In cambio gli operanti avrebbero dovuto interrompere le proprie ricerche e, quindi, sospendere la perquisizione.
Le Fiamme Gialle hanno quindi proceduto immediatamente all’arresto dell’uomo per istigazione alla corruzione, proseguendo, nel contempo, l’ispezione nei locali, ove sono state rinvenute, abilmente occultate, ulteriori mazzette di banconote per una somma complessiva di 779mila euro.
L’imprenditore era coinvolto in una indagine per false fatture. L’ingente somma trovata era assolutamente incoerente con i 160mila euro lordi dichiarati complessivamente negli ultimi 20 anni dall’intero suo nucleo familiare. Per questo il sequestro del tesoretto scoperto, che inizialmente è avvenuto a fini probatori, è stato poi convertito in sequestro preventivo per sproporzione e, con la sentenza davanti al Gup, incamerato dallo Stato a titolo di confisca.
Questa sentenza conferma ulteriormente l’impegno e l’efficacia con cui la Guardia di Finanza di Brescia opera sul territorio in difesa della legalità, delle libertà economiche e del mercato.