Trento - Il Covid-19 si è portato via un altro dei padri storici dell’autonomismo trentino. Giulio Pompermaier (nella foto secondo da sinistra) era nato a Calliano nel 1923, ma nonostante i suoi 98 anni ancora lucido, attivo e si teneva sempre aggiornato sulle vicende che interessavano il Partito Autonomista e soprattutto l'Autonomia del Trentino, che per lui rappresentava una vera e propria ragione di vita.
Laureatosi ad Innsbruck, dove per molti anni aveva anche lavorato, è stato un fondatore ed uno dei più importanti esponenti del Movimento Separatista Trentino (MST), per poi passare attivamente nelle file dell’ASAR e schierarsi apertamente, nel congresso del luglio 1948, con la componente che diede vita al PPTT e quindi al PATT, che premiò la sua lunga militanza con la nomina a Presidente Onorario del Partito.
"Giulio ha partecipato a tutte le principali vicende che hanno interessato il Partito Autonomista nei suoi oltre 70 anni di storia. Il suo motto era “difendi sempre la tua identità”, che per lui significava anche appartenenza alla cultura mitteleuropea. La sua era una presenza costante, vigile e attenta ma mai invadente, rigorosa ma mai estremista. La sua era una coerenza salda, nessun confine esisteva per lui al coraggio di esprimere le proprie convinzioni, neanche quando doveva pagare un prezzo molto alto. Ma allo stesso tempo era consapevole che quando il ragionamento si spostava dall’ideologia all’amministrazione e ad un contesto complesso, allora era necessario mediare per portare a casa il risultato e guardare all’interesse superiore.
Credeva fortemente nel valore dell’educazione e della cultura per far capire soprattutto ai giovani il valore dell’autonomia e dell’autogoverno e per far crescere il nostro senso di appartenenza. Ai giovani Giulio ha trasmesso molto, ma non solo in termini di esperienza politica e nella conoscenza diretta della nostra storia. Lui è stato anche un grande maestro di umana generosità.