Storo (Trento) - Torna per la nona volta a Storo (Trento) il Festival della Polenta, sempre più ricco e sempre più festoso, senza dimenticare l’impegno. L’appuntamento prevede l’imperdibile occasione gastronomica, ma anche musica, esposizioni artigianali e di prodotti tipici e un convegno. Otto gruppi di “Polenter” in gara, con testimonial Edoardo Raspelli. Saranno in degustazione prodotti tipici del territorio, esposizione di artigianato e di spaventapasseri, musica di strada con le fisarmoniche.
IL CONVEGNO
Sabato 5 ottobre, alle 18, nella sede di Agri’90, la Cooperativa che 35 anni fa nacque per valorizzare il prodotto “faro” del territorio, la farina gialla, si terrà un momento di riflessione e discussione sulle produzioni di due cooperative delle Giudicarie: Agri ‘90 e Copag.
Il titolo del convegno è significativo: “Oggi nel campo, domani nel piatto”. Di cosa si parlerà? Della farina gialla, che diventa polenta. Della farina bianca, che diventa dolce o pasta, delle patate che diventano gnocchi.
Nell’occasione verrà inaugurato il punto vendita ristrutturato, dove si potranno trovare prodotti tipici provenienti da tutto il Trentino, oltre a quelli della Valle del Chiese. Il tutto in quello stabilimento inaugurato, sempre da Edoardo Raspelli con Vigilio Giovanelli, domenica 29 maggio 2011.
Durante il convegno sarà anche presentato (e regalato a tutti gli intervenuti) il nuovo libro L’ORO DI STORO un’ottantina di pagine con illustrazioni. E’ stato curato da uno staff guidato da Giuliano Beltrami e contiene, a differenza delle edizioni precedenti, le piccole storie dei ristoranti delle valli Giudicarie affezionati alla polenta, ma non necessariamente. Ci sono le ricette riguardanti la polenta, ma il taglio dedicato ai ristoranti si concentra sulla loro storia.
Sempre
sabato 5 ottobre, alle 20, in
piazza Unità d’Italia, nel cuore di
Storo, anteprima del Festival con una polenta carbonera in compagnia con musica, su pressante richiesta degli ospiti.
IL FESTIVAL: POLENTE IN GARA ED ANTICHI MESTIERI
Piazze e stradine del borgo della bassa valle del Chiese (Trentino sud-occidentale, al confine con la Lombardia) si riempiranno di tavoli, di profumi e sapori, di gente che annuserà e degusterà. E ascolterà: infatti una decina di suonatori di fisarmonica della valle si aggireranno fra le persone sedute a mangiare a rallegrare con le melodie di un tempo
(foto credit Phudo-FDP).
Al Festival della Polenta si potrà anche fare un tuffo nel passato: sarà infatti presente allo stand dell'Agri90 una signora che impaglia le sedie e costruisce oggetti con le foglie di granoturco; assieme a lei un agricoltore che pratica ancora oggi i mestieri antichi come lo “sfogliamento” manuale delle pannocchie che successivamente verranno appese sulle case dell'abitato di Storo ad essiccare per poi partecipare al concorso per il balcone più bello indetto dalla Pro Loco di Storo, dal Comune di Storo e dall'Agri90.
A valutare le polente (perché qui si disputerà una gara senza esclusione di colpi) saranno due giurie: quella popolare composta dai frequentatori del Festival, cui verrà dato l’apposito foglietto sul quale dare i voti alle varie leccornie, e quella professionale, composta da chef e giornalisti, fra i quali torna dopo qualche anno di assenza come testimonial il re dei cronisti enogastronomici italiani Edoardo Raspelli.
Accanto al conduttore Edoardo Raspelli ci sarà anche Francesca Buonaccorso, fotomodella ed agente (sua la novarese RB RoccaBuona Eventi di P.R.E.G.I.).
Sette le polente in gara; altre delizie arricchiranno la festa fuori concorso: come la polenta e baccalà di Sandrigo (Vicenza) cui ha fatto visita Agri ‘90 per portare la degustazione di polenta carbonera domenica 22 settembre; la polenta con la selvaggina della Pro Loco di Brione; la polenta con salame e panna dei volontari impegnati a raccogliere fondi per il missionario storese in Ciad don Costantino Malcotti; la polenta fritta di Valdagno; la pizza del ristorante La Contea di Bolbeno, a promuovere la farina bianca di Storo. Insomma, un ben di Dio! Altra novità di quest’anno, la giuria premierà oltre alla polenta gialla più buona anche quella di patate.
Ma veniamo al clou. Sette, come detto, le polente in concorso.
Carbonera: preparata dai “Polentèr” di Storo (nucleo storico che ha portato questa polenta in tutta Italia) e dagli Alpini di Condino;
Macafana, preparata dalla Pro Loco di Cimego, paese nel quale è nata;
Polenta di Patate, preparata dai “Polentèr” di Praso;
Polenta e Rape, preparata dalla Pro Loco di Bondo, paese che da anni spinge per la rinascita di questo prodotto della tradizione;
altra polenta di Patate, preparata dai “Polentari” della Valle di Ledro;
Polenta e Mortadella, preparata dal Comitato Polenta e Mortadella Varone, nei pressi di Riva del Garda.
Infine ci sarebbe dovuta essere la polenta e noci della Confraternita della noce del Bleggio, ma non ci sarà. E dire che l’anno scorso vinse la tenzone. Motivo dell’assenza: non si trovano né noci, né personale per cuocere la polenta. “Niente paura”, avvertono gli organizzatori: “All’ultimo momento abbiamo trovato la polenta e ciuìga di San Lorenzo in Banale, non meno pregiata di quella con le noci”.
MA ANCHE FARINA BIANCA E DI GRANO SARACENO
La farina gialla di Storo senza glutine è un prodotto tipico del Trentino, ottenuto dalla macinazione del Nostrano di Storo coltivato nelle valli trentine, senza forzature agronomiche, e poi macinato nel mulino di Storo. La cooperativa Agri ‘90 riesce a produrre, ogni anno, circa 10.000 quintali di farina, che corrispondono a 13.000/14.000 quintali di grano a seconda delle annate.
Oltre al Nostrano di Storo si coltiva il frumento da cui si ottengono 1.500 quintali di farina bianca di tipo 1 macinata nel nuovo mulino a pietra. Nel piano di rotazione dei terreni rientra anche la coltivazione di circa 200 quintali di grano saraceno senza glutine.
I RICORDI DI EDOARDO RASPELLI
Particolarmente commosso Edoardo Raspelli che, recensendo il buon ristorante Agritur La Polentera di Storo, scrisse: “Ma da queste parti c’è un altro gioiello, ed è una farina di granoturco per la più buona polenta del mondo: io l’ho trovata perfino a Parigi, sugli Champs Elisèes, al ristorante Nolita, all’interno dell’esposizione della FIAT. La storia del granoturco di Storo (e del suo boom) è curiosa drammatica ed emblematica. Tutto si deve ad un operaio, Vigilio Giovanelli, che 40 anni fa perse dita della mano destra sotto una pressa. Il colpo di genio superò lo sconforto e “con 4 amici al bar” (proprio come cantava Gino Paoli) creò un gruppetto che decise di riprendere la tradizionale coltivazione di quel clone di grano Marano: prima gli orticelli di casa, poi appezzamenti sempre più grandi ed infine quell’ AGRI’90, la cooperativa che l’ha fatto conoscere al mondo. Migliaia di pannocchie sono appese sulla facciata del grande meraviglioso stabilimento/esposizione/negozio e la stessa cosa succede nell’attiguo Agritur La Polentera, regno di Mauro Armanini, dei suoi familiari e dei suoi validi giovani collaboratori”.