-

Referendum popolare: meno di un elettore su tre alle urne

Il quorum non è stato raggiunto

BRESCIA - Meno di un elettore su tre è andato alle urne per il referendum popolare sui cinque questiti. Il referendum non è valido visto che non è stato raggiunto il quorum del 50%+1 degli aventi diritto.

I cinque quesiti erano
Quesito 1: "Contratto di lavoro a tutele crescenti - Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione"
Questito 2: "Piccole imprese - Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale"
Quesito 3: "Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi"
Quesito 4: "Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione"
Quesito 5: "Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana".

Il Ministero dell'Interno ha comunicato i dati dell'affluenza al 30,58%. In provincia di Brescia hanno superato la soglia e media nazionale del 30% il capoluogo, alcuni Comuni della Bassa e della Valle Camonica, il Trentino con il 22,70% dei votanti è la maglia nera a livello nazionale. Ultima regione come votanti, prima la Toscana col 39,70%.

Sindacati trentini: "Referendum lavoro e cittadinanza. Ha vinto l’astensione"
Dichiarazioni del segretario generale Cgil, Andrea Grosselli: “Prendiamo atto del risultato delle urne.
Solo il 29.1% dei trentini ha deciso di votare, un dato leggermente sotto la media nazionale. Questo vuol dire che nonostante gli sforzi messi in atto dalla nostra organizzazione, non siamo riusciti a convincere la maggioranza dei cittadini della bontà delle nostre proposte di riforma che, ne restiamo convinti, riguardano da vicino la vita di milioni di persone, lavoratrici e lavoratori, in Italia. Ai militanti, ai funzionari e a tutti gli attivisti che si sono spesi in questi mesi di campagna elettorale va comunque il grazie della segreteria della Cgil del Trentino.

Di positivo resta comunque l’impegno speso per riportare al centro della discussione pubblica le questioni che riguardano il lavoro, la precarietà, i licenziamenti illegittimi, la sicurezza e il diritto alla cittadinanza. Abbiamo perso tutti una significativa occasione di partecipazione. E non hanno aiutato né gli inviti all’astensione né il poco spazio dato al confronto che scommettevano solo sulla vittoria dell’indifferenza.

In ogni caso non è opportuno né serio cercare alibi o scaricare le responsabilità su altri. La Cgil si è spesa tantissimo in questa battaglia per i diritti, prima con la raccolta firme, poi con la campagna elettorale. Proprio per questo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dentro la nostra organizzazione si aprirà necessariamente una fase di riflessione che dovrà partire in primo luogo dalla presa d’atto che il Trentino, a parte qualche rara eccezione, ai seggi è diviso in due parti, il centro e la periferia. Abbiamo davanti un impegno importante, anche noi come organizzazione sindacale, per allacciare un canale di comunicazione e discussione con le periferie, che non siamo riusciti a coinvolgere come avremmo voluto.

In ogni caso niente di questa esperienza è stato tempo sprecato. Ripartiamo da questa sconfitta per continuare, con ancora più determinazione, il nostro impegno nei luoghi di lavoro per migliorare le condizioni di tutte le lavoratrici e i lavoratori
”.
Ultimo aggiornamento: 09/06/2025 22:46:55
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE