L'Osservatorio trova paradossale che proprio le amministrazioni territoriali che avrebbero tutto l'interesse ad uscire da una situazione vincolistica non siano state ancora in grado perfezionare le loro proposte.
In occasione dell'ultimo confronto con il Comitato Nazionale di Coordinamento e di Indirizzo svoltosi il 26 maggio scorso (ad un mese dalla sua scadenza quinquennale) l'Osservatorio delle Associazioni, che nel tempo ha mantenuto con esso un dialogo costruttivo, ha appreso che né per la Regione Lombardia né per la Provincia di Bolzano si ha ancora una stima, anche solo approssimativa. dei tempi di conclusione delle proposte definitive di Piano e di Regolamento. E, inoltre, che comunque sono state tenute in scarsa o nessuna considerazione - in violazione della normativa comunitaria sulla VAS - le osservazioni delle Associazioni in cui si segnalano l'incoerenza e/o il contrasto di alcune scelte contenute nelle prime proposte di Piano (in particolare sulla zonizzazione) e di Regolamento con la legge quadro sulla aree protette (legge n. 394/1991), con la tutela assicurata ai siti comunitari della Rete Natura 2000 e con le stesse Linee Guida.
Il rischio è che nell'area buffer dell'area protetta o dei siti della rete Natura 2000 rischiano di essere realizzati quegli interventi che alcuni operatori economici (in particolare del comparto sciistico) stanno richiedendo nell'ambito della procedura di VAS in corso sul PTCP della Provincia di Sondrio o quelli previsti nei cosiddetti "progetti di indirizzo"proposti dalla Regione Lombardia (da realizzarsi a Cancano, Stelvio, Valfurva, Valli Camune) o dalla Provincia di Bolzano (ampliamento del carosello sciistico di Solda).
Nel contempo, si registrano anche richieste per realizzare nuove infrastrutture stradali e ferroviarie, per aumentare il volume degli edifici sparsi, per costruire ex novo impianti per lo sci e, addirittura, già effettuare interventi minori (asfaltatura di strade, posa di condotte, ecc.), già in corso, ma che comunque incidono anche in aree tutelate di pregio.
Questi risultati, secondo l'Osservatorio delle Associazioni, portano a considerare come fondati i timori e le critiche espresse al momento della definizione, tra il 2015 e il 2016, della nuova governance del PN dello Stelvio, ossia la difficoltà di assicurare la configurazione unitaria del PN nel rispetto delle normative vigenti. Timori che tornano di attualità alla luce anche della discutibile frammentazione della VAS, che vede lo svolgimento di procedure plurime e non sincrone ai livelli locali che sono, quindi, incapaci di dar conto degli effetti cumulativi di ogni proposta e di consentire un'effettiva, armonica partecipazione e la definizione di strumenti di piano coordinati.
A quest'ultimo proposito l'Osservatorio delle Associazioni pone il problema dell'effettivo coordinamento della gestione, posto che il vigente ordinamento del Parco Nazionale affida alla Regione e alle due Province autonome la gestione tripartita e attribuisce al Comitato Nazionale di Coordinamento e indirizzo il potere di coordinare la gestione. Tuttavia, le proposte di Piano e di Regolamento finora elaborate non prevedono gli strumenti necessari per consentire al Comitato di esercitare tale potere e neppure di rappresentare il Parco nella sua unitarietà".
Dichiarazione del Delegato del Club alpino italiano per l'Osservatorio Oscar Del Barba: "Prendiamo atto della situazione di stallo che si sta verificando dopo 5 anni dall'avvio dei lavori che avrebbero dovuto almeno portare alla definizione dei piani territoriali delle tre zone (Territorio lombardo e territori riferiti alle Province autonome di Trento e Bolzano) in cui artificiosamente, per esigenze politiche, il Parco Nazionale è stato suddiviso. Vorrei ricordare a chi pensa che senza pianificazione si possa liberamente intervenire nell'ambito del Parco Nazionale, che i vincoli preesistenti sono tuttora in vigore e quindi ogni edificazione o realizzazione di impianti e piste sciistiche rimarrà bloccata fino al compimento delle procedure di approvazione del piano territoriale. Il Cai, unitamente alle associazioni ambientali, aveva collaborato attivamente con il Comitato di Coordinamento del Parco presieduto dall'on. Parolo (a cui va il nostro ringraziamento per come fino a qualchetsettimana fa ha condotto i lavori) e che tale collaborazione è sempre stata apprezzata dal Ministero della Transizione ecologica".