Sono scattate le ricerche come prevede la procedura in questi casi.
Carabinieri, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino e Sanitari, si sono posti immediatamente alla ricerca mediante ogni ausilio, anche tecnologico, tanto che attraverso il positioning del cellulare sono state individuate le coordinate e i soccorsi hanno potuto indirizzarsi verso la vasta zona indicata dalla Centrale Operativa costantemente in contatto con i soccorritori.
Il lavoro è stato particolarmente difficile causa il buio e la zona impervia, in area boschiva, distante dalla strada, ma gli uomini del Soccorso Alpino che ben conoscono le asperità ed i pericoli del luogo, sono riusciti ad individuare il sentiero giusto che conduce ai luoghi, indicati da sistemi di orientamento Gps.
Una delle pattuglie ha intravisto nel buio la sagoma della donna che era apparsa armata di una pistola e minacciava di farla finita, qualora i militari si fossero avvicinati. 
Immediatamente è stato attivato il piano di emergenza e tutela ben noto agli uomini dell’Arma che si sono dotati dei supporti idonei e hanno avviato un dialogo conciliante, che ha convinto la donna a parlare.
Da Trento e da Rovereto sono giunti altri Carabinieri in soccorso e solo con una fulminea azione un maresciallo che, dopo due ore di intenso colloquio con la donna, essendo entrato in empatia con la stessa, era riuscito pian piano ad avvicinarla, è riuscito a disarmarla e scaricare la pistola che aveva già il colpo in canna.
Ora la donna, risultata essere già sofferente, è al sicuro presso il servizio psichiatrico dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. Grande l’emozione e la soddisfazione dei carabinieri verso il loro coraggioso collega che, consapevole dei rischi cui andava incontro, non ha esitato un attimo a rischiare la propria incolumità, come è consuetudine per gli uomini della Benemerita, per salvare la vita alla povera donna.