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Trump rieletto presidente Usa, le reazioni

Washington - Trump è stato rieletto presidente Usa, ha superato la quota dei 270 grandi elettori aggiudicandosi ufficialmente il secondo mandato alla Casa Bianca.
Le reazioni a livello nazionale e internazionale sono divise: i sovranisti europei esultano e la presidente del Rassemblement National Marine Le Pen parla di una "una nuova era politica che si apre", mentre i socialisti dell'Ue sostengono che si tratta di "un giorno buio".
La presidente della commissione Ue von der Leyen ha parlato di "un vero partenariato tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini", auspicando di "lavorare insieme a un'agenda transatlantica forte che continui a dare risultati".

Invece l'onorevole trentina Alessia Ambrosi, afferma: "Assieme al ringraziamento al presidente Biden per l'opera svolta con esperienza e saggezza in una congiuntura internazionale particolarmente complessa, esprimo grandissima soddisfazione per la vittoria di Donald Trump nelle elezioni degli Stati Uniti.
Tutte le persone di destra dovrebbero gioire per questo grande risultato, per una destra senza complessi e senza timidezze. Una destra che non sia rinunciataria ma fiera dei suoi successi, e soprattutto orgogliosa di aver sconfitto l'ideologia woke di Kamala Harris in una delle sue versioni più estremistiche".

"Ha vinto e in parte - rispetto alle previsioni - anche stravinto Trump - prosegue - soprattutto ha perduto il modello culturale della sinistra democratica in guerra con le festività tradizionali, paladina di quella cancel culture che abbatte le statue di Cristoforo Colombo, che rinnega il passato deformandolo con gli occhi infantili del presente, che fa del femminismo una forma aggressiva di estremismo, che arriva a ipotizzare di negare la libertà di parola sui social a chi non si uniforma a un asfissiante politicamente corretto, che poi sarebbe corretto naturalmente solo se la si pensa come loro.
Ha vinto Donald Trump per i valori dell'America tradizionale che ha saputo incarnare e mettere in campo, non arrendendosi di fronte a tanti problemi e avversità, compreso il grave attentato di cui è stato oggetto
".
"Ha vinto Trump - conclude l'onorevole Ambrosi, deputata di Fratelli d'Italia e componente della Commissione Politica per l'Europa -. Ha vinto Musk. Ha vinto l'America valoriale profonda della tradizione; è stata invece sonoramente battuta l'America snob delle grandi città, l'America alla Elly Schelin, per intendrci. Oggi il mondo tira un sospiro di sollievo, è il sospiro di sollievo di tutte e tutti coloro che amano il concetto di libertà senza compromessi, senza timidezze, senza troppi lacci e lacciuoli".

"Esprimo soddisfazione per la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Come detto anche nei giorni scorsi, negli anni passati sotto la sua presidenza le cose andavano meglio rispetto ai tempi più recenti che abbiamo vissuto. Pragmaticamente, perciò, c’è da essere lieti. Sia per l’economia sia per il suo impegno - molto netto nelle prime parole - contro le guerre.Auguri di buon lavoro da tutte le persone di buona volontà", dichiara Achille Spinelli, segretario provinciale di Noi Trentino per Fugatti Presidente.

"La vittoria di Trump conclude un’accesa campagna elettorale, reinsediando alla Casa Bianca un presidente decisionista che abbiamo già visto all'opera. Ci aspettiamo, in un mondo molto diverso da quello di quattro anni fa, che il presidente Trump riconosca gli interessi comuni degli USA e dell'Europa e punti a ad un'azione comune. La crisi Ucraina richiede un'iniziativa di pace che salvaguardi la dignità e l'indipendenza di un paese che sta soffrendo molto. Anche in Medio oriente bisogna mettere fine ad una guerra ormai insostenibile per tutti. Il nuovo presidente americano può segnare un punto di svolta. La premier Giorgia Meloni ha dimostrato di saper gestire i rapporti internazionali con abilità e autorevolezza, nell'interesse dell'Italia e dell'Europa. Sono certa che saprà gestirli anche con Trump, sicuramente più vicino alla nostra sensibilità su molti temi anche sociali. E come ha detto la nostra Premier: “l’Italia e gli USA sono nazioni ‘sorelle’ legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia”. Auspico, anch’io, che questo legame strategico possa rafforzarsi, anche in chiave europea, ed auguro", sottolinea l'europarlamentare FdI Maria Teresa Vivaldini.

Invece la Coldiretti pone l'accento sul tema agricoltura: ora l'Ue colmi il divario sui fondi dell'agricoltura. "Con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca l’Unione Europea deve rafforzare il suo bilancio agricolo, gravemente carente rispetto al Farm Bill, il programma di aiuti per gli agricoltori americani, che il neo presidente prevede di potenziare con una serie di misure fiscali e incentivi per rafforzare la produzione alimentare statunitense e incrementare la presenza sui mercati esteri".
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le elezioni Usa che hanno visto la vittoria del candidato repubblicano.
La Politica agricola comune (Pac) in Europa vale 386 miliardi di euro in totale fino al 2027. di cui trentacinque miliardi di euro per l’Italia – ricorda la Coldiretti -. Negli Usa il Farm bill vale 1400 miliardi di dollari in dieci anni, con un gap profondo che penalizza gli agricoltori europei e che l’Ue dovrebbe impegnarsi a colmare per garantire la sovranità alimentare. Ci deve essere un tema di attenzione, di innovazione, di implementazione e deve essere fatto con risorse più utili, esattamente come avviene nei due continenti che per noi oggi sono quelli sicuramente più sfidanti, che sono quello americano da una parte e statunitense dall'altra.
"Ci auguriamo - conclude Coldiretti - che le relazioni fra Stati Uniti ed Europa possano avere un recupero in termini di rapporti proficui nell'interesse delle nostre economie e auspichiamo che si possa arrivare anche a un cambio nello scenario che storicamente veniva attuato, che ha visto il settore agroalimentare italiano penalizzato da dispute di carattere economico tra USA e UE su altri settori produttivi, come quello aerospaziale".

Cia, spettro dazi richiede un’Europa agroalimentare più forte
"Contiamo su un lavoro diplomatico importante tra Europa e Stati Uniti anche per salvaguardare l’export agroalimentare Ue e Made in Italy. Non dimentichiamo quanto accaduto tra il 2019 e il 2021 per effetto della politica di Donald Trump sulla querelle Airbus-Boeing, ma auspichiamo si apra ora una stagione che tenga fuori il tema dazi”.
Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, sugli scenari possibili con il ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Alla tregua quinquennale sancita nel 2021 resta praticamente un solo anno - ricorda Cia- e occorre consolidare quello spiraglio di distensione che alla fine salvò i prodotti italiani - vino, olio e pasta in particolare- nella revisione delle liste merci Ue colpite dai dazi Usa, ma che fece, invece, tremare con una stangata del +25% il comparto dei formaggi, dei salumi e dei liquori italiani.
“Dunque affianchiamo lungimiranza a preoccupazione - commenta Fini -. Questa è l’occasione, ulteriore, per rafforzare seriamente la competitività dell’agroalimentare Ue e costruire un Green Deal davvero possibile ed efficace, come del resto sollecita, da tempo, il mondo agricolo che sta pagando un prezzo altissimo gli effetti delle crisi geopolitiche internazionali e, ancora di più, climatiche. L’Italia -sottolinea Fini- dovrà, in questo senso, farsi sentire dovendo salvaguardare circa mezzo miliardo di export di cibi e bevande Made in Italy che, ogni anno, arrivano al di là dall’Atlantico, con il vino che vede negli Usa il suo primo mercato di sbocco. Ciò varrà una riflessione a Bruxelles sulle strategie politiche e le risorse economiche da mettere in campo per dare un futuro nuovo alla nostra agricoltura”.

Il commento del Presidente di Confindustria Trento Lorenzo Delladio sui risultati delle elezioni USA e sui possibili impatti per le imprese trentine.
"Auspichiamo che con la nuova Presidenza Trump la partnership commerciale tra il nostro Paese e gli Stati Uniti prosegua in maniera costruttiva a beneficio di tutti. Sappiamo quali siano state le sue politiche commerciali al suo primo mandato e conosciamo ancor di più le sue intenzioni: parlano chiaro le sue dichiarazioni in campagna elettorale, le promesse sui dazi e in particolare le politiche annunciate a proposito dei rapporti con il nostro Continente. Ciononostante, confidiamo nel buon senso della nuova Amministrazione USA.
In particolare, contiamo sul fatto che gli Stati Uniti siano consapevoli che una guerra dei dazi danneggerebbe anche l’America, ancor di più vista la stretta interconnessione tra le economie americana ed europea e al ruolo che potrà avere la Cina in questo nuovo contesto geopolitico.
I dati ci dicono che le esportazioni trentine tra il 2019, ultimo anno di Trump, e il 2023 sono aumentate in valore assoluto del +32%, con un miglioramento importante della nostra bilancia commerciale verso gli Stati Uniti.
Speriamo che questa crescita possa proseguire anche con il nuovo Presidente, ma ovviamente i timori ci sono e riguardano l’Europa, l’Italia e anche il Trentino.
Ricordo che gli Stati Uniti rappresentano il nostro secondo mercato di sbocco, con 620 milioni di euro di esportazioni nel 2023, che rappresentano il 12% del totale.
I settori nei quali esportiamo maggiormente, come Trentino, sono quello alimentare, dei macchinari e dei mezzi di trasporto, ma nessun settore sarebbe escluso dagli impatti di una politica protezionista: durante la sua campagna elettorale, Trump ha infatti parlato di dazi indistinti e trasversali, su tutti i prodotti importati.
Gli americani hanno sempre dimostrato buon senso e pragmatismo, per cui confidiamo che continuino a essere un solido alleato dell’Italia e dell’Europa in campo economico, così come per la difesa comune in un contesto di delicati equilibri geopolitici a livello internazionale. Parallelamente servirà sempre più coesione tra i Paesi europei per poter affrontare questo nuovo corso con coraggio, diplomazia e determinazione".
Ultimo aggiornamento: 06/11/2024 17:55:34
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