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Valle Camonica: la Comunità Montana investirà 20 milioni nel 2024

Breno (Brescia) - E' stato approvato il bilancio di previsione della Comunità Montana di Valle Camonica. Il Durante l'assemblea il presidente Sandro Bonomelli (nelle foto) ha tracciato il quadro sulla situazione, i grandi progetti avviati e in essere e i programmi per il 2024. L'assessore alle Finanze, Cristian Farisè, ha snocciolato i dati del bilancio 2024 e gli investimenti sul territorio.


Il pareggio di bilancio è attorno ai 90 milioni, tiene conto degli oltre 33 milioni che dovranno essere assegnati al Comune di Niardo e che vede la Comunità Montana stazione appaltante, 21 milioni di canoni idroelettrici e investimenti per 20 milioni. Durante l'assemblea si sono registrati interventi vivaci sul tema del sistema idrico e del nuovo progetto lattiero caseario tra Luca Masneri (Edolo) e Mario Bezzi (Ponte di Legno). Una quota importante di risorse a finanziamento degli interventi previsti nel piano strategico, derivano da trasferimento di risorse dal Consorzio Comuni BIM di Valle Camonica che introita i fondi per canoni grandi derivazioni: nel 2024 sono previste nel Bilancio della Comunità Montana di Valle Camonica risorse derivanti da tali trasferimenti per un importo pari ad 2.990.000 euro che andranno a finanziare interventi nel settore dell’agricoltura per 2.600.000 euro sulle tematiche dell’Olio, del Vino ed a sostegno dei Consorzi, mentre i rimanenti 390.000 euro saranno investiti per un intervento di manutenzione straordinaria all’interno del secondo piano della sede della Comunità Montana di Valle Camonica per la realizzazione dell’impianto di condizionamento.


L'assessore Cristian Farisè (nella foto) ha illustrato il Piano Strategico di Interventi per la Valle Camonica 2024/2026, con una serie di interventi. Nell'ambito del settore agricoltura e filiera agroalimentare il Consorzio BIM e Comunità Montana di Valle Camonica intendono promuovere un piano di riqualificazione della filiera agroalimentare del territorio della Valle Camonica e del Sebino Bresciano che possa coinvolgere anche gli attori privati del territorio. È prioritario favorire l'aggregazione delle Imprese agricole che, per la loro micro dimensione, non possono dotarsi di strutture di trasformazione dei prodotti e commerciali di vendita adeguate. Insediamenti iconici prendendo spunto dalle molte esperienze positive che hanno interessato altri territori a vocazione rurale, in particolare nel settore del vino, l'insediamento di strutture iconiche e prestigiose adibite alla commercializzazione, promozione, somministrazione e trasformazione dei prodotti agricoli consente di rafforzare i marchi di filiera. Parimenti, offrire l'opportunità di consumare ed acquistare direttamente dai produttori consente di accorciare la filiera, assicurando così la giusta remunerazione alle Imprese agricole territoriali. Gli insediamenti iconici andranno localizzati nelle aree a maggior vocazione turistica, nell'intento di ampliare il numero dei potenziali consumatori e di aumentare il livello dell'esperienza offerta.


L'agricoltura lattiero-casearia di montagna deve sopportare costi di produzione mediamente maggiori di almeno 10 Euro/cent per litro di latte prodotto rispetto alle stalle della pianura. Le virtuose esperienze dei territori di montagna a noi confinanti, Valtellina e Trentino in primis, insegnano come la sopravvivenza delle Imprese Agricole del settore sia possibile solo valorizzando la trasformazione del latte direttamente da parte dei produttori.

Attualmente oltre il 70% del latte prodotto dalle Imprese Agricole locali viene conferito a caseifici esterni al nostro territorio, perdendo così l'opportunità di valorizzazione garantita dalla Legislazione Comunitaria e Nazionale con l'istituzione del marchio tutelato "Prodotto di montagna". E' quindi indispensabile favorire la nascita sul territorio di impianti di trasformazione e confezionamento della materia prima moderni e tecnologicamente adeguati, preferibilmente realizzati da soggetti cooperativistici o consortili che possano garantire nel tempo ai produttori quel surplus di ricavi necessario per far fronte ai maggiori costi.


Il recupero alla produzione agricola di aree oggi abbandonate, in particolare nelle zone soleggiate della media e bassa Valle storicamente vocate, può avvenire solo attraverso cospicui investimenti di Parte Pubblica delle infrastrutturazioni di base necessarie. Si intende quindi realizzare infrastrutture quali strade di penetrazione, impianti di approvvigionamento idrico, impianti di trasformazione e produzione centralizzati la cui grave carenza attuale rende diseconomica ogni iniziativa privata di avvio di nuova produzione.


Larga parte del territorio della Valle Camonica è costituito da foreste, per lo più affidate in gestione ai Consorzi Forestali meritoriamente costituiti per superare la situazione di sostanziale abbandono conseguente al venir meno della loro utilizzazione economica tradizionale. La recente diffusione dell'epidemia del bostrico, inoltre, ha provocato danni ingenti cui è necessario trovare una soluzione. L'opportunità offerta dai Bandi AREST ha
stimolato la progettualità dei Consorzi Forestali che hanno elaborato proposte concrete ed innovative di recupero dell'intera filiera. Si ritiene di dover sostenere tali progettualità, a titolo di finanziamento integrale di alcune priorità piuttosto che di sostegno al cofinanziamento delle risorse a carico dei Consorzi in caso di ottenimento dei contributi richiesti.


I Comuni della Comunità Montana e del BIM Valle Camonica hanno vissuto negli ultimi decenni un processo di delocalizzazione delle produzioni in congiunzione ad una diminuzione demografica che hanno portato all’abbandono di impianti produttivi, aree urbanizzate e edifici pubblici.


Per le loro dimensioni e per il valore simbolico e rigenerativo delle loro riconversioni, le aree dismesse costituiscono un’occasione straordinaria per sperimentare nuove forme insediative, nuove forme di impresa e modelli innovativi di offerta di servizi in ambito socio-assistenziale.


La riconversione può restituire valore a luoghi abbandonati creando al contempo opportunità di impiego, non solo nella manifattura ma anche in settori altamente qualificati, che favoriscano la capacità di mantenimento della popolazione sul territorio della Valle.


L’idea “forte” con la quale si intende affrontare il tema delle aree industriali dismesse è studiare un progetto di insieme, in particolare per quei territori ove le singole aree hanno più difficoltà a trovare soluzioni di riutilizzo: l’ambizione è quella di replicare il successo del “Kilometro rosso” dando vita ad un “Kilometro Verde” dislocato lungo la Valle.


Per questo, si prevede la costituzione di una Fondazione aperta al mondo dell’Impresa, così che le migliori energie del Pubblico e del Privato possano insieme disegnare il futuro dello sviluppo economico ed ambientale del nostro territorio, elaborando idee e progetti per sostenere la ripresa e la resilienza dell'economia.


Le azioni della fondazione devono rispondere ai principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Tra i primi ambiti in cui la Fondazione verrà chiamata a sviluppare progetti, a reperire e destinare risorse: mappatura delle aree dismesse; clusterizzazione e individuazione delle aree a maggior e più veloce potenziale rigenerativo; elaborazione di progetti per l’insediamento di nuovi distretti industriali, quale ad esempio un hub dedicato al comparto edile, dove ospitare micro e piccole aziende locali che diversifichino la loro offerta anche nella direzione delle tecnologie green; affiancare gli enti locali nella conversione di aree dismesse in progetti innovativi di sviluppo in ambito dei servizi e socio-assistenziale; elaborazione di un progetto per sperimentare nuove forme insediative e di riqualificazione urbana.

Ultimo aggiornamento: 29/12/2023 05:14:18
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