Dimaro Folgarida - "Ti senti defraudato della tua dignità. Vivere con questa malattia, che non è nemmeno riconosciuta dallo stato italiano, è frustrante. Significa venire a patti con una vita che è scandita in modo completamente diverso da quella che avevi prima: tutto è rallentato, convivi con un dolore costante e insopportabile. Nessuno capisce quello che stai vivendo, non si sa quali sono le cause né come curarla e prima di avere una diagnosi spesso ci vogliono anni di visite e di esami". È a Barbara Suzzi, presidente del Comitato Fibromialgici Uniti (CFU Italia – ODV), che è affidato il compito di introdurre l’argomento approfondito durante il convegno nazionale.
“La medicina integrata nella fibromialgia e malattie immunomediate” promosso al teatro comunale di Dimaro Folgarida nel pomeriggio di sabato 4 giugno 2022 da YOD Centro di medicina integrata, una start-up con sede in Val di Sole, a Croviana (Trento), approvata e cofinanziata da Trentino Sviluppo con i contributi del Programma operativo 2014-2020 - Fondo europeo di sviluppo regionale (Fers).
Da persona affetta da sindrome fibromialgica, Suzzi ha raccontato l’esperienza, vissuta sulla propria pelle, le tante – piccole e grandi - difficoltà che ogni giorno incontra un paziente che soffre di questa patologia e quello che lo stato italiano sta facendo o non facendo in favore di questi malati. Malati che, da un lato, chiedono risposte e, dall’altro, attendono di veder inserita la propria malattia nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Riconosciuta dall’Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la fibromialgia colpisce l’1,5 – 2% della popolazione italiana, in particolare le donne tra i 35 e i 60 anni ed è ancora oggi esclusa dall’elenco delle malattie croniche e invalidanti anche se qualche passo in avanti è stato pur fatto: la Commissione per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, infatti, ha deciso di inserire nei Lea la malattia e lo Stato, lo scorso dicembre, ha stanziato sulla legge di bilancio 5 milioni di euro per la ricerca in questo campo.
È dalla persona, quindi, dal suo vissuto che, durante il convegno, si è partiti per approfondire la conoscenza su una malattia complessa, di difficile diagnosi, dai mille sintomi e che fa in modo che il paziente, come ha spiegato Michele Gardarelli (medico chirurgo, membro del CTS del CFU – Italia Odv e di Associazione scientifica Fibromialgia), si presenti come “una persona normale, che non sembra malata”. Una malattia che, proprio per la varietà e la non specificità dei sintomi con cui si presenta richiede un approccio di cura multidisciplinare e integrato tra medicina convenzionale e medicine complementari come quello che è stato proposto durante il convegno di sabato.
Il tema è stato trattato da importanti professionisti della sanità (medici, psicologi, biologi) provenienti da varie regioni italiane che operano secondo i canoni della medicina convenzionale e che si definiscono “integrati” poiché forti di competenze anche nelle medicine complementari, sia medici che rivestono ruoli di rilievo specificatamente nelle medicine complementari, quali fitoterapia, omeopatia e osteopatia.