Racconta l'eccezionale ritrovamento effettuato sul Monte Scorluzzo (3084 metri), vetta che domina il Passo dello Stelvio: si tratta di un rifugio militare austro-ungarico, perfettamente conservato, scoperto all’interno di una grotta poco sotto la cima.
A preservarlo è stato il ghiaccio, accumulatosi nell’anfratto a seguito dell’abbandono del ricovero al termine del conflitto, e sono stati conservati il manufatto e oltre trecento reperti che aprono uno spiraglio di grande vividezza sulle reali condizioni di vita dei soldati nelle difficilissime condizioni di vita della Guerra Bianca. Sono state necessarie quattro estati - dal 2017 al 2020 - per sciogliere il ghiaccio accumulatosi nella grotta e procedere al recupero dei reperti e allo smontaggio delle componenti del ricovero, allo scopo di trasferirle a valle, così che esso possa essere ricostruito e reso visibile al pubblico all’interno del Museo della Guerra Bianca.
La seconda mostra inaugurata è l'allestimento stabile "Arte e fede nella guerra bianca: i bozzetti del pittore Giorgio Oprandi".
Un altro evento della giornata di ieri - dopo gli interventi di Walter Belotti, presidente del Museo, Giacomo Zamperini, consigliere di Regione Lombardia e presidente della Commissione Speciale "Valorizzazione e tutele dei territori montani e di confine" e Claudio Sanzò, ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Lombardia - e l'inaugurazione delle mostre,
si sono svolte le conferenze sul tema: "Il pittore loverese Giorgio Oprandi e le sue opere nella chiesetta del rifugio Garibaldi", a cura di Silvia Capponi, storica dell’arte, e "Il recupero del ricovero austriaco del Monte Scorluzzo", a cura della "Commissione tecnico-scientifica" del Museo.