Trento - Al via il progetto trentino di contrasto ai Deepfake. Un gruppo composto da Università di Trento (foto credit Giovanni Cavulli) e azienda informatica U-Hopper Srl ha vinto un finanziamento europeo per costruire uno strumento che aiuta a riconoscere e classificare le immagini false sui social. Il primo obiettivo sarà costruire un prototipo entro nove mesi.
Potrebbe nascere in Trentino uno dei primi fakes-detector, dalla tecnologia sofisticata, dall’uso semplice. Un’app da scaricare su smartphone o computer per evitare di scambiare immagini false (in gergo, deepfake) con immagini reali.
È ciò a cui lavora con entusiasmo e determinazione da qualche giorno un piccolo gruppo, composto in parte da ricercatori e ricercatrici dell’Università di Trento e in parte da personale dell'azienda informatica U-Hopper Srl che ha sede nell’Impact Hub di Trento. Il primo obiettivo, da raggiungere entro nove mesi, è costruire un prototipo. Poi, se il team otterrà altri finanziamenti, potrà proseguire l’attività per altri quattro mesi fino a produrre un dispositivo da mettere sul mercato.
"Le persone tendono naturalmente a credere a ciò che vedono, specie se risulta verosimile, ovvero se ricalca in maniera minuziosa la realtà» spiega Giulia Boato, professoressa associata del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (Disi) all'Università di Trento.