Trento - Sì della V Commissione all’atto di indirizzo e ai finanziamenti per l’Università di Trento fino al 2022. Audizioni favorevoli al ddl 56 per sostenere il settore dello spettacolo, ma anche l’assessore presenterà una proposta
La Quinta Commissione ha dato il via libera del Consiglio alla delibera della Giunta sull’atto di indirizzo 2020-2022 per l’Università di Trento, ha poi concluso le audizioni sul disegno di legge 56 a sostegno del settore degli spettacoli dal vivo, particolarmente penalizzato dal lockdown, con pareri tutti favorevoli e l’annuncio dell’assessore che anche la Giunta presenterà un testo in materia, e ha infine preso atto delle richieste di maggioranza e minoranza di perfezionare la relazione conclusiva sulla petizione popolare presentata per il rientro a scuola in rapporto all’emergenza Covid19.
Via libera all’atto di indirizzo e ai finanziamenti per l’Università
L’organismo si è espresso a favore della delibera proposta dalla Giunta relativa all’approvazione dell'atto di indirizzo per l'Università e la ricerca 2020-2022 come prevedono le norme che dal 2011 disciplinano le delega alla Provincia delle competenze sull’ateneo trentino e sull’Alta formazione musicale e artistica. Il parere positivo è stato sancito con 5 sì, 2 dei quali di consiglieri di minoranza, e il voto di astensione di un consigliere dell’opposizione. Sull’atto di indirizzo triennale, l’assessore di merito ha evidenziato la maggiore novità recente, costituita dall’avvio a Trento del corso di laurea in medicina e chirurgia in collaborazione con l’ateneo di Verona. Ha poi ricordato la quota base delle risorse che sarà pari a 111 milioni di euro l’anno fino al 2022 e gli interventi di ristrutturazione e manutenzioni delle sedi universitarie, ritenuti necessari per gli edifici e le aule. E ha infine segnalato l’importante ampliamento dei posti letto negli studentati universitari sia a Trento che a Rovereto.
Quanto alle risorse finanziarie, il costo del nuovo costo di laurea sarà a regime di 6.220.000 euro sulla base di un accordo tra la Provincia e l’Università che,a ha precisato l’assessore, nel primo trienni sosterrà i maggiori oneri (4.820.000 euro). Gli investimenti complessivamente previsti dalla Provincia per l’Università di Trento fino al 2023 tra è pari a 30.415.675 euro che, sommati ai 308.032.896 del consuntivo 2004-2019, portano il totale a 338.448.571 di euro.
La discussione con i consiglieri
Un consigliere di minoranza ha osservato che la carenza di medici riguarda in particolare alcune specializzazioni la cui formazione richiede una decina d’anni. I pensionamenti che la Pat prevede di fronteggiare interesseranno invece i prossimi 5-7 anni. Il problema è anche di incentivare i nuovi medici che otterranno la laurea a Trento perché rimangano a lavorare nella nostra provincia. Sull’università una consigliera ha chiesto anche se per le cattedre vi è un consolidamento e ha giudicato modesta la quota premiale. Infine ha posto una domanda sui posti letto per gli studenti previsti a Trento e a Rovereto. L’assessore ha risposto che per Trento è in programma un ampliamento dell’area di Sambapolis con una costruzione su un terreno adiacente. Quanto ai medici ha sottolineato che il progetto del corso università a Trento è a lungo termine e che sarà l’assessore alla sanità a dover pensare a come trattenere i neolaureati nella nostra provincia. Certo, non sarà possibile obbligare i medici che usciranno dalla nostra università a rimanere in Trentino. Per il consolidamento delle cattedre l’atto di indirizzo fino al 2021 garantisce la copertura delle risorse necessarie attraverso i residui disponibili nel bilancio provinciale.
Audizioni tutte favorevoli del ddl 56 a sostegno del settore degli spettacoli dal vivo
La Commissione ha poi ascoltato vari soggetti invitati a pronunciarsi sul disegno di legge 56 "Sostegno straordinario alle attività culturali in provincia di Trento in relazione all'emergenza epidemiologica da COVID-19" proposto da un gruppo consiliare di minoranza (le misure più significative previste nel provvedimento, i cui effetti avrebbero valenza temporanea valendo fino al 31 dicembre 2021, sono la creazione di un fondo straordinario per lo spettacolo, la sospensione delle imposte regionali sulla cultura nel 2020 e - per reperire gli spazi necessari alle attività culturali dal vivo – l'utilizzo delle biblioteche comunali).
L’Unione Interregionale Triveneta Agis ha giudicato positivamente il ddl e aggiunto che interventi come quelli adottati nell’assestamento di bilancio della Provincia sono propedeutici per una rivisitazione delle disposizioni anche nazionali che interessano il comparto culturale dello spettacolo. Servono infatti interventi strutturali e soprattutto il riconoscimento politico e legislativo che questo settore è un comparto importante anche per l’economia producendo beni di consumo.
L’associazione culturale Trento Spettacoli che rappresenta le compagnie di produzione private – attori, drammaturghi, tecnici, maestranze, ecc. - considera “buone e da far diventare strutturali, quindi a lungo termine”, e non solo temporanee, le misure previste nel ddl e dalla Provincia a sostegno del settore. Secondo l’associazione anche il Centro Servizi Culturali Santa Chiara dovrebbe diventare un volano a servizio di tutti i soggetti anche privati attivi in questo settore. Centrale per l’associazione è il tema del sostegno alla circuitazione degli spettacoli perché le produzioni incontrino il pubblico. Ha poi sottolineato la necessità di distinguere dal punto di vista normativo ed economico le compagnie professionali da quelle amatoriali.
La cooperativa Il Gaviale ritiene straordinaria questa proposta di legge e la risposta data dalla Provincia alle problematiche evidenziate dal settore in seguito all’emergenza Covid-19. Il Gaviale ritiene interessanti e condivisibili alcuni articoli del ddl 56, altri legati a una visione da superare. Il dubbio che rimane è che i maggiori costi sostenuti dai soggetti della cultura per poter ripartire con le attività rispettando le misure di sicurezza anti-Covid, non siano sufficientemente compensati dalle risorse previste dalla Provincia e con questo ddl. Si tratta poi di capire se si possano sommare i 500.000 euro già stanziati dalla Pat per i soggetti produttori di spettacoli attraverso la legge 2 del marzo scorso, con le risorse del fondo che questo ddl istituirebbe. Servirebbe anche una riflessione per definire nuove regole da adottare per il sistema degli spettacoli dal vivo.
La Cofas (Compagnie filodrammatiche associate) vede di buon occhio il ddl in discussione, che però riguarda soprattutto le imprese dello spettacolo. La Cofas, formata da oltre 100 compagnie teatrali, già godono di contributi della Provincia, di Comuni e casse rurali, ma possono essere interessate ad un maggior sostegno finalizzato alle 80-90 rassegne proposte sul territorio: il finanziamento pubblico di questi eventi sarebbe necessario per renderne possibile la promozione tenuto conto delle limitazioni che riducono le entrate derivante dai biglietti d’ingresso venduti.
L’Associazione Pergine Spettacolo Aperto ha chiesto di capire che se i contributi provinciali previsti rimarranno invariati nonostante il minor numero di eventi realizzati a caussa dell’emergenza Covid.