L'INTERROGAZIONE COMPLETA
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – per sapere premesso che:
come segnalato da precedenti atti di sindacato ispettivo presentati dal sottoscritto, nel Comune di Berzo Demo (Brescia), in Valle Camonica, in località Forno Allione, ove svolgeva l'attività industriale l'Union Carbide, alla quale erano subentrate la Graphtec e la Selca, si è in presenza di un'emergenza ambientale a causa dell'inquinamento del terreno che minaccia la salute pubblica;
nella seduta dell’Assemblea n. 188 di mercoledì 12 marzo 2014, il Ministro in indirizzo, in risposta all’interrogazione n.
300682 da me presentata, ha fatto presente che il Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare è venuto a conoscenza della situazione solamente nel febbraio 2014, a fronte della richiesta di intervento da parte del comune e che, pertanto, sarà cura del Ministero stesso svolgere le opportune indagini ed attivare gli organi tecnici competenti al fine di accertare gli eventuali danni ambientali provocati dalle «eredità industriali» svolte in passato sul predetto territorio comunale;
purtroppo non risultano all’interrogante iniziative assunte da parte del Ministero mentre persistono sul territorio le forti criticità da inquinamento;
durante l’assemblea pubblica promossa dall'Amministrazione Comunale di Berzo Demo, il 13 marzo 2015, è emersa la problematicità dell’inquinamento dell’area di Forno Allione in tutta la sua pericolosità per l’ambiente e la salute pubblica;
l’area avrebbe dovuto essere inserita nei siti di interesse nazionale da bonificare al fine di avere l’opportuno riconoscimento e sostegno economico per affrontare il completamento di una bonifica che, a suo tempo e con grande sottovalutazione, è stata dichiarata ultimata, ma nei fatti non completata;
i cittadini si sono costituiti in Comitato per formalizzare le proprie proposte agli organi istituzionali e alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati;
il Comitato ha fatto presente anche la necessità, più volte prospettata, di valutare la possibilità di un'azione giudiziaria nei confronti del Curatore Fallimentare della SELCA, allo scopo di mettere sotto sequestro cautelativo le ingenti somme a disposizione del curatore, prima che sia disposto un piano di riparto verso i creditori, con l’obiettivo di poter utilizzare le risorse, in via prioritaria, per il risanamento dell’area ex Selca, pesantemente inquinata da ingenti quantità di rifiuti portati nel sito da chi a gestito l’azienda e che rischia di compromettere ulteriormente l’ambiente circostante;
la pesante eredità che la multinazionale americana UCAR CARBON ha lasciato sul territorio è quella di una grande area inquinata e una montagna di mc di rifiuti industriali, provenienti anche dall’estero;