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Rebus scuola, compagni di classe considerati congiunti per dribblare le regole? Fontana: “Presa in giro”. E rispunta la didattica a distanza…

giovedì, 27 agosto 2020

Brescia – “Non sono d’accordo. Mi sembra una ‘presa in giro’. I problemi non vanno risolti con degli escamotage. Si deve avere il coraggio di dire come stanno le cose. Quindi in occasione della ripresa della scuola se il Cts ritiene che si possa aumentare la percentuale dei passeggeri sui mezzi pubblici va bene, se non lo ritiene occorre individuare delle soluzioni concrete, come ad esempio l’organizzazione delle lezioni a orari differenziati o l’alternanza della didattica in presenza o a distanza”. fontanaIl presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine della conferenza stampa di presentazione del Gran premio di Formula 1 di Monza, commenta così la proposta paventata dal Governo di considerare i compagni di scuola come congiunti per superare il vincolo del metro di distanza sui mezzi pubblici.

GOVERNO IN UN VICOLO CIECO: DIETROFRONT O NON SI RIPARTE

Al pari degli altri ambiti della vita di tutti i giorni, il caos generatosi sulla scuola a due settimane dalla riapertura non è di semplice soluzione se si continua a ragionare solo in termini sanitari come è stato fatto negli ultimi mesi in Italia: senza un ‘mea culpa’ sulla linea intrapresa – smarcandosi dai protocolli sanitari e col coraggio di invertire la rotta con un ritorno alla normalità – sarà difficile per tutti gli studenti tornare in aula.

Trasporto pubblico, ingressi negli istituti, momenti di ricreazione, gestione della mensa, lezioni in presenza, gestione dei servizi igienici negli istituti, mascherine da indossare per ore: in tutte queste tematiche, per garantire una ripresa delle attività scolastiche senza contraddizioni nella pratica e con regole totalmente distaccate dalla realtà (come già avvenuta in molti altri ambiti dopo il lockdown), il Governo dovrebbe sconfessare la linea intrapresa col lockdown e tutta una serie di indicazioni imposte da mesi (e chissà fino a quando) ai cittadini. Viceversa, con tali regole la riapertura delle scuole è utopistica, con la motivazione di un'”emergenza” ancora in atto e tutte le conseguenze per famiglie e studenti per un anno scolastico che si annuncia a dir poco tribolato.



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