Merano - Trentino e Alto Adige hanno celebrato il cinquantesimo anniversario del Secondo Statuto di autonomia. Mezzo secolo è un traguardo importante e significativo, un tempo che ha permesso a questi territori di costruire un modello di autonomia dinamica e di successo. Nel pomeriggio al Kurhaus di Merano (Bolzano) si è svolta una cerimonia, alla presenza dei presidenti delle due Province autonome. Nel corso della cerimonia si sono avvicendati gli interventi della ??ministra federale austriaca per l'Unione Europea e la Costituzione, del ministro dell'Economia e delle Finanze italiano e dei presidenti delle Province di Trento e Bolzano Quattro ospiti speciali, vicini e lontani rispetto all’Alto Adige, hanno portato i loro saluti. Thinlay Chukki, rappresentante per l'Europa Centro-Orientale del Governo tibetano in esilio, ed Oliver Paasch, primo ministro della Comunità di lingua tedesca in Belgio, hanno discusso con la moderatrice Karin Gschnitzer e con il moderatore André Comploi la situazione molto diversa di altre minoranze in Europa e nel mondo
QUI TRENTO - Secondo il presidente della Provincia di Trento, l’autonomia rappresenta un formidabile fattore di sviluppo: ha dato la possibilità alle realtà territoriali di sviluppare relazioni, di collocarsi adeguatamente all’interno di reti, scenari e prospettive di livello europeo. Proprio per questo l'Euregio ha dimostrato come la collaborazione aiuti ad affrontare momenti difficili come i mesi più duri del Covid-19. L’autonomia è stato infatti un formidabile fattore di sviluppo e, nel contempo, ha dato la possibilità ai nostri territori di sviluppare relazioni, di collocarsi adeguatamente all’interno di reti, scenari e prospettive di livello europeo. Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano ha ricordato come gli strumenti di tutela previsti dal Secondo Statuto, come la parificazione delle lingue, la proporzionale o l'insegnamento nella madrelingua, abbiano avuto un impatto efficace negli ultimi 50 anni.
In occasione del 5 settembre, ricordando proprio il significato dell’Accordo di Parigi del 1946 e pensando al complesso processo che ne è seguito, è possibile riconoscere che la positiva soluzione della questione sudtirolese ha oggettivamente aperto una nuova strada anche per il Trentino e per i trentini. Il presidente della Provincia autonoma di Trento ha ricordano come oggi le classi dirigenti del Trentino abbiano accompagnato e condiviso, specie a livello parlamentare, la ricerca di soluzioni che permettessero all’autonomia di realizzarsi compiutamente, nel pieno riconoscimento delle legittime aspirazioni alla tutela delle minoranze.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento ha dunque evidenziato come possiamo essere orgogliosi della nostra storia e dei risultati ottenuti, ma anche e soprattutto fiduciosi per il futuro che Trento e Bolzano costruiranno insieme. Un futuro basato sul rafforzamento dell’autonomia, il riconoscimento del valore centrale della convivenza e del rispetto reciproco, lo sviluppo e il potenziamento della cooperazione transfrontaliera.
QUI BOLZANO - Grazie all'intelligente politica infrastrutturale realizzata nei decenni scorsi, è stato possibile evitare l’esodo dalle zone rurali e preservare la qualità del lavoro, dell’abitare e della vita nelle aree rurali. Allo stesso tempo, grazie all’Autonomia si aprono spazi di manovra per contrastare attivamente e in modo innovativo le principali sfide globali, come il cambiamento demografico, il clima, la biodiversità e le crisi delle risorse, con particolare attenzione alle esigenze locali. Il presidente ha inoltre espresso la convinzione che la Provincia autonoma abbia tutti i presupposti per diventare un laboratorio per uno sviluppo ecologicamente, socialmente ed economicamente sostenibile delle aree rurali.
Il Secondo Statuto di Autonomia è ormai considerato, anche a livello internazionale, un esempio vincente per il superamento dei conflitti etnici nazionali, un fatto che fa onore all’Italia ed all’Austria, ha spiegato il presidente rivolto ai rappresentanti dei due Paesi, presenti alla cerimonia. Tuttavia, l'Autonomia dell'Alto Adige deve continuare a svilupparsi e ad adeguarsi alle nuove sfide, se non altro per far fede alla garanzia, ancorata nel diritto internazionale, di poter mantenere almeno lo standard che ha portato al rilascio, nel 1992, da parte dell'Austria della quietanza liberatoria relativa al contenzioso con l’Italia.
Insieme ai rappresentanti delle altre Regioni a statuto speciale, il presidente ed i parlamentari altoatesini hanno più volte segnalato ai loro contatti in seno al Governo la progressiva erosione delle competenze autonomistiche e la necessità di un intervento urgente.
Il presidente provinciale si è dichiarato fiducioso che l'Autonomia dell'Alto Adige possa essere preservata in futuro come strumento di tutela delle minoranze, nonché come strumento di sviluppo efficace per tutte le fasce di popolazione che vivono in questa Provincia. L' Autonomia continuerà a consentire il rafforzamento delle identità e permetterà di trarre il meglio dal valore aggiunto rappresentato dalle nostre diversità.
IL MINISTRO DELL'ECONOMIA - "Il modello dell’Alto Adige assicura non soltanto la serena convivenza tra i gruppi linguistici, ma anche lo sviluppo armonioso del territorio. L'Autonomia dell'Alto Adige come modello di pacifica convivenza, ma anche quale straordinario strumento di sviluppo del territorio e volano dell'economia. Questo il senso dell'intervento del ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco alla Giornata dell'Autonomia, festeggiata oggi (5 settembre), nell'anniversario della firma dell'Accordo di Parigi Degasperi-Gruber (5 settembre 1946), dalla Provincia Autonoma di Bolzano con una cerimonia al Kurhaus di Merano.