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Turismo invernale, i sindacati trentini frenano dopo gli appelli dei territori: “Sicurezza e sostegno al reddito”

lunedì, 23 novembre 2020

Trento – In una giornata contrassegnata dagli appelli per l’inizio della stagione sciistica, i sindacati trentini “frenano” chiedendo prima politiche sanitarie e sostegni al reddito dei lavoratori. Di seguito le dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti: “La stagione turistica invernale ha una valenza fondamentale per l’economia trentina visto che dà lavoro a migliaia di addetti ogni anno. Per questa ragione crediamo sia importante fare tutto il necessario per offrire una concreta opportunità alla ripresa delle attività turistiche in inverno, ben sapendo che questa dipenderà in tutto e per tutto dall’evolversi della situazione epidemiologica. E’ vero che oggi in lento miglioramento a livello nazionale ma le cose potrebbero anche tornare a peggiorare. Le conseguenze di una nuova esplosione dei contagi, tra l’altro, avrebbero effetti devastanti sul piano della salute pubblica, dell’economia e del lavoro.

Per questa ragione riteniamo indispensabile, in questa fase, evitare dichiarazioni demagogiche e irresponsabili fughe in avanti. Da adesso e per le prossime settimane ogni sforzo delle istituzioni deve essere volto a tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19. Il che vuole dire mettere in atto strategie sanitarie e scelte organizzative per riportare l’indice di trasmissione Rt abbondantemente sotto l’1. Anche perché, qualora davvero si sbloccasse la mobilità tra regioni e con l’estero, l’eventuale afflusso di turisti comporterà inevitabilmente un aumento della pressione su ospedali e servizi sanitari. Più che proclami, serve quindi prudenza, impegno e massima trasparenza nella gestione dell’emergenza e nella comunicazione di tutte le informazioni relative ai contagi sul territorio provinciale. Non si potrà pensare di aprire, inoltre, se non a patto di protocolli gestionali stringenti, che dovranno essere validati dalle autorità scientifiche e sanitarie a livello nazionale, per garantire la sicurezza agli operatori turistici e agli ospiti delle località sciistiche. 

Se, invece, malauguratamente non si dovessero verificare le condizioni sanitarie adeguate o se la stagione partisse a rilento, allora è fondamentale che lo Stato e la Provincia concorrano insieme all’individuazione delle misure di protezione e sostegno economico per le migliaia di lavoratori e lavoratrici trentini che restassero senza impiego nel settore del turismo invernale. Senza un piano serio di interventi a sostegno questi addetti rischiano di restare senza ammortizzatori sociali, né disoccupazione né cassa integrazione. Tutto questo avrebbe un impatto sociale gravissimo, soprattutto nelle aree di montagna dove gran parte dei redditi familiari derivano dall’economia turistica”.



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