Una 96enne, residente nella città di Bolzano, aveva risposto ad una chiamata sulla propria utenza fissa: una donna le aveva comunicato di chiamare da un ufficio di Polizia dove era trattenuto il figlio dell’anziana, in quanto lo stesso aveva causato un incidente stradale in cui era morto un bambino.
Per comprovare le proprie affermazioni, la donna truffatrice aveva fatto intervenire un complice, che, fingendosi il figlio della potenziale vittima, si era disperato per quanto accaduto ed aveva implorato aiuto dalla madre.
Subito dopo aveva ripreso la parola la prima interlocutrice, che aveva chiesto, a titolo di cauzione, per rimettere in libertà il congiunto, denaro o monili.
L’anziana, memore delle varie compagne informative intraprese dal Comune e dalla Questura di Bolzano, non cadeva nella trappola, interrompendo la comunicazione, ed informava subito la Sala Operativa.
Gli uomini della Polizia di Stato comunque intervenivano presso l’abitazione della signora, per tranquillizzarla e soprattutto per accertare che nessuno fosse entrato nell’abitazione.
La Questura di Bolzano, nel ribadire che nel nostro ordinamento non esiste l’istituto della cauzione e che quindi nessun arrestato può essere messo in libertà dietro consegna di denaro, invita tutti i cittadini e soprattutto le persone anziane a prestare la massima attenzione, specie nel periodo estivo, a questo tipo di richieste telefoniche, e consiglia di richiedere sempre, così come successo nel caso appena citato, l’intervento delle Forze dell’Ordine, contattando il 112 Nue.