Attualmente oltre il 70% del latte prodotto dalle Imprese Agricole locali viene conferito a caseifici esterni al nostro territorio, perdendo così l'opportunità di valorizzazione garantita dalla Legislazione Comunitaria e Nazionale con l'istituzione del marchio tutelato "Prodotto di montagna". E' quindi indispensabile favorire la nascita sul territorio di impianti di trasformazione e confezionamento della materia prima moderni e tecnologicamente adeguati, preferibilmente realizzati da soggetti cooperativistici o consortili che possano garantire nel tempo ai produttori quel surplus di ricavi necessario per far fronte ai maggiori costi.
Il recupero alla produzione agricola di aree oggi abbandonate, in particolare nelle zone soleggiate della media e bassa Valle storicamente vocate, può avvenire solo attraverso cospicui investimenti di Parte Pubblica delle infrastrutturazioni di base necessarie. Si intende quindi realizzare infrastrutture quali strade di penetrazione, impianti di approvvigionamento idrico, impianti di trasformazione e produzione centralizzati la cui grave carenza attuale rende diseconomica ogni iniziativa privata di avvio di nuova produzione.
Larga parte del territorio della Valle Camonica è costituito da foreste, per lo più affidate in gestione ai Consorzi Forestali meritoriamente costituiti per superare la situazione di sostanziale abbandono conseguente al venir meno della loro utilizzazione economica tradizionale. La recente diffusione dell'epidemia del bostrico, inoltre, ha provocato danni ingenti cui è necessario trovare una soluzione. L'opportunità offerta dai Bandi AREST ha
stimolato la progettualità dei Consorzi Forestali che hanno elaborato proposte concrete ed innovative di recupero dell'intera filiera. Si ritiene di dover sostenere tali progettualità, a titolo di finanziamento integrale di alcune priorità piuttosto che di sostegno al cofinanziamento delle risorse a carico dei Consorzi in caso di ottenimento dei contributi richiesti.
I Comuni della Comunità Montana e del BIM Valle Camonica hanno vissuto negli ultimi decenni un processo di delocalizzazione delle produzioni in congiunzione ad una diminuzione demografica che hanno portato all’abbandono di impianti produttivi, aree urbanizzate e edifici pubblici.
Per le loro dimensioni e per il valore simbolico e rigenerativo delle loro riconversioni, le aree dismesse costituiscono un’occasione straordinaria per sperimentare nuove forme insediative, nuove forme di impresa e modelli innovativi di offerta di servizi in ambito socio-assistenziale.
La riconversione può restituire valore a luoghi abbandonati creando al contempo opportunità di impiego, non solo nella manifattura ma anche in settori altamente qualificati, che favoriscano la capacità di mantenimento della popolazione sul territorio della Valle.
L’idea “forte” con la quale si intende affrontare il tema delle aree industriali dismesse è studiare un progetto di insieme, in particolare per quei territori ove le singole aree hanno più difficoltà a trovare soluzioni di riutilizzo: l’ambizione è quella di replicare il successo del “Kilometro rosso” dando vita ad un “Kilometro Verde” dislocato lungo la Valle.
Per questo, si prevede la costituzione di una Fondazione aperta al mondo dell’Impresa, così che le migliori energie del Pubblico e del Privato possano insieme disegnare il futuro dello sviluppo economico ed ambientale del nostro territorio, elaborando idee e progetti per sostenere la ripresa e la resilienza dell'economia.
Le azioni della fondazione devono rispondere ai principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Tra i primi ambiti in cui la Fondazione verrà chiamata a sviluppare progetti, a reperire e destinare risorse: mappatura delle aree dismesse; clusterizzazione e individuazione delle aree a maggior e più veloce potenziale rigenerativo; elaborazione di progetti per l’insediamento di nuovi distretti industriali, quale ad esempio un hub dedicato al comparto edile, dove ospitare micro e piccole aziende locali che diversifichino la loro offerta anche nella direzione delle tecnologie green; affiancare gli enti locali nella conversione di aree dismesse in progetti innovativi di sviluppo in ambito dei servizi e socio-assistenziale; elaborazione di un progetto per sperimentare nuove forme insediative e di riqualificazione urbana.