La furia del soggetto colpiva anche gli arredi e le strutture della ditta, danneggiate in modo significativo.
I carabinieri, informati di quanto stava accadendo da una pattuglia della Polizia Locale di Bressanone presente sul posto e che stava cercando di gestire la situazione, sono immediatamente intervenuti e, dando man forte agli agenti della città vescovile, hanno provveduto a bloccare il soggetto, che, a quel punto, ha iniziato a inveire anche contro di loro mentre continuava a minacciare di morte le persone presenti. Terminato senza esito l’ultimo tentativo di liberarsi dalla presa dei militari il giovane albanese è stato condotto in caserma e calmato, per poi essere dichiarato in arresto e condotto presso il carcere di Bolzano.
Ai sensi delle vigenti norme, ovviamente allo stesso è riconosciuta la presunzione d’innocenza fino a quando non ne sia stata legalmente provata la colpevolezza con una sentenza irrevocabile (Direttiva 2016/343/UE).
Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto, disponendo la misura cautelare – inizialmente custodia in carcere, poi sostituita con gli arresti domiciliari in provincia di Treviso ove l’indagato ora dimora – a seguito di patteggiamento concordato.