al lavoro o lo faranno nelle prossime settimane e moltissimi, invece, continuano ad essere impegnati nel lavoro agile, che non vuole dire meno lavoro. “In questo quadro – fanno notare i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - la proposta dell’assessora Segnana di attivare un migliaio di babysitter previo indicatore Icef e l’integrazione ai voucher nazionali è un primo passo, ma non è ancora sufficiente per dare risposte alle famiglie messe a dura prova da questa situazione. A nostro modo di vedere vanno messe in campo sperimentazioni valorizzando il contributo anche delle cooperative sociali e del personale educativo”.


Cgil Cisl Uil chiedono "in particolare di non limitarsi alla logica del voucher, ma di pensare con più coraggio all’attivazione di servizi innovativi per anticipare quanto potrà succedere a settembre in asili nido e scuole per l’infanzia. “Bisogna utilizzare questi mesi - ribadiscono i sindacati - per programmare, anche con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, le attività autunnali e costruire servizi che diano la massima sicurezza al personale educativo, ai bambini e alle loro famiglie. La stessa sicurezza che deve essere garantita anche nell’accesso al servizio di babysitting e a servizi simili”.


Le tre confederazioni puntano, poi, il dito contro la scelta di escludere chi è in smart working. "Ci auguriamo si sia trattato solo di una svista – incalzano -. Le lavoratrici e i lavoratori in smart working hanno gli stessi problemi di conciliazione di chi opera fuori casa. Non vederlo tradisce l’idea che lavorare da casa equivale a non lavorare o a lavorare meno. Non è così, anzi spesso è esattamente il contrario”.


Infine resta irrisolta la questione dei bambini e dei ragazzi che hanno bisogni educativi speciali. “Per loro e le loro famiglie vanno riattivate da subito delle proposte educative in presenza. Rischiamo che i passi avanti compiuti fino ad oggi da questi bambini e ragazzi vengano vanificati e l’emarginazione di questi soggetti e delle loro famiglie diventi enorme”, concludono.

Ultimo aggiornamento: 07/05/2020 00:01:11
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