Madonna di Campiglio - Prima un’attenta e approfondita visita a tutte le chiese della Val Rendena affrescate dai Baschenis – da Javrè, nel Comune di Porte di Rendena, fino a Sant’Antonio di Mavignola, frazione del Comune di Pinzolo, passando per San Giovanni a Massimeno – poi, dando le spalle alla Danza macabra affrescata da Simone II Baschenis sulla facciata a mezzogiorno di San Vigilio, un lungo intervento che ha colto nel “Ballo della morte” e nelle numerose chiese cimiteriali della Val Rendena, l’occasione per ribadire il suo pensiero critico sulla gestione della pandemia da Covid-19 e il lockdown. Foto di Paolo Bisti.
Infine, una lettura, affascinante e straordinariamente ricca di collegamenti con la storia dell’arte italiana, delle opere dei Baschenis conservate tra Adamello-Presanella e Dolomiti di Brenta. La facciata di Sant’Antonio a Pelugo ispirata, ad esempio, al gotico veneziano, o il Simone Baschenis più maturo, quello delle crocifissioni dipinte a Javrè e Pinzolo, culturalmente influenzato da pittori quali il Romanino, Savoldo e Moretto da Brescia. Questa la sintesi della presenza, nella giornata di ieri, di Vittorio Sgarbi a Pinzolo e in Val Rendena. La conferenza, che ha registrato il tutto esaurito, è stata voluta e organizzata dall’Azienda per il Turismo nell’ambito di una sempre maggiore integrazione tra turismo e cultura. “L’obiettivo, attraverso questa iniziativa e altri progetti in corso – afferma il presidente Tullio Serafini – è quello divalorizzare e mettere in primo piano il patrimonio storico, culturale e artistico del nostro territorio, un valore molto importante anche per il prodotto turistico e la sua diversificazione”.
Il critico e storico dell’arte, oggi presidente del Mart a Rovereto, esordisce con una sua personale attualizzazione della Danza macabra ai tempi del Coronavirus, riportando all’attenzione del pubblico il suo pensiero in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19.
“Per più di due mesi – spiega Vittorio Sgarbi – abbiamo vissuto nella paura della morte, quella morte consacrata molto bene qui, nel fregio della chiesa di San Vigilio e forse in questo dipinto, contestualizzato nel periodo storico nel quale è stato realizzato, raccontata con meno paura”.
Poi ritorna all’insegnamento della Danza macabra che è il leitmotiv di tutta la sua conferenza. “La morte è parte della vita – afferma – anche Cristo è colpito a morte. La morte è democratica. La morte è normale.È per tutti”.