Contestualmente sono state eseguite anche perquisizioni personali e locali disposte dalla Procura nei confronti di altre sette persone, italiane e straniere, tutte residenti nel Bresciano.
Le indagini sviluppate dopo la rapina del 23 febbraio dal Nucleo Investigativo del comando provinciale carabinieri e dalla Squadra Mobile della Questura, in considerazione delle analogie emerse con la rapina del 10 gennaio precedente, hanno permesso di: individuare un sodalizio criminale dedito alla commissione di rapine in danno di gioiellerie e compro-oro di Brescia; identificare i presunti appartenenti al sodalizio criminale nei tre odierni fermati, i quali per la commissione delle rapine si sarebbero avvalsi di una donna, indagata per concorso in rapina, che, fingendosi una cliente, avrebbe preceduto i rapinatori e all’atto di uscire dai negozi avrebbe mantenuto aperta la porta blindata per consentire loro di irrompere all’interno travisati e armati di una pistola; risalire alla filiera utilizzata per la ricettazione della refurtiva, individuando i soggetti che avrebbero svolto attività di intermediazione per la compravendita del provento delle rapine, sottoposti anch’essi a perquisizione domiciliare in quanto indagati nel medesimo procedimento per ricettazione; recuperare e sottoporre a sequestro parte della refurtiva, che sarà restituita agli aventi diritto, ed in particolare 2 orologi rolex, provento della rapina del 23 febbraio; monili in oro di elevato valore commerciale, provento della rapina del 10 gennaio.