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Cevo: crollo Croce di Job, le motivazioni della sentenza d'Appello

Cevo - L'ente preposto aveva l'obbligo di provvedere a verifiche ed effettuate la manutenzione della Croce di Job a Cevo (Brescia). In sintesi le motivazioni della Corte d'Appello di Brescia sulle condanne per il crollo della Croce posta sull'Androla di Cevo che il 24 aprile 2014 ha provocato la morte di Mirco Gusmini, 21 anni, di Lovere (Bergamo). Il giovane era in gita con il gruppo dell'oratorio, quando la Croce all'improvviso si spezzò, crollò e provocò la morte del 21enne. La Corte d’appello, con presidente Eleonora Babudri, ha depositato le motivazioni della sentenza letta il 13 novembre scorso e in 33 pagine ricostruisce la tragedia e indica le responsabilità.

"Anche ipotizzando lo stato di degrado del legno eventualmente risalente a tanti anni prima - si legge nella sentenza - non eliderebbe comunque la responsabilità di coloro che dovevano, a maggior ragione, preoccuparsi delle condizioni del manufatto”.


Secondo i consulenti e i periti la Croce di Job, realizzata per la temporanea installazione allo stadio di Brescia in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II e collocata a Cevo nel 2005 si presentava nell'aprile del 2014 quando ci fu la tragedia "in pessimo stato di conservazione”. Da qui la decisione dei giudici della Corte d'Appello di condannare i responsabili dell'Associazione che doveva effettuare la manutenzione del manufatto.

Ultimo aggiornamento: 16/02/2021 21:36:36
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