Fatture false e truffa è l'accusa nei confronti di un'associazione a delinquere che vede indagate 17 persone, di cui 9 finite in carcere.
Il gruppo capeggiato da una coppia veneta, ma originaria di Rovato (Brescia) avrebbe costituito una serie di società denominate “cartiera”, prive di dipendenti e di magazzino e amministrate da persone interposte, dalle quali emettevano fatture per operazioni inesistenti. Da queste avrebbero creato altre società, dislocate in alcune province della Lombardia tra cui Brescia, che avrebbero usato per ottenere detrazioni di imposta grazie alle fatture emesse dalle imprese “cartiere”. Infine, avrebbero costituito altre società attraverso le quali avrebbero accumulato i debiti con l’erario fino alla liquidazione e al fallimento. Al sodalizio la Procura contesta anche la truffa per ottenere fondi Covid.
Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata a frode fiscale, dichiarazione fraudolenta dei redditi, omessa dichiarazione d’Iva sono finiti in carcere sei bresciani, una coppia, originaria di Rovato e attualmente residente a Vicenza, lo zio della coppia e un amico, un professionista di Rovato e il 64enne di Paspardo. Ai domiciliari una 52enne di Rovato e imposto l’obbligo di firma e di dimora ad altri quattro indagati residenti a Roncadelle e Moniga, Cazzago San Martino e Cortefranca. L'indagine potrebbe allargarsi e coinvolgere altre persone.