Trento - A
Palazzo Geremia sono state consegnate le Medaglie d’onore ai familiari di
nove ex Internati Militari Italiani (ex IMI), tra cui a
Oscar Zannini, internato militare in Polonia e in Germania dal 22 febbraio 1944 al 15 febbraio 1945, La medaglia d'onore è stata ritirata dalla
figlia Giuseppina accompagnata dal
nipote Guido de Mozzi.
Il racconto - "Oscar Zannini era nato a Castellanza Varese il 4 aprile del 1906. Laureato in medicina nel 1930, conobbe la contessina Elena Giauna Bernardo ad Asolo, nel corso di una visita dai suoi parenti della Marca Trevigiana. Si innamorarono e nel 1934 si sposarono. Andarono a vivere a Calolziocorte, che allora era in provincia di Bergamo, mentre oggi appartiene alla provincia di Lecco.
Nel 1935 nacque il loro primo figlio, che morì otto giorni dopo la nascita. Allora capitava spesso. L'anno dopo però nacque il loro secondo figlio, cui diedero il nome di Marco. Nel 1938 nacque Beatrice, l'anno successivo venne alla luce Giuseppina.
Tutto sarebbe andato d'amore e d'accordo, se non fosse scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. Oscar venne arruolato come ufficiale medico e fu trasferito sul fronte Jugoslavo.
Accadde però che nel 1941 venne al mondo il loro quarto figliolo, Gian Maria, e Oscar Zannini fu messo in congedo, come previsto dalla legge a favore dei padri di famiglie numerose.
Poteva essere la fine di un incubo, e invece fu proprio in seguito al suo ritorno a casa che accaddero i fatti destinati a cambiare il corso della loro vita.
Nel 1944, Oscar e i suoi fratelli Nino e Giuseppe (Pippo), senza dire nulla alla famiglia, erano entrati a far parte dei partigiani cattolici (precisazione doverosa per distinguerli da quelli rossi, con i quali i primi non avevano un rapporto per così dire felice).
Oscar era un medico e il suo lavoro era utilissimo a persone che non potevano recarsi a un pronto soccorso con ferite d'arma da fuoco o se erano ricercati dalla milizia.
Alle 2 di notte del 22 febbraio 1944, come sempre in seguito a una spiata, Oscar venne arrestato insieme ad altri tre con l'accusa di curare i partigiani, o peggio di essere un partigiano anche lui.
Stessa sorte, anche se in circostanze diverse, fu riservata ai fratelli. Solo che Nino venne liberato grazie al pagamento di una specie di riscatto a chi poteva scarcerarlo, Pippo non lo trovarono.
Oscar invece venne portato a San Vittore. Quello che accadde nella prigione milanese non si sa. Di certo è che uno dei quattro arrestati morì l'indomani sotto tortura e che Zannini venne trasferito al campo di concentramento di Fossoli, nei pressi di Carpi (Modena).
I Tedeschi si resero conto che l'Emilia non era un posto sicuro per concentrare dei prigionieri, per cui in breve divenne solo il posto di transito ferroviario per il nuovo Lager sorto a Bolzano.
Progettato per 1.500 prigionieri su di un'area di due ettari, con un blocco esclusivamente femminile e 10 baracche per gli uomini, il campo di Gries fu successivamente ampliato fino a raggiungere una capienza massima di circa 4.000 prigionieri.
Poteva contare sui Lager satellite di Bressanone, Merano, Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e Vipiteno.
Ma per Oscar Zannini Bolzano fu solo un punto di passaggio in attesa della destinazione definitiva in Germania.
La giovane moglie e i suoi quattro figli, non appena avvenuto il suo arresto, si trasferirono a casa della mamma, nella villa veneta di San Vito di Altivole (vicino Asolo). Lì, trovarono l'accoglienza giusta per sé e i piccoli, ma soprattutto poteva dedicarsi alla ricerca del marito per farlo liberare e riportarlo a casa.
Venne a sapere che Oscar era a Carpi giusto in tempo per apprendere che stava per essere trasferito a Bolzano.
Allora telefonarono a Trento, dove risiedeva la sorella di Elena, Antonia, da poco sposata con un giovane di quella città, che ormai già faceva parte dell'Alpenvorland, regione del Terzo Reich annessa da Hitler insieme a Bolzano e Belluno quale sorta di riparazione danni del «tradimento» italiano dell'8 settembre.
Antonia aveva ricevuto una cartolina dal cognato mentre questo si trovava a Carpi. Raggirando la censura (e forse pagando un carceriere) era riuscito a scriverle per farle gli auguri per la bambina appena nata. Pensate, è in campo di concentramento, ha la possibilità di scrivere una cartolina e la manda alla cognata…
Oscar arrivò nel lager austriaco il 7 agosto 1944, dove rimase fino al 16 settembre, quando venne trasferito al campo di concentramento di Gusen.
Gusen è il nome dato a tre dei quarantanove campi e sottocampi di concentramento nazisti situati nei pressi della piccola cittadina di Gusen, nell'Alta Austria, a circa 20 chilometri a est di Linz, a 5 da Mauthausen.
I deportati, oltre a costruire il campo, lavoravano allo scavo di un sistema di gallerie entro le quali venivano collocati impianti per la produzione di armi e parti d'aereo (Steyr-Daimler, Messerschmitt AG).
Sono documentate almeno due circostanze in cui a Gusen si effettuarono eliminazioni di massa col gas Zyklon B, in baracche adattate per tale operazione: il 2 marzo 1944 (164 prigionieri di guerra sovietici) e il 22 aprile 1945 (più di 800 malati e invalidi).
Ma evidentemente Oscar Zannini era utile per altre cose, perché venne tolto ancora una volta dal campo di concentramento per essere trasferito in un altro.
Il 5 o il 6 ottobre '44 giunse a Flossenbürg, luogo tristemente conosciuto come campo di «sterminio attraverso il lavoro». Anche Flossenbürg conobbe esecuzioni di massa mirate, soprattutto per eliminare prigionieri di guerra sovietici, che erano considerati «inferiori» agli altri.
A Flossenbürg furono eseguite anche condanne a morte legate all'attentato contro Hitler, tra cui quella del teologo e filosofo Dietrich Bonhoffer.
Gli internati in questo campo furono quasi 100.000 e i morti accertati 30.000. Tra questi non sono comprese le migliaia di morti caduti nelle «marce della morte», quando venivano trasferiti a piedi in altri distaccamenti satellite.
Infatti, a partire dal 1942, vennero aperti sottocampi destinati alla produzione di armi e macchine belliche (tra le altre, spicca ancora una volta la produzione degli aerei Messerschmitt 109).
Distribuiti tra la Baviera, la Sassonia e la Boemia, questi arrivarono ad essere ben 97. Cinque di essi furono ceduti dall'amministrazione del Lager di Ravensbrück a quella di Flossenbürg nel settembre 1944.
Circa la metà (45) erano sfruttati per la produzione industriale.
In un quarto di essi (22) si svolgevano attività legate all'edilizia e alle costruzioni.
Tra i sottocampi più grandi vanno ricordati quelli di Hersbrück (oltre 4.800 internati) e Leitmeritz (oltre 5.000 internati).
Pare impossibile, ma il calvario di Oscar Zannini non era finito. Da Flossenbürg venne trasferito nuovamente, non verso uno dei sottocampi di cui sopra, ma a Mittelbau, dove giunse il 4 o il 6 dicembre 1944.
Ma non era ancora finita, in quanto il 16 dicembre venne preso in carico nel lager di Buchenwald.
Buchenwald si distingueva dagli altri campi perché è lì che fu sperimentato e applicato lo sterminio per mezzo del lavoro.