TRENTO - Ogni forma di abuso nei confronti delle donne rappresenta una profonda ferita per l’intera comunità. Con questa consapevolezza, la Provincia autonoma di Trento ha rinnovato oggi, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il proprio impegno nel promuovere azioni concrete di prevenzione e sostegno alle vittime. In tal senso, un contributo fondamentale arriva dal report “I numeri della violenza contro le donne in Trentino”, elaborato dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere attraverso le metodologie condivise con la Cabina di regia.

I dati - raccolti in collaborazione con Ispat, coinvolgendo le Procure della Repubblica di Trento e di Rovereto, le forze dell’ordine, l'Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), l'Agenzia provinciale per l'assistenza e la previdenza integrativa (Apapi) e i servizi antiviolenza - delineano un quadro utile a orientare le politiche di prevenzione e intervento, rafforzando la sinergia tra istituzioni e servizi. Presentata oggi nel corso del convegno promosso dalla Provincia insieme ai principali attori territoriali, l’indagine è stata arricchita quest'anno in via sperimentale con i dati relativi alle richieste di aiuto in situazioni di violenza registrate dalla Centrale unica dell’emergenza e con una sezione dedicata al contributo a favore di orfani di vittime di femminicidio.
Foto @Veneri - Archivio Ufficio Stampa PAT.
I numeri della violenza sulle donne in Trentino riferiti al 2024
Nel 2024 vi è stato un ampliamento dei servizi antiviolenza, con l'apertura di una seconda casa rifugio e dei Centri antiviolenza (Cav) di Rovereto, Cavalese e Cles. È inoltre proseguito l'impegno per la formazione, con la qualificazione di oltre 600 operatori, e nelle campagne di sensibilizzazione e informazione. L'estensione dei servizi territoriali ha portato a un incremento del totale di denunce e di procedimenti di ammonimento rispetto al 2023 (+3,1%) e una crescita degli accessi ai servizi antiviolenza, sia residenziali (+37,4%), sia non residenziali (+26,5%).

Le denunce e i procedimenti di ammonimento sono stati 635, mentre 563 il totale delle denunce e dei procedimenti di ammonimento che coinvolgono unicamente le donne tra i 16 e i 64 anni (88,7% sul totale). L'incidenza sulla popolazione femminile è di 3,4 casi ogni mille donne, circa 1,5 casi al giorno. Nell’82,5% delle denunce e nel 100% dei procedimenti di ammonimento il presunto autore è un uomo che proviene dal contesto familiare, relazionale o lavorativo.
Le chiamate al numero unico di emergenza 112 sono state 399, di cui 355 per situazioni in cui la vittima della violenza è di genere femminile e 44 a situazioni registrate genericamente come violenza domestica. La media è di 33,3 chiamate al mese, con un picco di chiamate nei mesi estivi.
I Servizi residenziali e non residenziali
Nel 2024 vi è stata l'apertura di una seconda casa rifugio, consentendo di aumentare la risposta a situazioni di emergenza. Le donne accolte nella filiera dei servizi residenziali (casa rifugio, comunità di accoglienza madre/bambino e servizi di abitare accompagnato) sono state 125 (+37,4% rispetto all'anno precedente), di cui 34 nelle sole case rifugio (il dato più alto degli ultimi dieci anni). Le donne accolte tramite il Progetto emergenza (con collocamento in albergo) sono state 29; cinque sono state collocate in strutture residenziali fuori provincia. Nei servizi residenziali vengono perlopiù accolte donne giovani - il 68% è nella fascia 25-44 anni - con un titolo di studio basso (35,2% ha la licenza media inferiore) e non occupate (51,2%).
Le donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono state 563 (+26,5%) e sono state seguite dai Centri antiviolenza gestiti dall'Associazione coordinamento donne e da Alfid. I Centri antiviolenza (Cav) hanno seguito un totale di 531 donne: 401 donne al Cav di Trento, 95 al Cav di Rovereto, 22 allo sportello di Cavalese, 13 a quello di Cles (attivati nel periodo febbraio-marzo 2024).

Si tratta prevalentemente di donne nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 54 anni (con una maggiore incidenza, pari al 28,2%, tra i 35 e i 44 anni), con un livello di istruzione medio-alto (il 51,3% ha il diploma e il 27,7% la laurea) ed economicamente più stabili (il 63,1% ha un impiego lavorativo).
Le donne accolte e seguite da entrambe le tipologie di servizi subiscono in forma prevalente violenza psicologica, ma quelle che si rivolgono ai servizi residenziali riportano più frequentemente anche violenza fisica (83,2% dei casi), sessuale (36% dei casi) ed economica (32,8% dei casi).
Il Centro per uomini autori di violenza (Cuav)
Nel 2024 hanno frequentato il percorso Cuav 75 uomini (+63%), di cui sette non indagati o con condanna. La legge del Codice Rosso prevede, per i reati relativi alla violenza domestica e di genere, lo svolgimento di specifici percorsi di recupero quale condizione per l'accesso alla sospensione condizionale della pena.
I Consultori e il Pronto soccorso
I consultori del Trentino hanno registrato un calo di accessi per la violenza sessuale e maltrattamenti (-43,2%): a fronte dei 95 accessi del 2023, nel 2024 sono stati registrati 54 accessi. Il dato è stato interpretato in correlazione all'aumento degli accessi al pronto soccorso ed al potenziamento del servizio offerto dai centri antiviolenza.
Gli accessi al Pronto soccorso per cause legate alla violenza (domestica e non domestica) sono aumentati dell'8,8%, arrivando a 520 (di cui 218 per violenza domestica).
L'Assegno di autodeterminazione e il Contributo per gli orfani di vittime
Nel 2024 sono stati concessi 83 assegni (+12,16%). Nei territori della Comunità della Val di Cembra e della Comunità della Valle dei Laghi non è stata presentata alcuna domanda. Sono invece state accolte nove domande al Contributo a favore degli orfani di vittime di femminicidio e di crimini domestici presentate dagli orfani delle vittime dei tre femminicidi commessi in Trentino dal 2021.
"Violenza contro le donne: le tante azioni della Provincia"
La Provincia ha sviluppato un sistema strutturato di interventi per prevenire la violenza sulle donne e sostenere chi ne è vittima. Le azioni spaziano dal potenziamento dei servizi di accoglienza e protezione alle misure legislative dedicate, dalla formazione continua degli operatori al lavoro della rete composta da istituzioni, servizi sociali e sanitari, forze dell’ordine, istituti e realtà del terzo settore, unite dal Protocollo per il contrasto alla violenza di genere.
Accanto alla presa in carico delle donne, si investe anche in percorsi rivolti agli uomini autori di violenza, nell’innovazione digitale e nel monitoraggio costante del fenomeno. Un impegno corale che punta a garantire sicurezza, accompagnamento e autonomia, con uno sguardo attento allo sviluppo futuro delle politiche di prevenzione.
Queste le principali aree di intervento messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento:
Potenziamento dei servizi
Il rafforzamento dei servizi antiviolenza rappresenta una priorità. È stata aperta una nuova casa rifugio a indirizzo segreto e sono state incrementate le risorse per le due case già attive, così da garantire un supporto educativo più strutturato nel percorso di uscita dalla violenza. Contestualmente, è stato attivato un nuovo Centro antiviolenza con sede principale a Rovereto e tre sportelli territoriali a Cavalese, Cles e Riva del Garda, ampliando così la copertura territoriale.
Nel Trentino sono presenti due case rifugio – servizi residenziali che assicurano protezione e accoglienza, anche per figli e figlie – gestite da organizzazioni specializzate. Per il 2025 la Provincia sostiene un investimento complessivo superiore al milione di euro.
Accanto ai servizi residenziali, operano i Centri antiviolenza che offrono consulenza psicologica e sociale, orientamento ai servizi e percorsi verso il reinserimento lavorativo, con un importo annuale complessivo di oltre 450 mila euro. La rete dei servizi prevede anche un Centro per uomini autori di violenza, con percorsi psico-educativi orientati alla modifica dei comportamenti violenti e alla sicurezza delle donne, sostenuto con un impegno di 50 mila euro l’anno.
Attestazione della presa in carico della donna che subisce violenza
La Provincia ha introdotto una procedura specifica che consente di attestare formalmente la presa in carico delle donne vittime di violenza da parte dei servizi sociali o dei Centri antiviolenza. Questo documento è fondamentale per accedere a interventi economici e sociali volti a sostenere l’autodeterminazione e la fuoriuscita dalla violenza, perché consente l’aggiornamento della situazione reddituale della donna, tutelandone i diritti.
Rete dei servizi
Il coordinamento della rete è stato ulteriormente rafforzato con l’istituzione del Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza, organo consultivo e propositivo previsto dalla normativa provinciale.
Continuano inoltre a operare la cabina di regia istituita in attuazione del Protocollo interistituzionale siglato nel 2024, il Tavolo del Terzo settore e il Gruppo delle assistenti sociali esperte in violenza di genere, che condividono pratiche e strumenti per rendere omogeneo e sempre più efficace l’intervento a livello territoriale.
Assegno di autodeterminazione
Per favorire l’autonomia economica delle donne che stanno intraprendendo un percorso di fuoriuscita dalla violenza, è stato aggiornato l’importo dell’assegno di autodeterminazione. Il contributo mensile è passato da 400 a 500 euro, mentre per chi è accolto in strutture con vitto e alloggio l’importo è aumentato da 200 a 250 euro. Un aiuto concreto per affrontare le prime spese legate alla riconquista della propria indipendenza.
Contributo per gli/le orfani/e di vittime di femminicidio
Particolare attenzione è riservata ai figli delle donne uccise. La Provincia riconosce un contributo una tantum di 10 mila euro per sostenere le loro necessità educative, sanitarie e psicologiche. Questa misura si aggiunge alle tutele previste dalla normativa nazionale e ai fondi dedicati alle vittime di reati violenti.
Formazione
La formazione degli operatori è centrale: grazie alla collaborazione di TSM, nel 2025 sono stati organizzati numerosi corsi rivolti a oltre 600 professionisti — tra forze dell’ordine, personale sanitario, assistenti sociali, realtà del terzo settore e operatori dei servizi per l’impiego — con un importo annuale di 50 mila euro.
I percorsi formativi approfondiscono le dinamiche della violenza, la valutazione del rischio, la gestione dell’accoglienza e le competenze comunicative. Sono state inoltre promosse iniziative dedicate alle donne seguite dai servizi, ad esempio sul tema dell’educazione finanziaria, e proseguono le attività previste nel Piano provinciale per l’uguaglianza di genere rivolte al personale pubblico.
Elenco “Insieme contro la violenza sulle donne”
Per valorizzare l’impegno di enti pubblici e privati nel contrasto alla violenza, è stato istituito un apposito elenco provinciale. Chi vi aderisce può utilizzare il marchio collettivo “Insieme contro la violenza sulle donne”, simbolo della collaborazione tra istituzioni, servizi antiviolenza e comunità. Il marchio è regolamentato da un manuale che ne garantisce un uso coerente e qualificato.
Innovazione / Web App
Fondazione Bruno Kessler, in collaborazione con i soggetti della rete e la Provincia, sta sviluppando una Web App che si propone come strumento di informazione, prevenzione e supporto accessibile a tutta la popolazione. Un progetto innovativo pensato per avvicinare ai servizi chi si trova in difficoltà e diffondere una maggiore consapevolezza sul tema.
Conoscenza del fenomeno
Per comprendere meglio le dimensioni della violenza e orientare le politiche pubbliche, vengono raccolti e analizzati sistematicamente i dati relativi a denunce, accessi ai servizi sanitari, attivazioni della rete e richieste di contributi economici. Queste informazioni, elaborate con il supporto della Cabina di regia interistituzionale, confluiscono in un Report annuale a disposizione della rete e della comunità che è stato presentato oggi.
Informazione e sensibilizzazione
Continua l’impegno nella comunicazione istituzionale, in collaborazione con l’Ufficio stampa della Provincia. Annualmente vengono aggiornati gli strumenti informativi destinati sia agli operatori della rete sia alle cittadine e ai cittadini: guide ai servizi, materiali divulgativi con i numeri utili, documentazione dedicata ai percorsi per uomini autori di violenza. Anche il Report sui dati del fenomeno contribuisce alla diffusione di una cultura della prevenzione e del rispetto.
Prossime azioni
Sono in via di completamento le nuove regole per l’erogazione del contributo alle spese legali a tutela delle donne che decidono di denunciare. Parallelamente si sta rafforzando il Centro per uomini autori di violenza, per rispondere a un numero crescente di richieste e ridurre il rischio di recidiva.
"Contrastare la violenza sulle donne, la Provincia c'è"
Alla vigila della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, stamani in Sala Depero istituzioni e realtà del territorio si sono riunite per mettere a fuoco ciò che in Trentino si sta portando avanti per prevenire e contrastare il fenomeno. L’incontro, moderato dalle giornaliste della sede Rai di Trento, Maddalena Boggiano e Laura Galassi, si è aperto con l’intervento del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.
"Quella di oggi è una giornata importante, dedicata a un tema delicato e cruciale come la lotta contro la violenza sulle donne. Come Provincia abbiamo lavorato con continuità negli ultimi anni per rafforzare le iniziative, anche legislative, grazie all'impegno del Consiglio provinciale, e gli strumenti a sostegno delle vittime e delle loro famiglie. Penso all’assegno di autodeterminazione, all’apertura della seconda casa rifugio, al potenziamento dei centri antiviolenza sul territorio, costruiti con una visione di prossimità che garantisce maggiore vicinanza e accesso più semplice ai servizi - sono state le parole del presidente Fugatti -. È un percorso iniziato nella precedente legislatura con l’allora assessore Segnana che stiamo proseguendo con forza e convinzione. Abbiamo investito nella formazione degli operatori socio-sanitari e delle forze dell’ordine, così come in progetti di ascolto rivolti anche ai familiari di chi commette atti di violenza. La crescita dei centri sul territorio ha portato a un aumento delle consulenze, segno di una sensibilità più diffusa e di una maggiore attenzione al problema. Siamo consapevoli che abbiamo avuto momenti difficili anche sul nostro territorio, ma crediamo che quello del Trentino possa essere un contributo importante. E oggi le istituzioni trentine lanciano insieme un messaggio forte di unità e responsabilità nel contrasto alla violenza di genere”.
Nel corso della mattinata, dopo l'intervento del presidente Fugatti, sono seguiti i saluti istituzionali del presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini che ha parlato di questo evento come di un "momento di responsabilità condivisa" per "dire no alla violenza contro le donne non solo oggi ma tutti i giorni".
Quindi la presentazione del report con i numeri della violenza contro le donne in Trentino, riferiti al 2024, a cura di Laura Castegnaro, dirigente dell'UMSe prevenzione della violenza e della criminalità.
A seguire gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni firmatarie del Protocollo di intesa per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere in Provincia di Trento che ha l'obiettivo di monitorare e comprendere meglio il fenomeno in Trentino, nonché di sensibilizzare e formare gli operatori, e consolidare una rete di intervento, prevenzione e assistenza per le donne vittime di violenza. Nel dettaglio sono intervenuti: Isabella Fusiello, Commissario del Governo; Nadia La Femina, sostituto Procuratore - Procura della Repubblica di Trento; Orietta Canova, Procuratore - Procura della Repubblica di Rovereto; Nicola Zupo, Questore di Trento; Andrea Pezzillo, Comandante provinciale dei Carabinieri di Trento; Michele Cereghini, presidente del Consorzio dei Comuni; Elena Bravi, direttore per l'integrazione socio sanitaria - APSS; Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità - Università degli studi di Trento; Andrea Simoni, segretario generale della Fondazione Bruno Kessler (FBK).
Nel corso della mattinata anche i preziosi contributi dei rappresentanti dei servizi antiviolenza accreditati, ovvero di Barbara Bastarelli, direttrice del Centro Antiviolenza - Associazione coordinamento Donne, Jessica Mattarei, Case rifugio e Cristina Garniga, Centro Uomini Autori di violenza.
Particolarmente significativa la cerimonia di consegna degli attestati di iscrizione all’elenco “Insieme contro la violenza”, un nuovo strumento istituito dall'amministrazione provinciale lo scorso anno per promuovere e coordinare le iniziative a favore delle donne vittime di violenza di genere sul territorio provinciale, che sono stati assegnati dal presidente Fugatti a: Claudia Segre, presidente della Global Thinking Foundation; Giorgio Casagranda, vice presidente della Fondazione Crosina Sartori Cloch; Daniela Fruet, dirigente dell'Istituto Comprensivo Pergine 1.
In conclusione anche l'intervento dei rappresentanti provinciali: Ileana Olivo, dirigente del Servizio coesione territoriale, politiche abitative valorizzazione del capitale sociale trentino all’estero, ha presentato le misure abitative a favore delle donne vittime di violenza. Italo Della Noce, direttore Ufficio Centrale Unica Emergenza (CUE) ha presentato l'App 112 Where Are U che consente di chiedere aiuto, ovvero di effettuare chiamate “mute”, segnalando il tipo di soccorso richiesto. Maurizio Mezzanotte, dirigente del Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale ha illustrato l'accordo con il Consorzio dei comuni per il posizionamento delle "Panchine rosse" e l'inserimento nel Progettone di donne vittime di violenza. Laura Pancheri, dell'Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento, ha presentato il video dedicato alle sedi del Centro antiviolenza e realizzato attraverso il progetto di alternanza scuola lavoro Gio.Co - Giovani Comunicatori, percorso attivato a Formato dall'Ufficio stampa e rivolto alle scuole del territorio. Infine Maria D'Ippoliti, dirigente del Servizio per il personale, ha parlato delle misure per dipendenti vittime di violenza.
Al termine la presentazione della brochure “Violenza economica" e la contestuale proiezione del film “Libere di vivere” (58’) realizzato da Global Thinking Foundation.