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Nel Bresciano tiene l'export nel 1° trimestre 2025

Poco sopra i 5 miliardi di euro (-0,2%)

BRESCIA - L’export bresciano apre il nuovo anno con una sostanziale tenuta: nel 1° trimestre 2025 si registra un lieve calo dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (tendenziale), con un valore assoluto pari a 5.077 milioni di euro. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Il dato – seppur non entusiasmante –, appare comunque meno negativo dell’avvio dello scorso anno, quando il confronto con il 1° trimestre 2023 aveva fatto invece registrare una pesante contrazione di circa l’8%. Si assiste, quindi, a una tenuta dei flussi commerciali, ma non ancora a un recupero dei livelli persi nel 2023 e inizio 2024. Se si esclude il 4° trimestre 2024 (+2,5%) che aveva dato qualche elemento incoraggiante per sperare in una graduale ripresa dell’export bresciano, quest’ultima rilevazione conferma la stagnazione dei flussi che dura da 12 mesi.

Nel confronto regionale e nazionale Brescia appare l’area più penalizzata. La Lombardia evidenzia un incremento contenuto del +1,0% mentre è il dato nazionale a registrare la migliore performance con un +3,2%.

"I dati del 1° trimestre 2025 confermano un quadro ancora incerto per l’export bresciano, ma allo stesso tempo evidenziano segnali di tenuta in un contesto economico internazionale complesso – le parole di Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Il lieve calo – sebbene non trascurabile – va interpretato alla luce delle difficoltà strutturali sui principali mercati europei e delle tensioni geopolitiche che continuano a condizionare le nostre esportazioni. È però incoraggiante rilevare la significativa espansione verso l’Asia, in particolare verso l’India, recentemente protagonista di un importante evento promosso dal Ministero degli Esteri a Brescia, a dimostrazione della capacità delle nostre imprese di intercettare nuove opportunità in mercati dinamici. Dobbiamo insistere su questa strada, rafforzando la presenza delle aziende bresciane sui mercati emergenti e consolidando la competitività nei settori trainanti del nostro territorio.
In quest’ottica, concludo il mio mandato quadriennale da vice presidente dell’Associazione convinto che l’impegno di Confindustria Brescia sarà sempre più rivolto a supportare l’internazionalizzazione, la diversificazione dei mercati e l’innovazione dei processi produttivi, con un messaggio centrale da trasmettere: i nostri associati non devono vedere l’internazionalizzazione come qualcosa di complicato e per pochi, ma come un percorso accessibile a tutti, in grado di offrire opportunità straordinarie, a maggior ragione in questo periodo storico."

Con una tendenza opposta alla stagnazione delle esportazioni, le importazioni continuano a crescere: nel 1° trimestre registrano un significativo incremento del +6,6% sullo stesso periodo del 2024 (nell’intero 2024 rispetto all’anno precedente erano aumentate del 6,5%). Tale evoluzione delle dinamiche commerciali continua inevitabilmente a limare il saldo commerciale bresciano, che, sebbene abbondantemente positivo (1,9 miliardi) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno perde più di 200 milioni.

L’analisi delle esportazioni per aree geografiche permette di comprendere più nel dettaglio la dinamica commerciale complessiva. La lieve flessione dello 0,2% viene motivata in parte dal contributo non esaltante dell’Unione Europea (+0,5%), mercato di riferimento per l’export bresciano, circa il 65% delle merci della provincia sono destinate a questo territorio. In particolar modo pesano le contrazioni di Berlino (-0,5%) e Parigi (-2,3%). Il mancato recupero del dato tedesco continua a preoccupare dal momento nello scorso anno le esportazioni verso la Germania sono calate più del 10%. Al di fuori dell’Unione Europea la situazione appare più seria, i Paesi europei non UE registrano un calo particolarmente significativo (-9,4%), con flessioni diffuse sia verso il Regno Unito (-2,2%), sia verso la Turchia (-4,9%). Particolarmente marcato il ridimensionamento delle vendite in Russia (-44,8%) che però dall’inizio del conflitto hanno continuato a perdere quote di mercato fino a diventare quasi irrilevanti nel quadro complessivo. Anche dal mercato nordamericano si assiste a una contrazione, in particolar modo gli Stati Uniti, che negli ultimi trimestri si erano caratterizzati per una significativa e costante crescita, registrano una flessione assolutamente non trascurabile (-5,6%). Che questi risultati siano in parte la conseguenza della politica protezionistica di Trump è ancora presto per dirlo, sicuramente però il contesto è cambiato rispetto a qualche mese fa.

Decisamente in controtendenza il quadro in Asia, che si conferma un’area di espansione per l’export bresciano (+12,7%). In particolare, le vendite verso l’India crescono in maniera sorprendente (+53,4%), mentre la Cina registra una contenuta flessione del 2,7%.

Tra i beni venduti all’estero, le contrazioni di macchinari e apparecchiature (-3,0%) e prodotti in metallo (-5,1%) che pesano complessivamente più di un terzo di tutto l’export bresciano, va inevitabilmente a impattare sulla performance complessiva. Dinamica opposta è riscontrata per i prodotti della metallurgia, prodotti che cubano quasi un quarto del dato totale e che nel 2024 avevano registrato pesanti contrazioni. Seguono tale dinamica, con intensità maggiore ma con pesi decisamente più modesti, i prodotti tessili e quelli alimentari e bevande (rispettivamente +6,8% e +4,2%).
Ultimo aggiornamento: 12/06/2025 08:16:21
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