Per l’Assessore alla Salute Thomas Widmann si tratta di un risultato estremamente positivo: "Possiamo giustamente affermare che le misure di isolamento hanno avuto effetto. Al momento il virus è quasi totalmente assente nella valle. Ciononostante, dobbiamo continuare a stare attenti, a mantenere le distanze, a lavarci le mani regolarmente e anche a continuare a portare la mascherina dove previsto".
Non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra le diverse fasce d’età, il livello di istruzione e il numero dei membri di una famiglia.
Negli ultimi mesi il sintomo più comune della malattia tra le persone con un test sierologico positivo è stato il dolore agli arti (41,45 %), immediatamente seguito da perdita del senso del gusto e dell'olfatto (37,24 %), mal di testa (34,54 %), tosse (33,34 %), stanchezza (32,05 %), mal di gola e - o - sintomi di rinite (30,75 %), una temperatura corporea elevata di oltre 37,5 gradi Celsius per almeno tre giorni consecutivi (29,1 %), disturbi gastrointestinali (21,14 %), dolore toracico (11,28 %), difficoltà respiratorie (11,25 %), congiuntivite (7,91 %) e aumento dei battiti del polso (3,7 %).
Rispetto ai soggetti con test sierologici negativi, tutti questi sintomi si sono verificati molto più frequentemente. La durata media dei diversi sintomi è stata di sette giorni. Più della metà delle persone sottoposte al test (54,3%) ha dichiarato di aver avuto i sintomi clinici nella prima metà di marzo 2020.
Tra le persone che sono risultate positive agli anticorpi e che hanno notato i sintomi, il 62,1% non ha contattato, e quindi nemmeno informato, l’Azienda sanitaria, nonostante le varie opzioni che sarebbero state disponibili (Medico di Medicina Generale, Centro di emergenza provinciale, numero verde e Pronto Soccorso degli ospedali). Solo il 17,29 % delle persone con un test sierologico positivo non ha mostrato alcun sintomo.
Un'analisi più dettagliata dei dati - in particolare per quanto riguarda l'effetto immunizzante degli anticorpi individuati - sarà effettuata nelle prossime settimane. La pubblicazione dello Studio dettagliato è prevista entro la fine del 2020 e comparirà nella letteratura scientifica.
I risultati dello Studio sono stati presentati dal Responsabile dello Studio Michael Mian, dall’Assessore alla Salute Thomas Widmann, dal Direttore generale Florian Zerzer, dalla Direttrice tecnico-assistenziale Marianne Siller, dal Coordinatore della Demoscopia ASTAT Stefano Lombardo e dai Sindaci Moritz Demetz (Santa Cristina) e Rolando Demetz (Selva Gardena).
Partner dello studio è il centro di ricerca bolzanino Eurac Research: i ricercatori hanno affiancato i medici dell’Azienda sanitaria già a partire dall’ideazione dello studio e la biobanca dell’Istituto di biomedicina presso l’Ospedale di Bolzano è l’infrastruttura che conserverà i campioni per i prossimi dieci anni. Covid-19 è una malattia per molti aspetti ancora sconosciuta, quindi è estremamente importante conservare i campioni per ricerche future, per esempio per perfezionare test sierologici sempre più affidabili o per studi che mettano in relazione determinate caratteristiche genetiche allo sviluppo della malattia. In questo modo i campioni diventeranno una risorsa per la ricerca medica sulla Covid-19 a livello internazionale e avranno quindi un valore molto importante anche nel lungo periodo.