Così il presidente di Coldiretti Lombardia, Gianfranco Comincioli, durante l’audizione in Commissione “Agricoltura, montagna e foreste” del Consiglio regionale, in merito alle problematiche del settore agricolo.
Diversi i temi affrontati dal presidente Comincioli nel suo intervento: dall’iper burocrazia che appesantisce l’iter di pratiche e richieste di contributi e finanziamenti, alla continua erosione di superficie agricola su cui pesa ad esempio la pratica del fotovoltaico a terra che va bloccata; dalla gestione della risorsa idrica che richiede una politica attiva di investimenti utili a ridurre le perdite di esercizio e la realizzazione di idonei bacini di accumulo, fino al proliferare incontrollato dei selvatici che, oltre a minare la sicurezza di coltivazioni e agricoltori, sono vettori di malattie come dimostrato dalla peste suina. E ancora i vincoli previsti dalla nuova PAC che complicano la possibilità di accesso alle misure previste, fino alla necessità di agire sul sistema assicurativo per efficientarlo e implementarlo.
Il presidente – precisa la Coldiretti Lombardia – nel suo intervento ha ricordato anche i danni provocati dalla concorrenza sleale, dalle storture lungo la filiera, i tentativi di speculazioni con i prodotti da laboratorio e i pericoli di direttive comunitarie discriminanti, poco realistiche per tempi e modi, che rischiano di mettere in ginocchio il settore primario.
Da qui l’appello alla politica regionale affinché si intervenga sulle istituzioni europee. “Non vogliamo condannare l’Ue, istituzione fondamentale per la nostra democrazia – spiega Gianfranco Comincioli – ma come principale organizzazione di rappresentanza agricola, sentiamo il dovere di intervenire, trasformando la protesta in proposta, per salvaguardare la nostra agricoltura. Perdere il settore primario significa perdere territorio, coesione sociale, salute, sicurezza degli alimenti, tradizione e cultura”.
Pac, filiere e montagna: Coldiretti Sondrio incontra gli agricoltori
Le novità della Pac e i possibili miglioramenti, l’andamento delle filiere agroalimentari, lo stato dell'arte dell'agricoltura sul territorio montano e le sue specificità. Ma anche gli obiettivi raggiunti - come ad esempio il divieto nazionale alla produzione di carne sintetica - le sfide e le azioni future a partire dalle problematiche l’agricoltura sta vivendo in rapporto all’Europa. Con questi temi centrali, Coldiretti Sondrio ha dato il via oggi a una serie di incontri e sindacali di ampio respiro, mettendo in primo piano il confronto diretto con i soci che sono intervenuti numerosi, oggi pomeriggio, nel salone municipale del Comune di Colorina: sala strapiena e un confronto con i soci che ha avuto modo di fare il punto sui vari temi e in cui è emerso il grande orgoglio di “fare agricoltura di montagna” in una terra unica, da preservare e proteggere, come il comprensorio della provincia di Sondrio, tra Valtellina e Valchiavenna.
L'evento si è aperto con l'introduzione di Sandro Bambini, presidente di Coldiretti Sondrio e del direttore Giancarlo Virgilio, che hanno voluto dar corso a un dibattito a 360° sullo stato dell'arte del comparto.
“L'incontro – rimarcano - rientra in una serie di appuntamenti con i soci dei diversi comprensori di Valtellina e Valchiavenna, mirati a fornire informazioni dettagliate sulle attività di Coldiretti, sui risultati conseguiti e sulle strategie sindacali presenti e future”.
Lo stesso Bambini ha rimarcato l'importanza di questi incontri come un'opportunità per ascoltare le esigenze del territorio e confrontarsi su iniziative attuali, soprattutto in relazione alle problematiche con l'Europa. L'obiettivo è consentire alle imprese agricole di recuperare competitività e reddito..
Nelle conclusioni, il presidente Bambini ha sottolineato il valore assoluto e strategico delle imprese agricole di Valtellina e Valchiavenna, rinnovando l’impegno a portarne avanti le istanze e a rinnovare una compatta sinergia fra tutti i comparti del settore primario della provincia di Sondrio, ed evidenziando il ruolo essenziale degli imprenditori agricoli per ottenere il “vero made in Valtellina” agroalimentare.