Trento - Via libera al ddl Spinelli sulla semplificazione per le opere del Pnrr e delle Olimpiadi. Nella serata di oggi il documento è stato approvato, con 25 sì e 4 astenuti. Le posizioni dei gruppi.
Degasperi: solita logica dell’asfalto e del cemento
La discussione sul ddl è stata aperta da Filippo Degasperi (Onda) ha detto che gli scopi di questa proposta sono la compressione della partecipazione e dei poteri dei comuni. C’è poi la volontà di agevolare la finanza di progetto e il depotenziamento della Via. Il disegno complessivo, per Degasperi, è insomma questo: compressione della partecipazione, del ruolo dei comuni, della tutela dell’ambiente e apertura al partenariato pubblico privato. Alla prova dei fatti il 50% degli interventi del Pnrr avranno effetti negativi sull’ambiente e solo il 16% avranno un impatto positivo sugli obiettivi del Piano. Come al solito, ha aggiunto, ci si trova di fronte alla logica dell’asfalto e del cemento. Paradossalmente chi critica oggi il Pnrr appartiene alle forze politiche che lo ha messo nero su bianco. Tra le opere, ha affermato Degasperi, c’è la Valdastico che il Governo ha posto al secondo posto degli interventi importanti del Def. Una struttura che non è, come si è sempre detto, a costo zero perché nel documento di economia e finanza nazionale è previsto un intervento miliardario. Sul capitolo Olimpiadi, Degasperi ha detto che nel dossier, in base al quale il Cio ha fatto la sua scelta, si affermava che tutte le opere sarebbero state sottoposte alla Vas e ci sarebbe stato un innovativo Progetto di sperimentazione sociale e ambientale. Ma, nella realtà di tutto ciò non è rimasto nulla e l’unica cosa che rimane è una spesa attorno ai 120 milioni di euro, tra nuovi trampolini con 5 mila posti a sedere, il villaggio olimpico di Predazzo, il rifacimento ex novo del centro fondo, altri 5 mila posti e i 47 milioni di euro per Pinè, per uno stadio di 5 mila posti, gli 8 milioni per il curling. Quindi, si velocizza ma non c’è nessun ragionamento su come si sosterranno queste opere e il rischio è quello di seguire la strada di Torino. In questo ddl, ha aggiunto, c’è il solito ritornello della sburocratizzazione ma in realtà l’unica sburocratizzazione sarebbe quella di cancellare norme e regolamenti. Quindi, ancora cemento e asfalto quando si sarebbero potuti usare i soldi del Pnrr per eliminare il numero chiuso a medicina e gli imbuti delle specializzazioni. Andiamo a prendere medici in Argentina e al tempo stesso impediamo ai nostri giovani di diventare medici. Un po’ di questa montagnaa di debiti che stiamo facendo con il Pnrr si sarebbe potuto usare per creare medici e specialisti per garantire il diritto dei diritti: la salute. Degasperi ha ricordato di aver fatto nove emendamenti (che vanno dal no alla rateizzazioni delle sanzioni, l’obbligo di fidejusssioni, no ai tagli dei tempi sulle osservazioni) che non sono stati considerati dall’assessore impegnato a trattare con chi ha, giustamente, presentato montagne di emendamenti e odg. Infine, l’esponente di Onda ha ricordato che per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie nel Pnrr non c’è nulla sull’elettrificazione della Valsugana e sui tratti nord e sud della circonvallazione di Trento.
Dallapiccola: non un euro per la pastorizia
Michele Dallapiccola (Patt) ha detto che, soprattutto per ciò che riguarda la zootecnia, questo provvedimento non è il massimo. Si tratta di un obolo che coprirà in minima parte i maggiori costi e non affronta i problemi che affliggono la zootecnia da anni. Dallapiccola ha ricordato poi che la situazione dell’ovicoltura è ancora più seria, anche se il numero delle bestie è arrivato a 45 mila, superando quello delle mucche. Ma non si sta facendo assolutamente nulla e dei 4 milioni previsti dal ddl non ce un euro per questo settore. La Giunta, secondo l’esponente Patt, non ha fatto nulla per la prevenzione e la convivenza con i grandi carnivori, anzi si sono tagliati i contributi. Si è fatta solo propaganda e colloqui via web con Roma, ma non si è cercata alcuna conciliazione con la presenza di queste specie e così anche questa estate nelle malghe ci sarà una carneficina. Non ci sono idee innovative e, anzi, in Veneto hanno portato avanti un progetto, nato in Trentino la scorsa legislatura, che prevede di installare trasponder sugli orsi e lupi più aggressivi per allarmare gli allevatori in tempo. Il problema non è rassicurare genericamente e a chiacchiere i pastori, ha aggiunto, ma è quello di potenziare la prevenzione puntando anche sulla tecnologia. Nella bergamasca, ha ricordato, si è puntato sul volontariato per implementare la custodia e la guardiania. Infine, Dallapiccola ha riproposto la costruzione e la ricostruzione di ripari per i pastori che potrebbero diventare anche interessanti dal punto di vista turistico. Così come una gestione intelligente dei grandi carnivori potrebbe essere una leva potente per la promozione turistica.