Maria Domenica – sottolinea don Lauro – ha incarnato con fede cristallina il disegno di Dio su di lei ed è divenuta una bella notizia per innumerevoli persone, perché segno tangibile dell’abbraccio del Dio di Gesù per ogni donna e ogni uomo”.
La decisione di papa Francesco è commentata anche da monsignor Giulio Viviani, già cerimoniere pontificio, attuale parroco a Mezzocorona, vicepostulatore della causa di beatificazione della Lazzeri (postulatrice è l’argentina Silvia Correale), di cui ha scritto anche una biografia. “È un passo davvero importante, che ci consente – sottolinea monsignor Viviani – di ritrovare e indicare in Maria Domenica un simbolo di tanta fatica di innumerevoli donne delle nostre valli, che hanno sofferto veramente e soprattutto hanno offerto a Dio le loro pene in un lavoro spesso sfibrante, per amore delle loro famiglie. Storie di miseria e santità, ma anche, come accadde con Maria Domenica Lazzeri, storie di salvezza nelle quali Dio non è rimasto estraneo o spettatore delle umane sofferenze”.
Insieme a Maria Domenica Lazzeri, il Papa ha riconosciuto oggi, durante l’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, le virtù eroiche di altri cinque “servi di Dio”, tre religiosi e due laici, per la Chiesa ora “venerabili”.
FESTA ANCHE PER SUOR LEONILDE ROSSI
Doppio motivo di festa nella giornata di oggi, 23 marzo, per la Chiesa trentina. Non c’è solo la nota Meneghina tra i nuovi “venerabili” trentini, riconosciuti con decreto da papa Francesco. Tra coloro di cui sono esaltate le “virtù eroiche”, figura infatti anche una religiosa (meno conosciuta) nativa della val di Cembra: si tratta di suor Leonilde Rossi (al secolo: Amelia Rossi), religiosa della Congregazione delle Suore Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.
Nata a Lisignago il 10 novembre 1890, a soli 15 anni Amelia Rossi lasciò la val di Cembra per entrare nell’Istituto dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria a Pola, in Istria. Fu insegnante, superiora della comunità e direttrice della scuola materna della Regia Marina. Quindi, nell’ottobre 1932 venne eletta superiora generale (dal Capitolo celebratosi a Roma) e in seguito confermata superiora generale per altri sei anni, nel 1939. Nell’ottobre 1945, allo scadere del suo mandato, a causa delle precarie condizioni di salute fu costretta a ritirarsi nel paese di Vicarello, presso il lago di Bracciano, dove morirà il 12 dicembre dello stesso anno.