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Festa del 2 giugno a Trento: gli interventi del prefetto Lombardi, presidente Fugatti e sindaco Ianeselli

Trento - Festa della Repubblica a Trento. In mattinata si è svolta nel cuore della città la cerimonia del 2 giugno, alla presenza della massime autorità, dal prefetto Sandro Lombardi al presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, dal sindaco di Trento Franco Ianeselli al presidente del Consiglio regionale Trentino Alto Adige, Roberto Paccher, quindi le autorità militari, il presidente del tribunbale e il procuratore capo, il mpersoneale sanitario e le associazioni. Una cerimonia che si è aperta con le note dell’Inno di Mameli, l’alza bandiera dalla Torre Civica e con la lettura del messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti degli operatori sanitari che hanno lottato in questi mesi contro il virus.


Il pensiero è andato al 2 giugno 1946 quando gli italiani e (per la prima volta) le italiane furono chiamati a votare per una scelta abissale: la monarchia o la repubblica. Gli aventi diritto al voto erano 28.005.449, andarono a votare 24.946.878, pari all’89,08%. I voti a favore della Repubblica furono 12.717.923, pari al 54,27%, i voti contrari furono 10.719.284 cittadini,


L'INTERVENTO DEL PREFETTO SANDRO LOMBARDI
"Provo sempre un grande piacere ed un’intima soddisfazione al ricordo della nascita della nostra Repubblica. Nel secolo scorso, la fine del periodo illiberale diede il via alle migliori energie del paese che seppero collaborare nell’assemblea costituente ed offrirci il frutto maturo della nostra costituzione e della missione repubblicana.


Non si può non soffermarsi sulla bonta’ di quel metodo di fruttuoso dialogo che si deve ancor oggi auspicare da parte di tutti i cittadini e soprattutto di quelli che hanno responsabilita’ di vertice, ad ogni livello istituzionale.


Oggi ricordiamo dunque la Repubblica e la libertà che ci venne riconsegnata. In questi mesi, a dire il vero, la libertà un po’ ci è mancata, a causa del virus. Abbiamo sofferto, tutti assieme, e il nostro paese sta lentamente riemergendo.


Malgrado ciò, tutta la comunita’ italiana, ed anche la nostra terra trentina, ha saputo reagire fin da subito con spirito di solidarieta’ e di resilienza, anche trovando sul suo percorso gli eroi moderni di questo tempo difficile.


Istituzioni e cittadini trentini si sono scoperti ancor piu’ vicini ed alleati contro un nemico chiamato pandemia e sono emerse le migliori virtu’ di questo territorio.


Abbiamo inoltre trovato riaffermata l’esigenza di mettere al centro di tutti i nostri sforzi la persona umana e non altri disvalori fuorvianti, nel solco dell’insegnamento del nostro papa Francesco, omnes fratres. Anch’io, nel mio ruolo, non mi sono mai sentito solo e di cio’ voglio oggi pubblicamente ringraziarvi, uno ad uno, per la fiducia ed il partecipe sostegno.


Ma il merito di questa risposta collettiva è tutto vostro, perché vi siete occupati di ciascuno di noi, e allora !
Grazie ai medici, agli infermieri ed a tutto il personale delle istituzioni sanitarie per l’indefessa e generosa dedizione ai piu’ deboli! Grazie alla Provincia, ai sindaci ed a tutti gli amministratori pubblici per l’intelligente lavoro di guida delle comunità!


Grazie al nostro arcivescovo Tisi per essere stato un costante punto di riferimento per tutti noi, alla chiesa cattolica ed a tutte le confessioni religiose di questa terra per non aver mai rinunciato ad offrire sostegno ai cittadini.


Grazie alla Polizia di stato, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla polizia penitenziaria, all’esercito, alla polizia provinciale, alle polizie locali ed ai vigili del fuoco per l’instancabile presidio del territorio, giorno e notte, con l’unico fine di vigilare sui cittadini trentini e di andare incontro alle loro paure ed a qualsiasi esigenza di soccorso e di sostegno!


Grazie ai giornali, alle televisioni ed alle radio per l’instancabile attivita’ di informazione alla popolazione, per aver diffuso capillarmente le disposizioni delle autorita’ e fornito alla gente tanti utili consigli per sopportare le restrizioni della vita quotidiana!


Grazie a tutti i volontari della protezione civile, della croce rossa e di ogni sodalizio del privato sociale che, senza pensarci due volte, si sono immediatamente messi a disposizione della comunita’ per puro spirito di servizio ! grazie a tutte le associazioni economiche e di categoria, ai sindacati, agli imprenditori ed ai lavoratori pubblici e privati che hanno collaborato per modulare e calibrare tutte le attività economiche in coerenza con le necessita’ della pandemia. in particolare agli autotrasportatori e distributori di alimentari.


Grazie all’università e a tutte le scuole, agli insegnanti, agli studenti ed a tutto il personale scolastico per aver saputo interpretare la difficoltà dell’oggi ed aver reinventato un’intelligente didattica per proseguire le lezioni online e trovare forme innovative di interazione.


Grazie a tutti i partiti e movimenti che responsabilmente si sono messi al servizio dei trentini, superando differenze e diffidenze e scoprendosi all’altezza delle difficolta’ dell’ora presente!


Permettetemi anche un sentito grazie ai dirigenti ed a tutto l’operoso personale del commissariato del governo per la generosa collaborazione che mai e’ venuta meno! Grazie, inoltre, a ciascuno di voi cittadine e cittadini trentini per l’esempio ammonitore ed edificante che avete saputo dare alle istituzioni!


L’ultimo ma più importante pensiero, se mi consentite, è rivolto ai nostri fratelli trentini falciati dal virus.

Le loro paure e, per contro, il loro coraggio non saranno dimenticati e i loro volti rimarranno impressi nei cuori dei familiari e di tutti noi e diverranno, per il futuro, lo stimolo più forte a lottare contro il male e le avversità e a farci sentire fra di noi ancor piu’ coesi, ancor più caritatevoli. Grazie e buona festa della Repubblica!".


L'INTERVERNTO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, MAURIZIO FUGATTI
“Il Trentino ce l’ha fatta dopo la tragedia della seconda guerra mondiale e ce la farà anche questa volta. L’Autonomia trentina ha nelle radici della sua storia e nella sua vocazione popolare le capacità per uscire dalla pandemia e guardare al futuro.


75 anni fa, anche il Trentino disse chiaramente sì alla Repubblica e lo fece con una grande partecipazione popolare. Il sì in Trentino ottenne l’85% dei voti a fronte del 54% che si manifestò a livello nazionale e due donne trentine, sulle 21 presenti, entrarono, inoltre, nell’assemblea costituente, Elisabetta Conci di Trento e Maria de Unterrichter della Val di Sole e questo fu un elemento importante per la nostra Autonomia. Un’Autonomia riconosciuta dalla Costituzione che ha radici profonde, scolpite nel DNA dei nostri territori e delle nostre popolazioni.


Se il 2 giugno del 1946 è stato un momento di ripartenza e di ricostruzione dopo la devastazione della guerra anche oggi abbiamo davanti un momento di speranza per ripartire dopo la tragica crisi in cui ci ha portato la pandemia. Tutti dobbiamo sentirci impegnati per questo obiettivo. Lo dobbiamo fare per chi in questi mesi ha sofferto di più, come i giovani o le donne che sono state particolarmente colpite dalla crisi economica e lo dobbiamo fare in ricordo delle persone anziane che ci hanno lasciato, proprio coloro che hanno costruito la Repubblica e la nostra Autonomia speciale. L’auspicio è che proprio questa giornata possa rappresentare l’inizio della ripartenza”.


Infine, il presidente ha voluto ringraziare il Commissario del Governo, Sandro Lombardi, che nei prossimi mesi lascerà il Trentino, per la grande collaborazione offerta in questi anni. “Un uomo dello Stato – ha detto Fugatti – molto rispettoso della nostra Autonomia”.


L'INTERVENTO DEL SINDACO DI TRENTO, FRANCO IANESELLI
"Saluto le autorità, le cittadine e i cittadini di Trento, i rappresentanti degli studenti, la cui presenza è davvero gradita, e il personale degli ospedali, che vogliamo subito ringraziare per aver garantito in condizioni difficilissime quel diritto alla salute che è sancito dalla nostra Costituzione.


Oggi celebriamo la festa della Repubblica nata il 2 giugno 1946. Per anni questo anniversario è stato trascurato, ricordato in tono minore, come se in fondo si trattasse di festeggiare una data inessenziale delle nostra storia. In verità il 2 giugno di 75 anni fa accadde qualcosa di straordinario ed inedito, che aprì la strada a un rinnovamento politico, istituzionale e sociale inimmaginabile fino a pochi anni prima. Potremmo dire che il 2 giugno è la festa nazionale che più d'ogni altra celebra la capacità di cambiamento di un Paese che allora era in ginocchio e in macerie, con la dinastia dei Savoia ancora al Quirinale e le incognite di una transizione pericolosa in cui l'incertezza politica si mescolava alla dilagante miseria sociale.


Il 2 giugno fu dunque un tornante storico decisivo: l'Italia passò dalla monarchia alla Repubblica, da Paese fascista si trasformò in una nazione democratica; gli italiani smisero di essere sudditi del re e diventarono cittadini; le donne, che durante il fascismo erano state chiamate a donare le fedi nuziali e anche i figli al duce, votarono per la prima volta; dopo i lunghi anni di un regime che reprimeva ogni voce dissenziente, si tornò al pluralismo politico, che trovò espressione nelle diverse sensibilità rappresentate dalle donne e dagli uomini eletti nella Costituente. Se il fascismo e il nazismo avevano rappresentato la fine dell'umanità, gli italiani con la loro straordinaria partecipazione al voto dimostrarono che dalla guerra poteva e doveva nascere un mondo nuovo, anche solo per dare un senso ai tanti lutti e alle rovine di cui era disseminata l'Italia.


Credo che mai come oggi dobbiamo fare tesoro della lezione del 2 giugno e tornare a costruire il cambiamento insieme, rivitalizzando i luoghi del confronto democratico, le assemblee rappresentative, ma anche i partiti e l'associazionismo. La ripartenza e lo stesso rinnovamento dell'Italia previsto dal piano nazionale di ripresa e resilienza non possono decollare senza il coinvolgimento dei cittadini, senza il dibattito e anche la critica, indispensabili per indirizzare e accompagnare l'attuazione di progetti e riforme.


Nel "Sistema periodico" Primo Levi descrive la Resistenza come il riappropriarsi del diritto di parola. "Uscirono dall'ombra uomini che il fascismo non aveva piegati, avvocati, professori ed operai, e riconoscemmo in loro i nostri maestri (...) Il fascismo li aveva ridotti al silenzio per vent'anni, e ci spiegarono che il fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l'Italia in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato come custode di una legalità e di un ordine detestabili, fondati sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata".


Se il fascismo aveva bisogno di silenzio e di menzogne, di menefreghismo e indifferenza, oggi festeggiare la nascita della nostra Repubblica significa anche ribadire il nostro diritto-dovere alla partecipazione e all'interesse per la cosa pubblica. E, naturalmente, questa festa altamente simbolica serve anche a ricordarci quali sono i rami da cui discendiamo, a prendere atto certo di un passato che talvolta ci ha divisi, ma a far prevalere gli elementi che ci tengono uniti e le ragioni del nostro stare insieme. La più importante di tutti è la consapevolezza che oltre il perimetro democratico, al di fuori di quel sistema di principi e di garanzie fissati dai padri costituenti, non ci possono essere né giustizia né libertà e, in fondo, come ci insegnano i martiri dell'antifascismo, neppure una vita degna di essere vissuta.


Pochi giorni fa il presidente Sergio Mattarella ha definito la nostra Repubblica "un formidabile strumento di civiltà" e insieme "un cantiere" tuttora attivo, a cui tutti i cittadini sono chiamati a dare il proprio contributo. Sentiamoci dunque maestranze della nostra democrazia, eredi e custodi di quell'opera che donne e uomini della Resistenza prima e poi della Costituente hanno immaginato pensando alle generazioni future. Buona festa della Repubblica a tutti voi".

Ultimo aggiornamento: 02/06/2021 16:01:29
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