PONTE DI LEGNO (Brescia) – Momenti di emozione e di entusiasmo per il primo dei due concerti en plein air di Ivan Homolskyi, nell’area di Plan Pezzo, accanto alla chiesetta di Sant’Apollonio. Poco meno di duecento persone hanno assistito all’esibizione del giovanissimo fisarmonicista ucraino che, in 45 minuti, ha offerto una straordinaria prova del suo talento, con un repertorio molto vario che è passato da Scarlatti a Vivaldi, ad Astor Piazzolla, con una incursione nelle musiche del suo martoriato paese, per concludere con le variazioni sul Carnevale di Venezia di Nicolò Paganini.
Esecuzioni che hanno trascinato il pubblico, con una richiesta di bis, rimasta insoddisfatta per l’incombere della pioggia, arrivata puntualmente qualche attimo dopo.
Ma Ivan Homolskyi si riproporrà il suo virtuosismo domani, mercoledì (ore 17), nell’area della chiesetta di Case di Viso in un concerto che vuole ricordare – nel luogo dove si trovano le lapidi dei sei giovani trucidati per rappresaglia dai nazisti il 16 ottobre 1944. Il concerto rientra negli appuntamenti volti a “ricordare la storia”, fra quelli inseriti nel cartellone di “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”: in questo caso, il ricordo è agli 80 anni dalla Liberazione.
Ivan Homolskyi, 13 anni (ne compirà 14 a fine dicembre), si è rifugiato in Italia, a Vercelli, con la mamma e un fratello un mese dopo l’attacco russo al suo paese, nel 2022. Studiava fisarmonica dall’età di 5 anni e, quando è arrivato in Italia, ha potuto proseguire gli studi, partecipare con successo ad alcuni concorsi (l’anno scorso ha vinto quello di Kaunas, in Lituania) e intensificare la sua attività.
Prima del concerto c’è stata una visita guidata nella chiesetta di Sant’Apollonio con una approfondita spiegazione di Luca Giarelli, vicepresidente della Società Storica e Antropologica di Valle Camonica, sulle sue origini, il giorno successivo all'esecuzione di Rimonda e Baglini, sempre inserita nella rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”.