-

Trentino, Welfare Anziani e domiciliarità e nuovo Piano provinciale demenze

Le decisioni della Giunta provinciale

TRENTO - Anziani: una nuova visione di welfare che pone al centro la persona, la sua casa e le sue relazioni. Su proposta dell’assessore alla salute, politiche sociali Mario Tonina, la Giunta provinciale ha approvato le “Linee di indirizzo per un sistema a sostegno della domiciliarità delle persone anziane e dei loro familiari in Provincia di Trento”.

Il documento è il risultato del lavoro del “Sottocomitato Welfare Anziani”, attivato nel dicembre 2024 su indicazione del Comitato per la programmazione sociale, con l’incarico di analizzare i bisogni e l’offerta di servizi e di proporre nuove linee di intervento per favorire la permanenza delle persone anziane a domicilio, sostenere le famiglie e i caregiver e promuovere interventi territoriali integrati. A questa prima fase del percorso del Sottocomitato ne seguirà una seconda di livello operativo dedicata all’applicazione territoriale, in cui le Comunità di Valle e il Territorio Val d’Adige, nell’ambito di Spazio Argento, utilizzeranno le Linee di indirizzo per programmare e realizzare interventi a supporto della domiciliarità delle persone anziane e delle famiglie. La Fondazione Demarchi supporterà il Sottocomitato per il monitoraggio delle attività.

“Abbiamo davanti a noi una grande sfida rappresentata dall’invecchiamento della popolazione – sottolinea l’assessore Tonina – e un obiettivo fondamentale è offrire alle persone la possibilità di continuare a vivere a casa loro in una situazione di benessere. Con il lavoro che è stato fatto si sono messe al centro le persone anziane e le loro famiglie. E’ stato un impegno corale che ha coinvolto vari soggetti compresi l’Osservatorio sull’Amministrazione Condivisa e l’Università degli Studi di Trento. Personalizzazione degli interventi, rafforzamento delle reti territoriali e valorizzazione del ruolo dei familiari e caregiver sono fattori che si riveleranno fondamentali in questo percorso di cambiamento che si realizzerà anche con il contributo delle Comunità di Valle, del Territorio Val d'Adige e dei Servizi di Spazio Argento”.

Il documento sulle “Linee di indirizzo” è suddiviso in tre sezioni: la prima descrive il sistema, il percorso condotto, gli strumenti di analisi e mette in evidenza le istanze di diversificazione e innovazione del sistema; la seconda analizza gli esiti degli approfondimenti condotti, esamina la domiciliarità e le condizioni che la rendono efficace e sostenibile e descrive i principi da adottare per la realizzazione di un sistema di servizi a sostegno delle persone anziane e delle loro famiglie; la terza, di carattere operativo e sperimentale, individua le linee di indirizzo per la progettazione territoriale del sistema degli interventi.

Sezione A: quadro generale
L'invecchiamento della popolazione è una delle sfide principali dei prossimi anni: in Trentino entro il 2038 gli over 75 passeranno da 66.000 a oltre 85.000, pari al 14% degli abitanti. Si tratta di una fascia esposta a maggior rischio di non autosufficienza, con patologie croniche, neurologiche o cognitive che incidono sulla qualità della vita e coinvolgono anche le famiglie. Il carico della cura ricade in gran parte sui familiari, soprattutto donne della cosiddetta “generazione sandwich”, spesso chiamate a prendersi cura sia dei genitori anziani sia dei figli. Per questo è fondamentale rafforzare il sostegno alla domiciliarità, con servizi socio-sanitari integrati e coordinati che garantiscano continuità assistenziale, supporto concreto ai caregiver e la possibilità per gli anziani di restare più a lungo nella propria casa. La Provincia ha già attivato una rete di servizi domiciliari, diurni e residenziali, ma è necessario potenziarla e riorganizzarla: va in questa direzione il Piano provinciale per le demenze, appena approvato, che rappresenta uno strumento strategico per promuovere prevenzione, diagnosi tempestiva, presa in carico integrata, formazione degli operatori e comunità sempre più amiche delle persone con demenza. L’obiettivo è un vero cambio di paradigma: mettere al centro la persona, la sua famiglia e il suo contesto di vita, attivando un sistema basato su tre pilastri – condivisione degli obiettivi, integrazione tra ambiti diversi e responsabilizzazione diffusa delle comunità.

Sezione B: le condizioni per una buona domiciliarità
La permanenza a casa è la scelta preferita da anziani e familiari, poiché la casa è molto più di un semplice spazio, è un luogo di sicurezza e identità. Mantenere l'anziano a domicilio è inoltre fonte di soddisfazione per i familiari e i caregiver, che sentono di offrire un aiuto concreto. Affinché la domiciliarità sia efficace, devono esistere alcune condizioni fondamentali. In primo luogo, è cruciale la presenza di una rete di aiuto allargata, che condivida la responsabilità della cura invece di lasciarla su un unico familiare. Questo permette all'anziano di avere più contatti e ai familiari di condividere il percorso. Un'altra condizione è che il contesto domestico sia adeguato, con spazi idonei all'assistenza e la possibilità di accogliere eventuali figure di supporto. Un terzo fattore è la disponibilità di risorse economiche sufficienti per coprire i costi dell'assistenza, e l'accesso ai benefici e agli interventi economici a disposizione. Infine, è essenziale la presenza di una rete di servizi accessibile e in grado di intervenire tempestivamente, contrastando la solitudine e l'isolamento, che spesso colpiscono gli anziani.

Sezione C: Linee guida per la progettazione territoriale e per la sperimentazione
Il nuovo approccio all'assistenza domiciliare per gli anziani si allontana dal modello tradizionale focalizzato unicamente sulla persona e riconosce il ruolo attivo della famiglia e dei caregiver. L'obiettivo è supportarli e valorizzarli con misure integrate, flessibili e continue. Si mira inoltre a rafforzare la capacità delle comunità locali di assumersi una corresponsabilità, promuovendo il mutuo aiuto e la partecipazione attiva. In quest'ottica, il Terzo Settore e il volontariato rivestono un ruolo strategico, offrendo supporto, combattendo l'isolamento e creando coesione sociale.

Per attuare questa revisione del sistema in modo graduale, si adotterà un approccio sperimentale, facilitato dal nucleo di sviluppo territoriale chiamato "Spazio Argento". Questo modulo organizzativo si interfaccia con vari servizi e figure professionali, come le Case della comunità, le Centrali operative territoriali, i servizi sociali e sanitari, e le reti di volontariato. Il nuovo sistema estende la presa in carico non solo all'anziano, ma anche ai familiari e ai caregiver, che sono visti come figure centrali e hanno bisogno di essere riconosciuti, tutelati e supportati con percorsi formativi, servizi di sollievo e politiche di conciliazione.
L'obiettivo è promuovere una responsabilizzazione diffusa all'interno della comunità, trasformando le relazioni sociali e creando nuove connessioni per rispondere ai bisogni del territorio.

NUOVO PIANO PROVINCIALE DEMENZE
Valorizzare la raccolta dei dati epidemiologici; promuovere azioni di prevenzione della demenza; migliorare la diagnosi tempestiva, l’integrazione delle attività e il coordinamento tra i livelli di assistenza; migliorare, potenziare e diversificare la rete dei servizi; potenziare la formazione degli operatori; sviluppare le comunità amiche delle persone con demenza. Sono i 6 obiettivi strategici dettati dal “Piano provinciale demenze XVII Legislatura” che è stato approvato dalla Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alla salute e politiche sociali, Mario Tonina. "Con questo documento confermiamo l’impegno della Provincia nell’assicurare alla persona malata e alla sua famiglia una presa in carico multiprofessionale, coordinata, continuativa e appropriata. È fondamentale, e trasversale a tutte le azioni, il riconoscimento del diritto della persona con demenza a essere considerata come persona in ogni fase della malattia, dalla diagnosi al fine vita, a prescindere dal mutamento delle condizioni cognitive o comportamentali, e a ricevere cure tempestive, adeguate e attente alla qualità della vita - queste le parole dell'assessore Tonina -. Dobbiamo considerare che la demenza è in crescente aumento nella popolazione generale al punto che la stessa OMS la considera fra le priorità mondiali di salute pubblica. Se infatti, attualmente, in Italia si stimano oltre un milione di casi di demenza, in Trentino, secondo la stima dell'Azienda sanitaria nel 2025 vi sono circa 10.500 persone con demenza e 8.800 con un disturbo cognitivo lieve. Più della metà di loro ha due o più patologie oltre alla demenza e necessita di elevate risposte clinico assistenziali, inoltre almeno il 50% delle persone accolte nelle Rsa soffre di una forma di demenza. Ecco, è in questo quadro complesso - conclude l'assessore Tonina - che si inserisce il nuovo Piano demenze, che aggiorna obiettivi e azioni alla luce delle più recenti indicazioni scientifiche e organizzative".

Oggi, durante la conferenza stampa di presentazione, l'assessore Mario Tonina, ha colto l'occasione per ringraziare e presentare il nuovo dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali Andrea Ziglio, che proprio oggi inizia il suo incarico. A fianco dell'assessore anche la dirigente del Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza Monica Zambotti e la dirigente del Servizio politiche sociali Federica Sartori.

Il Piano provinciale demenze si pone in continuità con i precedenti piani ed è coerente con il Piano per la Salute del Trentino 2015-2025 e con la Strategia provinciale: sono infatti ormai una decina di anni che la Provincia autonoma di Trento si è dotata di un documento programmatico specifico per orientare le attività di tutti i soggetti coinvolti. Il documento è stato redatto con la collaborazione del Tavolo provinciale di monitoraggio, composto da rappresentanti della Provincia, dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Trento, dei servizi sociali delle Comunità/Spazio Argento, di UPIPA, di CONSOLIDA e delle Associazioni Alzheimer. Sono stati presi in considerazione gli esiti delle attività realizzate nella scorsa legislatura, le indicazioni nazionali e i contributi dei soggetti coinvolti.

Se al centro del Piano vi è il riconoscimento alla persona affetta da demenza del diritto a essere considerata come persona in ogni fase della malattia, dalla diagnosi al fine vita, particolare rilievo viene poi dato alla formazione, ritenuta centrale per migliorare conoscenze, competenze ed empatia nel percorso di cura e assistenza delle persone malate e nel sostegno ai familiari, un percorso che può estendersi anche ad ambiti non direttamente coinvolti nell'assistenza, attraverso azioni di sensibilizzazione rivolte al mondo scolastico o a quello della cultura. Inoltre, è stata posta maggiore attenzione alla definizione dei risultati attesi e degli indicatori, al fine di misurare l’impatto delle azioni.

La funzione delle reti territoriali resta centrale: la chiarezza dei rispettivi ruoli e il dialogo costante tra medici di medicina generale, centri per i disturbi cognitivi e le demenze (CDCD), servizi sociali delle Comunità/Spazio Argento, distretti sanitari, Associazioni Alzheimer e soggetti erogatori di servizi garantiscono assistenza appropriata e permettono di sviluppare risposte più flessibili e diversificate.

Il nuovo Piano conferma poi la scelta di attribuire al Tavolo provinciale di monitoraggio il compito di verificare l’attuazione delle azioni, mentre al Servizio provinciale competente in materia di politiche a favore degli anziani non autosufficienti saranno affidate le funzioni di coordinamento e di referente organizzativo per gli adempimenti previsti.

Il Piano è strutturato in 6 obiettivi strategici per 26 azioni:
  1. Valorizzare la raccolta dei dati epidemiologici: si punta all'elaborazione di un report annuale e a sintetizzare graficamente i dati per facilitarne la divulgazione.
  2. Promuovere azioni di prevenzione della demenza: l’insorgenza non è legata esclusivamente all’età, poiché esistono fattori di rischio che, se eliminati, potrebbero contribuire a prevenire fino al 45% dei casi, cioè quasi uno su due.
  3. Migliorare la diagnosi tempestiva, l’integrazione delle attività e il coordinamento tra i livelli di assistenza: le persone con demenza e i loro familiari si trovano a sperimentare diversi ambienti e professionisti, soprattutto nei passaggi tra contesti di cura, ed è quindi fondamentale una diagnosi tempestiva e una presa in carico continua e coordinata, per garantire cure adeguate, coerenza dei trattamenti, buona comunicazione e tutela della qualità di vita.
  4. Migliorare, potenziare e diversificare la rete dei servizi: è essenziale disporre di una filiera di servizi e prestazioni che sappiano rispondere ai bisogni nelle varie fasi della malattia, integrando servizi sanitari con servizi di natura sociale.
  5. Potenziare attività di formazione degli operatori: l'obiettivo è diversificare la formazione, nell'ottica dell'integrazione e dell'interdisciplinarità, con interventi formativi specifici rivolti al personale che fornisce assistenza e supporto dirette nei servizi specialistici alle persone con demenza e ai medici di medicina generale sul riconoscimento delle situazioni a rischio demenza.
  6. Sviluppare le Comunità amiche delle persone con demenza: partendo dai Piani triennali 2023-2025 predisposti dalle Comunità su finanziamento della Provincia per aumentare la comprensione verso la demenza e promuovere accoglienza e supporto alle persone malate nei luoghi pubblici attraverso attività coordinata da Spazio Argento, si punta a dare continuità finanziando i Piani del prossimo triennio.
Ultimo aggiornamento: 15/09/2025 15:22:43
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE