In più, anche in questo corso, è fondamentale il lavoro di squadra.
L'organizzazione di questo corso è stata possibile grazie alla disponibilità di un formatore (in pensione) abilitato del Corpo Nazionale.
Ci si è dovuti infatti rivolgere fuori regione in quanto la dirigenza della SPA, la scuola provinciale antincendi (del Trentino), dopo varie richieste ufficiali per l’organizzazione di detto corso (come anche per altri) non si è resa disponibile all’effettuazione nemmeno a pagamento.
I comandanti in qualità di responsabili dei corpi e quindi dei loro vigili devono, come previsto dalle norme attuali (Decreto 13 aprile 2011 “ disposizioni in attuazione dell’art. 3 , comma 3-bis, del decreto legislativo 9 aprile, n°81, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) formare, informare e addestrare i propri volontari per le mansioni da loro svolti e per tutte le dotazioni in uso necessarie per gli interventi di istituto.
Questi corsi se da una parte servono sì ad aumentare le capacità del singolo vigile del fuoco dall'altra forniscono abilitazioni riconosciute e certificate per abilitare il vigile volontario allo svolgimento degli interventi richiesti sul territorio. Ma anche, ed in modo particolare, a tutelare almeno parzialmente il comandante (che in questo caso è assimilato ad un datore di lavoro) dalla responsabilità penale di un eventuale incidente durante gli interventi o manovre.
I numeri riescono a evidenziare che un territorio come l’Alto Garda, con i due corpi di Arco e Riva del Garda, che svolgono annualmente oltre 1800 interventi (ad oggi rispetto al 2016 abbiamo un incremento del 12 %). Tra tutte queste 1800 uscite troviamo tipologie di intervento che spaziano dall’incidente stradale all’incidente in industria, dall'incendio civile a quello industriale passando anche dal soccorso sul lago di Garda.
Da sempre si richiede attenzione a queste specificità. Ma si riceve poca risposta da parte della Provincia di Trento".