ROVERETO (Trento) - La provincia di Trento, da sempre eccellenza nell’autosufficienza trasfusionale di emocomponenti, sta rafforzando il proprio impegno anche nel campo della plasmaferesi, con l’obiettivo di contribuire in modo significativo al fabbisogno nazionale di plasma per emoderivati. Nell’ottica strategica di potenziare la plasmaferesi da lunedì 16 giugno saranno raddoppiati gli appuntamenti al Centro trasfusionale di Rovereto (da tre a sei al giorno) grazie all’implementazione di un secondo separatore cellulare automatico, a cui sarà abbinata una nuova poltrona da prelievo donata da Avis comunale Rovereto. Un’altra macchina andrà a potenziare a breve anche la disponibilità dei punti di raccolta nelle valli.

La disponibilità di plasma per la
produzione di medicinali plasmaderivati (MPD), indispensabili per il trattamento di numerose patologie acute e croniche, resta oggi inferiore rispetto alla crescente domanda nazionale, in particolare per prodotti come albumina e immunoglobuline. I farmaci plasmaderivati (MPD) si ottengono dal plasma, che può essere raccolto in due modi: attraverso la scomposizione del sangue intero oppure mediante plasmaferesi. Attualmente, la produzione nazionale non raggiunge i livelli necessari per garantire l’autosufficienza, con forti differenze tra Regioni: alcune virtuose, altre ancora ben al di sotto della soglia minima. Le convenzioni tra Regioni, Province autonome e aziende produttrici di MPD assicurano che il plasma raccolto in Italia venga trasformato in farmaci nel rispetto dei principi etici della donazione volontaria e non remunerata. Al contrario, l’acquisto dei farmaci sul libero mercato, da plasma prevalentemente prodotto negli Stati Uniti, comporta costi decisamente più elevati rispetto alla lavorazione del plasma nazionale.
La
provincia autonoma di Trento si distingue da sempre per alti livelli di autosufficienza nella trasfusione di emocomponenti, resa possibile da un’organizzazione capillare della raccolta di sangue intero. Il
sistema si articola su dieci sedi fisse: due strutture trasfusionali centrali a Trento e Rovereto (Servizio di immunoematologia e trasfusione multizonale) e otto punti di raccolta di valle distribuiti sul territorio provinciale nei cinque ospedali di valle (Arco, Borgo Valsugana, Cles, Cavalese e Tione) e in tre sedi distrettuali (Mezzolombardo, Pergine e Pozza di Fassa).
Questa rete organizzativa garantisce non solo l’autosufficienza provinciale per i globuli rossi, ma anche un contributo stabile alla rete nazionale, attraverso la puntuale cessione di emocomponenti alla Regione Lazio secondo quanto previsto dalle convenzioni in vigore. Una capacità così strutturata ed efficace è il risultato della solida collaborazione tra l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e le Associazioni del sangue.
La crescente richiesta di farmaci plasmaderivati rende necessario rivedere il concetto di autosufficienza, estendendolo anche alla disponibilità di plasma per la produzione di emoderivati. L’obiettivo è ottimizzare la gestione della risorsa sangue e raggiungere l’autosufficienza anche per questi farmaci, in linea con quanto previsto dalla legge 219/2015, che garantisce a tutti i cittadini pari condizioni di qualità e sicurezza nella terapia trasfusionale. A livello nazionale, la soglia di autosufficienza per le immunoglobuline è fissata in un indice di conferimento pari a circa 18 kg di plasma per 1.000 abitanti. La Provincia di Trento, che nel 2022 si attestava su 13 kg/1.000 abitanti, ha avviato un percorso di potenziamento della raccolta tramite aferesi, raggiungendo nel 2024 i 16,3 kg/1.000 abitanti. Un risultato significativo, ma che richiede ancora ulteriori sforzi.
Le azioni messe in campo finora includono attività di sensibilizzazione dei donatori, grazie al coinvolgimento attivo delle associazioni, attività di motivazione e sviluppo di progetti incentivanti sul personale, miglioramento dell’organizzazione degli appuntamenti e incremento dell’efficienza della capacità produttiva delle macchine. Più di recente, si è investito in un aggiornamento tecnologico con apparecchiature più veloci e meglio tollerate dai donatori. Inoltre, sono state acquisite due nuove apparecchiature: una a Rovereto, che finora ne disponeva solo di una, e un’altra che sarà destinata a un punto di raccolta di valle, estendendo quindi anche alle sedi di valle la possibilità di effettuare la plasmaferesi (ad oggi centralizzata su Trento e Rovereto).
Alla vigilia della Giornata mondiale del donatore di sangue, che si celebra sabato 14 giugno, i dati dicono che anche nel 2024 la provincia di Trento non solo è stata autosufficiente, ma ha anche contribuito attivamente all’autosufficienza nazionale. Sono state 25.388 le unità di sangue intero raccolte e 3.660 le unità di aferesi, con un incremento del 32% rispetto allo scorso anno. I donatori totali sono stati 19.128, di cui 2280 nuovi donatori.