PONTE DI LEGNO (Brescia) – Un campione atipico, “non un fuoriclasse ma un uomo con la U maiuscola” secondo la definizione di
Eddy Merckx: questo il ritratto di
Miro Panizza, campione fra i campioni, dal titolo del libro scritto da Paolo Costa, che ha fatto da spunto ad una serata dedicata al ciclismo di ieri e di oggi, a conclusione del la rassegna “
Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, organizzata da
MirellaCultura con la collaborazione di
Pro Loco e
Biblioteca Civica dalignese. Ne hanno parlato l’autore e
Pier Augusto Stagi, direttore di Tuttobici e presidente del Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi.
Paolo Costa, giornalista dell’ufficio stampa del Consiglio regionale della Lombardia, grande appassionato di ciclismo e autore di volumi “sportivi” per lo più a scopo benefico (come quest’ultimo), ha raccontato il Miro Panizza (morto a soli 57 anni nel 2002) come traspare dal suo libro, in bicicletta e nella vita di tutti i giorni: generoso, facile alla commozione, dal carattere spigoloso. Era un leader ma non è praticamente mai stato capitano, è stato fedele ai suoi capitani senza mai essere gregario e soprattutto mai succube della loro personalità.
Ha collezionato 18 partecipazioni al Giro d’Italia (record eguagliato lo scorso anno da Domenico Pozzovivo), ha vinto due tappe, è stato secondo assoluto nell’edizione 1980 vinta dal grande Bernard Hinault e poi successi al Tour, nel ciclocross e complessivamente in una ventina di corse. Insomma, al di là dell’aspetto agonistico, Panizza è stato un personaggio nel ciclismo della sua epoca.
Un ciclismo diverso dall’attuale, sul quale si è soffermato maggiormente Stagi, forte di un’ esperienza più che trentennale in questo sport: sono cambiate molte cose, oggi i grandi budget delle squadre impongono precisi limiti di sicurezza e una gestione dei corridori con straordinaria attenzione. E lì è arrivato, a sorpresa, il contributo del professore Luca Mondazzi, nutrizionista del Centro Mapei Sport, che si trovava fra il pubblico: ha spiegato alcune delle sostanziali differenze nella preparazione e nell’alimentazione fra le due epoche.
Serata di grande interesse non solo sportivo, a chiusura di una rassegna che - come dice il presidente di MirellaCultura, Andrea Bulferetti, nel tirare le somme dell’edizione 2025 – “ha cercato di offrire un calendario di appuntamenti molto vario, un po’ per tutti i gusti. Chi è intervenuto, è rimasto soddisfatto della nostra proposta e lo ha detto esplicitamente. Questo è il risultato più confortante, soprattutto se si tiene conto che l’organizzazione e la realizzazione di tutto il programma è frutto esclusivamente di volontariato”.