Soiano al Lago - C'è anche la provincia di Brescia tra i territori coinvolti nel blitz contro la ‘Ndrangheta eseguito dai carabinieri del Ros. Complessivamente sono 45 gli arrestati dalla Guardia di Finanza nell'operazione Hope.
45 ARRESTI
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, unitamente a personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, dalle prime luci dell’alba, con la cornice di sicurezza offerta da elicotteri del Comparto AeroNavale del Corpo, stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 45 soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione di armi e rapina aggravate dall’utilizzo del “metodo mafioso” e della transnazionalità del reato.
Le attività investigative hanno consentito di destrutturare completamente la cosca di ‘ndrangheta riconducibile ai Bellocco di Rosarno e le sue articolazioni extra regionali, traendo in arresto tutti i membri apicali della prefata famiglia, appartenente al “mandamento tirrenico” e operante nella piana di Gioia Tauro, in Emilia Romagna, in Lazio e in Lombardia.
NOVE FERMATI: IL RUOLO DEL TERRITORIO LOMBARDO E BRESCIANO
L’odierna operazione ha portato all’esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura Distrettuale di Brescia, nei confronti di nove persone responsabili di gravi episodi delittuosi, compiuti anche con modalità mafiose e con finalità di agevolazione della cosca Bellocco di Rosarno (RC).
Oltre alle catture delle persone colpite dal fermo - eseguite dal ROS Carabinieri unitamente a militari dei Comandi Provinciali Carabinieri della Lombardia, del Veneto e della Calabria - sono state attuate numerose perquisizioni domiciliari e locali in varie province del territorio nazionale cui ha partecipato anche la Guardia di Finanza di Brescia, che ha operato in relazione a specifiche e complementari ipotesi di reati finanziari sviluppate a carico degli indagati.
Le indagini prendevano avvio a seguito di attivazione da parte della DDA di Reggio Calabria, che nel corso di un’articolata indagine a carico di appartenenti alla cosca ‘ndranghetista dei Bellocco di Rosarno (RC), aveva avuto notizia di un’imminente azione aggressiva in danno di soggetti mantovani.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal ROS Carabinieri, si sono sviluppate attorno alla figura del calabrese Antonio Loprete (classe 1963), risultato essere organico alla cosca dei Bellocco, e alla mantovana Marta Magri (classe 1963), la quale, pienamente consapevole della caratura criminale del calabrese, chiedeva a questi il suo intervento per far compiere gravi azioni intimidatorie contro il nipote e la cognata, per risolvere una controversia economica.
Dalle acquisizioni captative è emerso come Antonio Loprete avesse affidato inizialmente l’esecuzione dell’azione intimidatoria al proprio nipote Francesco Corrao(anch’egli organico alla consorteria criminale dei Bellocco) e che a causa dell’arresto patito da quest’ultimo il 24 gennaio 2018 (per altra vicenda), il sodalizio criminoso era stato costretto a cambiare i propri piani. Infatti, nella stessa serata del 24 gennaio 2018, Loprete insieme al figlio Giuseppe (classe 1993), al fine di attuare in prima persona l’azione violenta, partivano dalla Calabria e si portavano in provincia di Mantova.