Riva del Garda - L'estate dei bambini è resa più difficile durante le fasi della separazione o del divorzio, con i genitori, in qualche modo, che pongono divieti o vincoli alla circolazione dei minori e spesso queste limitazioni, a richiesta degli stessi genitori, vengono inserite nelle banche dati delle forze dell’ordine sia a livello nazionale che internazionale.
Questo è il caso che si è presentato sabato mattina agli investigatori del Commissariato di P.S. di Riva del Garda. Un papà francese con la figlia si presenta in un noto albergo di Riva con l’idea di trascorrere alcuni giorni in riva al lago. Deposita al reception sia la sua carta di identità che quella della figlia e, sereno, si avvia in camera. Il personale dell’albergo inserisce i dati al Web Alloggiati e, pochi attimi dopo, al Commissariato di Riva del Garda arriva la segnalazione, inserita da Interpol su richiesta della polizia francese, che quella bambina non poteva uscire dal suo territorio.
Gli agenti, con la collaborazione del personale dell’hotel, intervistano il papà spiegandoli la delicata questione. L’uomo spiega che del viaggio era a conoscenza la moglie e che visto il disguido avrebbe certamente confermato l’accordo. Per tale motivo contatta, telefonicamente, la moglie che conferma l’autorizzazione.
Tale circostanza potrebbe apparire sufficiente se vi fosse stata certezza di chi vi fosse all’altro capo del telefono. Per tale motivo la donna invia a conferma, via email, copia della sua carta di identità. Tale soluzione non appare però sufficiente, considerato che chiunque avrebbe potuto inviare copia di un documento via email.