Roma - "Non è solo fatica, è amore". Interviste esclusive ai campioni che hanno fatto la storia dello sport. Martedì 11 ottobre uscirà il nuovo libro di monsignor Dario Viganò dal titolo "Non è solo fatica, è amore", con interviste esclusive ai campioni che hanno fatto la storia dello sport e la prefazione di Papa Francesco.
Campioni dello sport di diverse discipline: donne e uomini dai quali ci aspettiamo il massimo e successi che ci fanno gioire e sentire orgogliosi. Ma non stiamo parlando di macchine, né di "funzionari dello spettacolo e del successo": sono esseri umani che esplorano i limiti della capacità di dedizione, speranza e fiducia che è in ciascuno di noi.
In questo libro, opportunamente interrogati anche sulla loro persona, sulla loro storia e sui loro valori, ci parlano di sé e dei successi più intimi, più decisivi: la solidarietà, la lealtà, la riconoscenza, il perdono, la generosità, la capacità di rialzarsi dopo ogni caduta. Sono stati intervistati Giorgio Chiellini, Alessandro Bastoni, Ciro Immobile, Luca Mazzitelli, Antonella Palmisano, Vanessa Ferrari, Francesco Moser, Oney Tapia, Valentina Rodini e Enrico Berré.
Un incontro a cuore aperto e a mente lucida, nel desiderio di condividere non solo i frutti della propria fatica, ma la bellezza della propria capacità di amare. "La fatica fa parte del gioco, è una componente fondamentale, è un peso che ti spezza, ti logora e destabilizza, ma a quella fatica, che assume molteplici forme, va trovato un significato. Un senso. E allora il suo giogo si farà più lieve. L’atleta che, nella fatica, vede oltre, è come il santo che non accusa il peso e guarda lì dove gli altri non vedono…”, dalla prefazione di Papa Francesco.
Dario Edoardo Viganò (Rio de Janeiro, 1962): esperto di Religious Studies, è stato chiamato da papa Benedetto XVI come Direttore del Centro Televisivo Vaticano nel 2013 e nel 2015 papa Francesco gli ha affidato la riforma dell’intero sistema comunicativo della Santa Sede. Attualmente è vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali, accademico. Ha scritto saggi e volumi sul rapporto tra cattolicesimo e media e da due anni conduce alcune trasmissioni, come “Le ragioni della speranza”, parte del programma “A sua immagine”. Nel 2022 ha curato la serie “Il valore della vittoria”, dalla quale ha preso vita il presente volume.
Valerio Alessandro Cassetta (Roma, 1990): giornalista professionista, è laureato in giurisprudenza e ha successivamente conseguito un master in giornalismo. Ha fatto esperienza come stagista nelle redazioni del Tg1 in Rai e AdnKronos. Ha poi collaborato per Il Messaggero e Il Mattino, occupandosi di sport, cronaca, tecnologia e società. Redattore ordinario per la redazione del Tg5 Mediaset, è stato inviato e conduttore per diverse emittenti sportive radio-televisive. Nel 2018 ha ricevuto il “Premio di giornalismo sportivo Antonio Ghirelli”. Attualmente lavora nell’ufficio stampa di Sport e Salute S.p.A.
Prefazione di Papa FRANCESCO
"Quando un atleta raggiunge il proprio sogno di vittoria, sul podio sale da solo, per ricevere la medaglia che gli viene messa al collo. Eppure, a ben pensarci, a vincere non è arrivato da solo: senza un allenatore, infatti, non nasce un campione. Ci vuole qualcuno che scommetta su di lui, che investa del tempo e, soprattutto, che sia un po’ visionario per riuscire ad intravedere in lui possibilità che, forse, nemmeno lui si immaginerebbe. E farle brillare.
Un allenatore all’altezza della sua missione sa che deve lavorare molto sull’allenamento fisico: è il minimo indispensabile per tentare la conquista della vittoria. Ma sarà l’altra faccia della medaglia a fare la differenza: la capacità di motivare, di correggere senza umiliare, di stimolare alla resistenza. Di parlare al cuore, sapendo che più l’atleta è dotato di capacità e talento, più sarà delicata la gestione dell’anima sua. Poi, nel momento massimo della sfida, l’allenatore si farà da parte e accetterà di dipendere dalle gesta del suo atleta. Se l’atleta vince nessuna telecamera lo inquadrerà, non salirà sul podio, non avrà medaglie tra le mani. Se invece c’è una sconfitta, l’allenatore sarà pronto a metterci la faccia.
In questo senso allenare è un po’ come educare. In fondo, c’è una stretta e profonda relazione tra sport, vita e fede.