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Metalmeccanici: braccia incrociate per il contratto a Trento

Alta adesione nelle fabbriche della regione

TRENTO - Un lungo e colorato corteo ha attraversato questa mattina le vie del centro storico di Trento, nell’ambito della nuova giornata di mobilitazione nazionale per il rinnovo del contratto collettivo dei metalmeccanici. In tutta Italia, le tute blu hanno incrociato le braccia per chiedere l’apertura immediata del tavolo di trattativa con Federmeccanica e Assistal, Unionmeccanica e Confapi.

Con l’iniziativa di oggi salgono a 40 le ore di sciopero proclamate da Fim, Fiom e Uilm a partire da gennaio. Anche in Trentino-Alto Adige la partecipazione è stata altissima: nelle principali aziende del territorio si è registrata in media un’adesione dell’80% della produzione. Il rinnovo contrattuale interessa in regione circa 30.000 lavoratrici e lavoratori, di cui 12.000 solo in provincia di Trento.

A testimonianza della rilevanza della mobilitazione, anche la presenza delle istituzioni. Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha incontrato operai e operaie alla partenza del corteo in via Belenzani, portando il sostegno dell’amministrazione comunale. In Piazza Dante, ad attendere i manifestanti c’era il vicepresidente della Provincia e assessore al lavoro, Achille Spinelli, che si è confrontato personalmente con una delegazione sindacale.
Segnali di attenzione che i lavoratori hanno accolto con favore, interpretandoli come segni di rispetto verso una mobilitazione importante, che ha al centro la dignità del lavoro e il futuro del settore industriale.

Alla testa del corteo e in piazza erano presenti anche Marco Giglio della Fim CislNazionale e Maurizio Oreggia della Fiom Cgil Nazionale, che hanno concluso la giornata con i loro interventi insieme al segretario della Uilm del Trentino, Willj Moser, in piazza della Mostra, davanti al Castello del Buonconsiglio.

I metalmeccanici respingono con forza il tentativo delle controparti datoriali di svuotare di significato il contratto nazionale. Per Fim, Fiom e Uilm, il contratto collettivo rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare la crisi industriale, restituire stabilità ai lavoratori e contribuire al rilancio del sistema produttivo del Paese.

Tra le rivendicazioni principali vi sono l’aumento del valore reale dei salari, con una richiesta unitaria di 280 euro mensili in più in busta paga, la riduzione del ricorso al precariato a favore di contratti stabili e qualificanti come quelli a tempo indeterminato e di apprendistato, e un piano concreto per la riduzione dell’orario di lavoro fino a una settimana di 35 ore a parità di salario. Al centro delle richieste anche maggiori investimenti nella salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nella formazione continua, e nella tutela della parità di genere e della conciliazione tra vita lavorativa e familiare. I sindacati chiedono inoltre di ridurre il ricorso ad esternalizzazioni e appalti, che spesso si traducono in condizioni contrattuali peggiorative per i lavoratori.

La mobilitazione ha coinvolto in modo significativo numerose aziende del territorio: tra le più rappresentative si segnalano adesioni del 75% alla Sandvik, del 90% tra gli operai della ZF, oltre il 90% alla Coster2, il 90% alla Bonfiglioli, l’80% alla Dana di Rovereto, l’85% alla sede di Arco, l’80% alla Ebara e il 90% alla Meccanica del Sarca.

Una giornata di lotta forte e partecipata, che ha dato voce a una piattaforma rivendicativa chiara e condivisa. Le lavoratrici e i lavoratori chiedono risposte concrete: il tempo dell’attesa è finito.
Ultimo aggiornamento: 20/06/2025 19:06:07
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